60. Last night in NY part 2

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ALEX'S POV
Quando arrivammo davanti alla porta della mia camera tentennai un attimo prima di aprire la porta, scrutai gli occhi di Piper con la paura di vedervi riflessa l'ombra dell'incertezza o un timore qualsiasi ma non ne trovai.
Lei era li e mi sorrideva radiosa e piena d'amore.
Aprii la porta ed entrai allungando una mano per accendere la luce ma la sua presa stretta intorno al mio polso mi fermò.
"Lasciala spenta, c'è una luna cosi bella" sussurrò al mio orecchio ed un milione di brividi mi attraversarono la schiena.
Era vero, c'era la luna e per qualche strana ragione le luci di New York, seppure abbaglianti, non bastavano ad impedire alla luce chiara di entrare attraverso le vetrate e colorare l'atmosfera in modo tenue.
Mi avvicinai al vetro scrutando la notte.
Rimasi immobile mentre le sue mani scivolavano lungo i miei fianchi intrecciandosi sulla pancia ed il suo petto aderiva alla mia schiena.
Appoggiò il mento sulla mia spalla dopo aver lasciato un soffice bacio sulla pelle esposta del mio collo. Feci scivolare le mani sulle sue. Il contatto con la sua pelle mi regalò un senso di benessere che mi fece sorridere d'istinto mentre mi lasciavo andare in quell'abbraccio silenzioso.
"Sei cosi bella quando sorridi" mi confessò baciandomi una tempia "Lo sei sempre a dire il vero" aggiunse.
Mi rigirai in quell'abbraccio trovandomi faccia a faccia con lei ed incrociai le braccia dietro il suo collo perdendomi ad osservarla alla luce della luna.
Ci guardammo senza quasi battere le palpebre per paura forse di perderci anche solo un secondo di vista. Con la punta delle dita accarezzai la sua fronte, gli zigomi, il naso, la curva leggera delle labbra e, proprio li, le mie dita indugiarono di più. Su quelle labbra che tanto bramavo.
Piper vi lasciò un bacio leggero.
"Ho paura" confessai in un sussurro.
"Anche io" rispose lei.
"Ho paura di un sacco di cose. Dei miei genitori, del futuro, di tutto quello che ci aspetta a Lima.
Ma la cosa di cui ho più paura è stare senza di te, convivere tutta la vita con l'atroce rimorso di non aver almeno provato a sistemare le cose, a vivere la felicità che ci meritiamo" disse
stringendomi a se.
"Io voglio essere felice con te, più di ogni altra cosa" risposi senza accorgermene.
"Anche io ed ora lo so" rispose lei decisa.
"Credi che potrai fidarti di me, ancora una volta?" chiese con un po' di incertezza.
Non risposi. La guardai e basta, scrutai a lungo le sue iridi chiare.
Mi sarei fidata ancora di quegli occhi celesti?
Non lo sapevo. In quel momento mi sembrava di esistere solo per amarla e fidarmi del suo amore, ma mi conoscevo bene e sapevo che le mie fottute paure, che in quel momento erano state annullate dal suo abbraccio, sarebbero tornate non appena lei si fosse allontanata e mi avrebbero tormentata.
"Non lo so" risposi sincera "Ma vorrei farlo.. lo vorrei con tutte le mie forze" aggiunsi subito.
A lei sembrò bastare perché non aggiunse altro, semplicemente sorrise annuendo appena.
Ci guardammo ancora ed io non riuscii a staccare gli occhi da quelle labbra rosee e perfette.

Volevo baciarla, baciarla davvero. Il suo sapore mi mancava da impazzire.
Lei dovette intuire le mie intenzioni.
Lentamente avvicinò il viso al mio inclinando leggermente la testa e respirando sulle mie labbra.
Quel leggero invito mi bastò.
Azzerai le distanze appoggiando le labbra sulle sue, accarezzai appena la sua bocca con la mia, respirando il profumo dolce della sua pelle.
Fu lei ad approfondire il contatto, accarezzando il mio labbro inferiore con la punta della lingua.
Mi tremò il cuore.
Dischiusi le labbra accogliendo la sua lingua che vi si insinuò leggera.
Fu un bacio lento, un timido sfiorarsi di labbra e sensi. Non avrei saputo dire se fosse durato un secondo o una vita intera. Tutto intorno sembrò spegnersi e fu come ritornare a casa dopo un lunghissimo viaggio.
