17. Incontri ravvicinati

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ALEX'S POV
Mandai giù l'ultima goccia del mio caffè amaro e mi soffermai per un istante ad assaporarne
appieno il gusto forte e deciso.
Nicky seduta di fronte a me bevve il suo succo d'arancia quasi d'un fiato senza smettere di osservare il vuoto con un'espressione perplessa.
Eravamo uscite la sera prima e, nell'indecisione su cosa fare, ci eravamo giocate la serata a sasso, carta e forbici, come al solito la rossa aveva vinto. La solita fortuna sfacciata! E così la mia idea di andare ad ubriacarci di tequila era sfumata per far spazio ad una più tranquilla e decisamente più sobria serata cinema.
Eravamo tornate a casa mia e, una volta a letto, avevamo discusso a lungo sul da farsi, consce che l'indomani avremmo rivisto Piper e Lorna. Ma nessuna di noi sapeva come comportarsi, c'era anche da dire che la mia amica aveva certamente meno problemi di me.
Insomma tra lei e nana-Morello le cose non si erano spinte così oltre come tra me e la ballerina ed io ero terrorizzata all'idea di ritrovarmi faccia a faccia con la moretta.

"Evitarla... ecco cosa devo fare!" avevo sentenziato nel buio della mia camera con
Nicky che sbuffava al mio fianco.
"Non potrai evitarla per sempre Lex! Ed in ogni caso sono certa che non resisteresti. Credo invece che la prima cosa da fare sia proprio cercarla domani e parlarle" aveva proposto.
"Parlarle di cosa? Insomma N. come faccio...
cosa le dico?"
"Dille ciò che provi" rispose semplicemente.
"Ma non ho nemmeno io idea di cosa provo!
Come faccio a dirlo a lei?" sbottai nervosa.
"Lei ti piace, giusto?" domandò.
"Si... voglio dire no... insomma... si e no" borbottai.
"Ma che razza di risposta è?" commentò stranita "O è si o è no. E noi sappiamo che è si' concluse.
"Io direi piuttosto che è un forse" azzardai.
"Alex !" mi rimproverò
"Ok, ok, va bene! Mi piace ma non so ancora se sia una cosa passeggera o meno. In ogni caso sto ancora decidendo se voglio scoprirlo o no, quindi nel frattempo è meglio evitare il problema"
"Ma certo! C'è un problema e lei scappa! Tipico comportamento alla Alex Vause ! Che razza di codarda" mormorò lei voltandosi di lato e dandomi le spalle.

"Oh invece immagino che tu domani andrai a cercare Hobbit-Morello per dichiararle la tua ardente passione verso di lei, vero?" la canzonai ironica. Lei si irrigidì ingoiando a vuoto.
"Sai che ti dico? Meglio dormirci su" aveva risposto. Un attimo dopo il silenzio era calato nella stanza.
Non sapevo se la mia amica avesse dormito, io di certo no, avevo continuato a girarmi e rigirarmi nel letto tutta la notte senza trovare pace. Nessuna delle due aveva detto una sola parola da quando c'eravamo alzate, avevamo usato a turno il bagno. Lei mi aveva aiutata ad asciugarmi i capelli e lo stesso avevo fatto con lei, ci eravamo vestite con una calma incredibile: infilare la mia divisa non mi era mai sembrata un'impresa tanto ardua, avevo l'impressione che a nessuna delle due avesse troppa voglia di andare a scuola quel giorno.
Finimmo di fare colazione e, con un sospiro, recuperai lo zaino e le chiavi della macchina, Nicky trotterellò al mio fianco fino alla porta d'ingresso.
"Mammina, Papino... vado a scuola!" esclamai a voce alta "Mi amor, buona giornata ti vogliamo bene!" mi risposi da sola imitando la voce di mia madre "A più tardi piccola" continuai facendo il vocione nel tentativo di canzonare
mio padre.
Nicky rise divertita. Se non altro avevo sciolto un po' di tensione.
"Oh mammina credo che stasera non tornerò a casa, probabilmente andrò a fare un sacrificio umano con alcuni miei amici che ho conosciuto a quell'incontro satanista un paio di giorni fa" continuai istigata dalla risata cristallina della mia amica.
"Ma certo amore vai e divertiti" risposi con la finta voce di mia madre.
"Ah papà ho venduto la tua Lamborghini per comprami la cocaina".
"Non importa, mi amor, ne prenderemo un'altra" borbottai col vocione, non riuscendo a trattenere una risata.
"Oh Signorina Alex, lei ha sempre voglia di scherzare, eh?" sbottò una voce alle nostre spalle. Marie spuntò dalla camera adiacente con il cesto della biancheria pulita ed un'espressione di rimprovero sul volto.
"Marie, semmai i miei dovessero ricordarsi di avere una figlia e chiamassero in mattinata, puoi ricordare loro di ricaricare la mia carta di credito? Ah e dì a papà che mi manca molto" dissi distratta "L'ultima volta che gliel'ho detto era in Francia e, due giorni dopo, mi ha mandato un corriere espresso con una collana che veniva direttamente dalle vetrine di Cartier"
spiegai divertita a Nicky che scosse la testa sorridendo.
Salimmo nella mia Tesla bianca chiudendo in sincronia perfetta i rispettivi sportelli, infilai la cintura ed abbassai gli occhiali da sole sul naso mentre Nicky apriva lo specchietto per controllare che la sua coda di cavallo fosse in ordine, come prevedeva il codice delle Cheerios.
Misi in moto facendo retromarcia nel vialetto e la mia amica allacciò la sua cintura ed allungò le gambe sul cruscotto.
"Giù i piedi" ringhiai. Lei sbuffo sonoramente obbedendo. Era un vizio che non riuscivo a farle togliere eppure sapeva che tenevo a quell'auto come se fosse una figlia.
Nessuna delle due parlò finché non arrivammo nel parcheggio della scuola, fermai l'auto al solito posto.
"Sei pronta?" soffiò la mia amica senza guardami.
"Io sono nata pronta Nichols" sbottai beffarda.
"Posso chiederti un favore?" disse voltandosi verso di me.
"Spara"

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