55. Proposte e Sotterfugi

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PIPER'S POV
La settimana era stata abbastanza stressante, avevo praticamente passato tutti i pomeriggi alla scuola di danza ad esercitarmi per il provino e tutte le mattine a scuola cercando di mantenere la calma ogni volta che Alex mi sorrideva da lontano o mi passava accanto.
Stavamo riuscendo a gestire la situazione meglio del previsto, anche se stare insieme nella stessa stanza per troppo tempo ci creava ancora grossi problemi ma riuscivamo a salutarci e a sorriderci di tanto in tanto nei corridoi o durante gli allenamenti.
Parlare era più complicato. Il più delle volte le nostre conversazioni necessitavano della presenza di Nicky o Lorna, perché così qualcuno conversava davvero e ci distraeva dal fissarci imbambolate a vicenda per tutto il tempo senza dire una parola.
Ma tutto sommato ero felice. Felice che lei avesse mantenuto la sua promessa. Non ci eravamo perse del tutto infondo e mi faceva stare bene anche il solo fatto di poterle dare ogni mattina il buongiorno, di sentire cosi vicino il suono della sua risata, di potermi specchiare di tanto in tanto nei suoi occhi verdi.
"Allora? Avete prenotato l'albergo a New York?" domando Nicky distrattamente eseguendo
l'ennesima sessione di addominali.
"Si alla fine ce l'abbiamo fatta, Lorna è davvero incontentabile" risposi sorridendo e la rossa ricambiò con un' espressione consapevole.
La settimana dopo sarebbero cominciate le vacanze di primavera e il provino di Lorna alla NYADA era stato fissato per il giorno prima del mio provino alla Julliard proprio in quel periodo, cosi, io e la mia amica, avevamo deciso di fare un viaggetto insieme e di andare nella grande mela per qualche giorno.
"Sai." cominciò la rossa incerta "Pensavo di venire anche io, credi che a Lornadispiacerebbe?" chiese incerta.
"Ma che dici? Ne sarebbe felice! Muore dalla voglia che tu la sostenga, non te l'ha chiesto perché pensava che volessi passare le vacanze di primavera con Beth, insomma non voleva allontanarti da lei" le rivelai sicura, infondo era vero.
"Sul serio?" rispose intenerita.
Mi limitai a sorridere annuendo. "Volevo farle una sorpresa, magari presentarmi con la valigia il giorno della partenza e dire 'vengo anche io''' disse divertita alzando le braccia in segno di vittoria.
"A Lorna verrà un colpo per la gioia" dissi entusiasta.
"Già, ma mi serve un posto dove dormire" disse ovvia.
"Tranquilla, puoi prendere il mio posto in camera con Lor e io prenoterò un'altra stanza per me appena rientro a casa" dissi sorridendo
"Ne sarà felicissima" dissi ancora.
Tornammo entrambe a concentrarci sulla sessione di addominali, poi la biondina si voltò nuovamente verso di me.
"Magari potremmo chiedere anche ad Alex di venire" azzardò.
Mi voltai fissando gli occhi nei suoi.
Quanto lo avrei desiderato? Averla li a tenermi la mano il giorno della mia audizione.
Eppure non potevo chiederle una cosa del genere, avevamo appena cominciato a rivolgerci nuovamente la parola e ci riuscivamo a stento, decisamente non era una buona idea proporle di passare quattro giorni insieme a New York, non dopo tutto il casino che era successo.
Troppo presto, era decisamente troppo presto per quello.
Eppure lo volevo, lo volevo da morire, poterla avere li a sostenermi, a rassicurarmi col suo sorriso che mi faceva scoppiare il cuore ogni volta.
"Non credo sia una buona idea" dissi abbassando lo sguardo imbarazzata.
"Io penso invece che le farebbe piacere, anche se non lo ammetterebbe mai" disse lei insistendo.
"E poi, se io vengo con voi, lei rimarrebbe da sola a casa e sarebbe molto triste" aggiunse.
"Non so, dici che ci verrebbe?" domandai incerta osservando da lontano la corvina che era impegnata nella corsa con l'altra metà della squadra.
"Se sarai tu a chiederle di venire sono certa che accetterà, la conosco bene le farebbe piacere... in realtà non me l'ha detto ma credo di averlo percepito dal suo sguardo quando le ho detto che io sarei voluta venire con voi" mi incoraggiò lei con un sorriso. Feci una smorfia poco convinta ma non dissi nulla.
Ero terrorizzata all'idea che rifiutasse, che mi dicesse che era ancora troppo presto, che era una cosa troppo da amiche, troppo per noi che in quel momento non sapevamo definire cosa fossimo.
Ma un'altra parte di me desiderava almeno tentare.
Finito l'allenamento mi precipitai con le altre negli spogliatoi, come suo solito la corvina si trattenne ancora un po' in palestra per un po' di allenamento extra.
Mi concessi una lunga e rilassante doccia, rivestendomi lentamente. E, per tutto il tempo, misi, su un'immaginaria bilancia, i pro e i contro di quella faccenda.
Ogni volta che decidevo che era meglio evitare mi ritrovavo sempre a sbuffare rattristata pensando che avrei davvero, davvero, voluto che lei venisse.
Quando Alex entrò nello spogliatoio era già semivuoto.
Mi avvicinai cauta a lei che stava recuperando il necessario per la doccia dal suo armadietto. Mi presi qualche istante per sorridere dolcemente alla visione della sua espressione concentrata e persa in chissà quali ragionamenti.
Dio era cosi bella, anche col viso sudato e i capelli legati scompostamente e l'ombra di una smorfia imbronciata sul viso.
Non dovevo chiederle una cosa del genere ma quattro giorni lontana dal suo sorriso mi sembrarono un'eternità che non ero pronta a sfidare.
"Hey" richiamai la sua attenzione giocherellando nervosamente con la zip della mia felpa.
"Hey" rispose lei sorridendo.
Per un secondo il suo sorriso mi paralizzò lasciandomi senza fiato e strappandomi tutte le parole di bocca.
Mi persi nell'osservare le adorabili fossette ai lati delle sue guance e la curva meravigliosa che le sue labbra morbide disegnavano con quel sorriso tenero.
"Ehm..allenamento stressante oggi eh?"
domandai tirando fuori un argomento a caso.
"Non più del solito" rispose stringendosi nelle spalle.

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