Sciolse la presa intorno ai miei fianchi, senza interrompere il bacio cercò le mie mani trovandole pronte ad intrecciarsi con le sue.
E cominciò ad indietreggiare lentamente fino al letto. La seguii senza lasciare le sue mani, senza interrompere quel bacio perfetto. Volevo fare l'amore con lei, lo volevo da impazzire ma sapevamo entrambe che le cose tra noi erano troppo fragili ancora per un passo cosi affrettato.
Per un attimo pensai che lei non la pensasse allo stesso modo, le sue mani scivolarono lente lungo la mia schiena fino alla cerniera del vestito.
La tirò giù con una lentezza esasperante, continuando a lasciarmi piccoli baci a fior di labbra.
Rimasi immobile quando la cerniera raggiunse la sua estremità e lei fece scivolare 1 vestito lungo il mio corpo fino alle caviglie.
Ne seguì il tragitto risalendo il mio corpo con una scia di baci soffici che mi fecero tremare da capo a piedi per l'emozione.
Baciò le mie gambe, la pelle morbida dal mio interno coscia, le linee immaginarie dell'inguine, la pancia il petto.
Lasciò un bacio su una curva del seno e poi sull'altra risalendo con una lentezza ed una delicatezza esasperanti.
Fu la volta del petto, della gola, del collo, arrivò al mento e poi alla guancia, prima una poi l'altra per soffermarsi appena su uno zigomo e passare a baciare il suo gemello, la punta del naso, gli occhi che senza accorgermi avevo chiuso, la fronte ed, infine, le mie labbra che da troppo la attendevano.
Restai ferma. Non sapevo che fare, avevo paura che un mio qualsiasi movimento potesse risvegliare in lei brutti ricordi dell'ultima volta che avevamo fatto l'amore non lo avrei sopportato.
Lei strofinò la punta del naso contro il mio e mi prese le mani portandole alle labbra e baciando prima una poi l'altra per poi incatenare gli occhi
ai miei.
"Voglio fare l'amore con te e cancellare il ricordo dell'ultima volta" disse con un filo di voce.
Trattenni il respiro.
"Ma voglio farlo quando sarai di nuovo mia davvero, quando ti avrò dimostrato che non mento, che voglio davvero sfidare il mondo per te e che potrai fidarti ancora del mio amore" aggiunse.
Il respiro che avevo trattenuto si liberò tutto insieme così come le mie lacrime.
Presi il suo viso tra le mani avvicinandola per baciarla ancora con più forza mentre piangevo di felicità e commozione.
Quando ci staccammo lei mi sorrise.
"Non piangere" mi pregò.
"Piango perché sono tanto felice" confessai con voce tremante.
Ridacchiò mentre piccole lacrime le rigavano il viso poi tornò seria accarezzandomi una guancia.
Si voltò verso il letto e recuperò la maglia che mi faceva da pigiama. Mi aiutò lentamente ad infilarla, facendola scivolare sulla mia pelle e accompagnandone il percorso con le mani, prima di baciarmi ancora.
"Togliamo questo trucco adesso prima che ti trasformi in un piccolo panda" disse battendo appena la punta dell'indice sul mio naso e facendomi sorridere per la sua dolcezza disarmante.
MI prese per mano scortandomi fino alla piccola scrivania della camera dove era poggiato il mio beauty, accese la lampada e recuperò una salvietta struccante cominciando a passarla sul mio viso delicatamente, arricciando le labbra concentrata.
"Posso farlo da sola sai?" dissi divertita.
"Voglio farlo io per te" disse semplicemente.
"'Ti prendi cura di me Pipes?" domandai ironica.
Lei annui piano concentrata poi puntò gli occhi nei miei.
"Mi sento come se fossi nata per fare solo questo, per prendermi cura di te" disse semplicemente.
D'istinto la abbracciai forte.
"Oh il mio piccolo koala" disse al mio orecchio facendomi sorridere.
Quando ogni traccia di trucco fu sparito dal mio viso e dal suo, si voltò di schiena sollevando i capelli.
"MI aiuti?" disse.
Feci scivolare giù quella cerniera baciando piano ogni lembo di pelle che veniva mano mano scoperto e beandomi dei suoi sospiri e dei piccoli brividi che le attraversavano la schiena.
Lei recuperò la maglietta che aveva lasciato in camera la sera prima, la indossò e ci mettemmo a letto stese entrambe a pancia in giù con viso rivolto l'una verso l'altra.
"Ciao" sussurrò lei quando fummo ancora una volta occhi negli occhi.
"Ciao" mormorai io con un filo di voce.
All'improvviso il mio telefono squillò facendoci sobbalzare appena ed interrompendo la magia.
Lo recuperai rendendomi conto che si trattava di un messaggio.
"Magari è Nicky che vuole dirci che si è persa la nana! Incrociamo le dita perché sia cosi" dissi ironica guadagnandomi uno schiaffetto giocoso sul braccio da parte della bionda che però sorrise.
"E' Eric" annunciai aprendo il file che il mio amico mi aveva inviato.
Nel frattempo Piper si era avvicinata stendendosi quasi su di me per osservare il file curiosa.
La foto ritraeva Schifottolo accoccolato su un cuscino mentre dormiva e sotto c'era scritto
-Buona notte mami mi manchi-
"Oddio è adorabile" disse Piper con la sua vocina emozionata.
Sorrisi.
"Si, carino" dissi fingendo indifferenza.
"Non lo facevo cosi tenero Eric" disse lei.
"E' un tipo pieno di risorse" le spiegai. "Mr.Freaky è proprio cresciuto" osservò lei.
"Schifottolo" la corressi.
Lei mi guardò spalancando gli occhi.
"Non dirmi che lo hai abituato ad essere chiamato in quel modo" disse incredula.
Mi limitai a stringermi nelle spalle.
"Vergognati" disse indignata facendomi ridere.
Poi appoggiò la testa sulla mia spalla rimanendo semi sdraiata su di me.
Poggiai il telefono sul comodino abbracciandola per poi lasciarle un bacio sulla tempia.
"Tra poco ci saranno le nazionali con il Glee" disse poi mestamente disegnando pigri cerchi sul mio petto col dito.
"Già" dissi annuendo.
"E anche quelle con le Cheereos" aggiunse.
"Si" mormorai.
"E poi il diploma" disse con la voce un po' triste.
"Già" borbottai "Ma hai dimenticato il ballo" aggiunsi.
"Oh già, il ballo" disse mordendosi il labbro.
Non l'aveva dimenticato. L'aveva semplicemente saltato apposta.
"Con.. con chi pensi che andrai?" domandò incerta.
Tremai appena.
"Non saprei, hai qualche idea?" domandai accarezzandole i capelli. "Beh sarai sicuramente candidata a reginetta anche quest'anno e probabilmente anche quest'anno vincerai. Dovresti andarci con qualcuno che sia degno di te" disse triste
"Qualcuno che sarai fiera di avere come accompagnatore" aggiunse mordendosi poi il labbro.
Per un attimo ebbi paura del pensiero che mi passò per la testa in quel momento.
Una serie di immagini su susseguirono davanti ai miei occhi come un film.
Io che andavo a prendere Piper a casa, lei che scendeva le scale radiosa e bellissima nel suo vestito, il mio sorriso ebete nel guardarla come fosse una visione, il suo sorriso dolce.
Le nostre mani intrecciate mentre raggiungevamo il ballo, la mia agitazione, il suo tranquillizzarmi con uno sguardo.
E ancora noi due a ballare strette l'una all'altra senza smettere di guardarci negli occhi.
Mi ritrovai a domandarmi se davvero sarebbe stata questa la mia idea del perfetto ballo di fine anno, con tutti gli occhi puntati su di me, con gli sguardi, le chiacchiere alle mie spalle.
Mi risposi che non era il caso.
Ma poi il celeste degli occhi di Piper mi tornò alla mente facendomi tremare il cuore.
Oh al diavolo tutto. Le sollevai il mento con due dita costringendola a guardarmi negli occhi.
"Vieni al ballo con me Piper Elizabeth Chapman?" domandai semplicemente.
Lei spalancò gli occhi e sorrise radiosa.
"Davvero?" chiese come una bambina.
"Davvero" risposi annuendo sicura.
"Ma insomma ci vedranno e capiranno tutti insomma sarà come un coming out e...."
cominciò a parlare a raffica nervosamente.
Furono le mie labbra a frenare la corsa impazzita delle sue parole, la baciai zittendola poi tornai a guardare i suoi occhi.
"Vieni al ballo con me Pipes?" domandai nuovamente.
Lei sorrise con gli occhi lucidi.
"Certo che ci vengo" disse con un filo di voce.
La guardai seria.
"Questa è la mia promessa" dissi "Tu mi hai giurato che potrò ancora fidarmi di te ed io ti giuro che se mi dimostrerai che è vero non ci nasconderemo più da nessuno" dissi solennemente non tradendo la mia emozione nel pronunciare quelle parole cosi sentite e sincere, guardandola dritto negli occhi.
Lei annui sorridendo mentre una piccolissima lacrima le rigava il viso.
Poi mi baciò lentamente ed io feci lo stesso riempiendomi i polmoni del suo odore buono.
Ci staccammo solo per recuperare ossigeno e lei tornò ad accoccolarsi al mio petto felice mentre io la cullavo tra le braccia.
"Al" chiamò incerta.
"Hmm?" risposi ad occhi chiusi.
"Come pensi che faremo, dopo il diploma?"
chiese incerta.
Spalancai gli occhi stringendo più salda la presa intorno alle sue spalle.
"Che intendi?" domandai anche se sapevo bene
cosa intendeva.
"Insomma come faremo a sentirci od a vederci?" domandò.
Ci misi un po' di tempo ad elaborare una risposta mentre la mente correva a quel depliant ancora custodito nella mia borsa.
"'Troveremo il modo" dissi alla fine.
"Non mi spaventa una eventuale relazione a distanza" disse lei come per rispondere ad una domanda che però non le avevo posto.
"Non spaventa neanche me" risposi automaticamente pur sapendo che non era vero, mi spaventava eccome.
"E poi c'è skype! Potremmo sentirci ogni giorno e telefonarci e con gli arei ed i treni ogni tanto possiamo vederci ed, in ogni caso, possiamo incontrarci a metà strada a Lima per le feste"
disse lei un po' incerta.
Sentivo che cercava di autoconvincersi che tutto sarebbe andato bene. Forse avrebbe desiderato che io incoraggiassi questo suo pensiero.
Ma non ne avevo la forza.
"Troveremo il modo" tagliai corto ripetendo quelle parole come un mantra.
"Si lo troveremo" disse lei annuendo senza tradire nella voce alcuna emozione.
Mi morsi il labbro, torturandolo per tutta la durata del silenzio che era calato nella stanza.
Sentivo fortemente il bisogno di condividere con lei quella piccola idea che aveva cominciato a frullarmi nella testa, di mostrarle il depliant e ripeterle le parole di Nickh. Ma non lo feci.
Non avevo ancora deciso ed era, in ogni caso, una decisione che dovevo prendere da sola.
Non volevo essere condizionata dal suo desiderio di avermi vicina né, tanto meno, volevo illuderla di qualcosa che non ero sicura potesse realmente accadere, per ciò mi morsi la lingua costringendomi a star zitta ed a prendermi il tempo di pensare da sola al mio futuro, come era giusto che fosse.
Non potevo lasciare che qualcuno scegliesse al mio posto né potevo scegliere cosi su due piedi.
Dopo un lunghissimo silenzio, durante il quale credetti davvero si fosse addormentata, lei sollevò ancora lo sguardo nel mio.
"Al" cantilenò.
"Dimmi piccola" dissi accarezzandole і capelli.
"Credi che potrai lasciarmi guidare per un po' domani?" domandò speranzosa.
"E' fuori discussione" dissi secca.
"Oh ma non è giusto Nicky può guidare la tua auto ed io no" disse facendo i capricci "Sei ingiusta" annunciò con broncio, girandosi dall'altro lato e dandomi cosi le spalle.
Ridacchiai abbracciandola da dietro.
In un secondo quella furbetta era riuscita a smorzare tutta la tensione che era calata tra noi, facendomi sorridere come solo lei sapeva fare.
"Vai via" disse capricciosa muovendosi per scansarmi ma io non mi mossi.
"Pipess" la chiamai giocosa.
"No lasciami stare" disse con la vocina capricciosa.
"Oh andiamo." la pregai cercando di farla voltare.
"No, sei ingiusta" disse lei affondando il viso nel cuscino.
"Non ti farò guidare ma possiamo comunque trovare un compromesso" le concessi.
Lei voltò appena la testa per guardarmi in attesa, senza abbandonare la sua espressione imbronciata. "Puoi sederti davanti con me e puoi tenere la mia mano tutto il tempo" dissi.
"Pff" sbuffò lei voltandosi nuovamente e lasciandomi indignata.
"Hey ti ho concesso un grande privilegio, ingrata che non sei altro" dissi dandole uno schiaffetto giocoso sulla spalla.
"Non mi comprerai con cosi poco" annunciò.
"Ah no?" domandai ironica facendo scivolare le mani lungo il suo busto.
"E cosi ti compro?" domandai cominciando a farle il solletico.
Lei si dimenava ridendo senza respiro mentre cercava in tutti i modi di fermare le mie mani e la loro corsa impazzita sui suoi fianchi e sotto il collo.
"Smettila, ti prego smettila" disse tra le risate senza più fiato.
Continuammo cosi ancora per un po' poi, quando cominciò a piangere copiosamente dalle ristate, decisi che la mia tortura poteva interrompersi e la lasciai libera.
Lei ridacchiò ancora un po' poi si voltò per osservarmi con gli occhi lucidi e il sorriso
ancora sulle labbra.
"Sei scorretta Alex Pearl Vause " disse.
"Ti amo Piper Elizabeth Chapman" dissi dal nulla senza sapere nemmeno io perché.
Lei si fece seria voltandosi verso di me per abbracciarmi forte prima di baciarmi con dolcezza e bisogno.
"Ti amo" mormorò sulle mie labbra prima di rannicchiarsi contro il mio petto e lasciarsi abbracciare.
"Buona notte, paperotta" mormorai.
"Notte amore" disse con voce lieve lasciandosi cullare dai battiti impazziti del mio cuore colmo di emozione.

PIPER'S POV
Quando riaprii gli occhi fu per una terribile sensazione di sete.
Avevo la gola completamente secca.
Notai che fuori era ancora buio ma, in lontananza, si scorgeva un po' di luce tenue.
Probabilmente erano le prime luci del mattino che stava avanzando.
Ero ancora stretta nell'abbraccio di Alex, il suo odore era ovunque e lei dormiva profondamente con l'espressione rilassata ed un piccolo sorriso sul volto.
Mi persi a guardarla dormire e capii esattamente cosa intendesse lei la sera prima quando disse di aver capito di amarmi
guardandomi dormire.
Era la tenerezza fatta persona in quel momento senza l'ombra di paura né nessun freno .
Era semplicemente la mia Al, un piccolo cucciolo tenero.
Avrei voluto riempirla di teneri baci ma non lo feci per paura di svegliarla.
Non mi alzai nemmeno. Improvvisamente non mi importava più della sete, non volevo sciogliere l'abbraccio saldo nel quale eravamo legate e non volevo che il calore del suo corpo contro il mio mi abbandonasse, fosse stato anche solo per un secondo. Non l'avrei sopportato.
Mi ritrovai a riflettere sulle nostre promesse, su ciò che ci eravamo dette.
Mi aveva invitata al ballo.
Era una cosa importante e lo sapevo.
Inconsciamente mi stava già dando la sua fiducia, mi aveva promesso di uscire alla luce del sole, mi aveva promesso che mi avrebbe amata senza più freni se solo io le avessi dimostrato di meritarlo.
Lo avrei fatto, ne ero certa ormai.
Alex era tutto ciò che avevo sempre desiderato e tutto quello che non sapevo di desiderare. Era mia.
Mi apparteneva come io appartenevo a lei e nessuno al mondo avrebbe potuto cambiare questo.
Né i miei genitori, né il tempo, né io stessa con le mie stupide paure.
Improvvisamente ebbi una voglia incredibile di tornare a casa il prima possibile. Di urlare ai miei che amavo quella ragazza più della mia stessa vita, che niente avrebbe potuto farmi cambiare idea e che potevano punirmi quanto e come volevano ma che non avrebbero potuto cambiarmi.
"A che pensi?" mi domandò sorprendendomi.
Non mi ero accorta che avesse aperto gli occhi.
"A te" dissi sincera.
Lei strofinò appena il naso contro il mio socchiudendo gli occhi stanchi.
"Dormi amore" mormorò con un sorriso.
Sorrisi a mia volta sfiorandole le labbra con le mie prima di chiudere ancora gli occhi e lasciarmi andare tra le sue braccia.

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