Cap. 48

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Mano nella mano si dirigono a recuperare la Vespa. "Allora, giudizi?" chiede Daniel sbirciando verso Mina con la coda dell'occhio. "Daniel sono senza parole. Il posto era spettacolare e le pietanze – ed il vino – buonissimi", commenta estasiata stringendo la mano del pilota. "E la compagnia?" chiede lui ancora, girandosi a fissarla con un angolo della bocca sollevato. Mina ride, arrestando la sua andatura a pochi passi dalla Vespa. "Senza ombra di dubbio è stata la parte più bella", dice sorridendo ampiamente. Daniel, che sembra soddisfatto della risposta, prende il volto di Mina fra le mani e le posa un bacio leggero sulle labbra. "Torniamo a Monaco", le sussurra poi.

Una volta in sella ripercorrono la strada a ritroso. Daniel guida con attenzione e senza fretta, cosa che permette ai due di godersi il panorama. Mina si stringe forte al corpo del pilota, cercando di imprimere quanto più possibile nella memoria ogni sensazione, ogni attimo. Tipo quello che era accaduto adesso: erano fermi ad un semaforo e Daniel aveva tolto una mano dal manubrio per poggiarla su quella della ragazza. Era un gesto istintivo, non elaborato. Le stava semplicemente accarezzando le dita. Eppure, era un gesto carico di intimità. Paradossale, se si considerano i pochi giorni da cui si conoscono. Però l'intesa era stata immediata. Erano perfettamente a proprio agio in compagnia dell'altro. Quando il semaforo diventa verde e Daniel si rimette in marcia, Mina si stringe a lui un po' più forte. Il cuore le batte all'impazzata per la felicità. Non ricorda nemmeno l'ultima volta in cui si è sentita così.

Daniel, nel ripartire al semaforo, sente la stretta di Mina intensificarsi. Si morde il labbro sorridendo, mentre sente il cuore accelerare il ritmo. Era da un po' che non si concedeva una chance in amore ed in quel momento, a bordo della sua amata Vespa 50 per le strade di quella che era ormai la sua seconda casa, col vento serale in faccia ed una ragazza splendida quanto dolce ed interessante stretta a lui, si sente leggero. Solo in un secondo momento riconosce a quella leggerezza un altro nome: è felicità.

Daniel si ferma in una piazzola di sosta nei pressi della zona portuale dove si erano incontrati quel pomeriggio. "Ti va se facciamo due passi e prendiamo qualcosa di fresco da bere?" chiede prima di spegnere il motore.

Fianco a fianco camminano lungo la banchina del porto, scherzando e prendendosi in giro a vicenda. Non faceva eccessivamente caldo, anzi. Mina si era sfilata la giacca solo per poggiarsela poco dopo sulle spalle. Daniel aveva le mani in tasca e scrutava i vari locali aperti per scegliere dove fermarsi a comprare da bere. "Io ho solo una richiesta", esclama Mina. "Che sia qualcosa di analcolico". "Il mio intento non è quello di riportarti a casa ubriaca", le risponde Daniel dopo una risata. Mina sorride, fissandosi i piedi mentre continuano a passeggiare. Per un po' nessuno dei due dice nulla. Finalmente decidono di fermarsi ad un bar dove, nell'indecisione, scelgono di prendere due granite. Quando escono dal locale Mina si lascia andare ad una profonda risata. "Cosa c'è?" le chiede Daniel ridendo a sua volta, contagiato dal divertimento dell'italiana. "No, niente..." prova a parlare Mina. "È solo che mi fa ridere la situazione. Due adulti che escono da un bar con un bicchiere di granita fra le mani". "Beh, cosa c'è di male?". "Oh, niente! Assolutamente. Ma, se ci hai fatto caso, la famiglia che era in coda dopo di noi ha preso esattamente la stessa cosa per i bambini". Daniel alza le sopracciglia riportando lo sguardo all'entrata del bar. Effettivamente, sull'uscio erano fermi una coppia di adulti con due bambini: un maschietto ed una femminuccia. Dovevano avere circa sette e quattro anni ed entrambi avevano fra le mani un bicchiere stracolmo di granita alla fragola. "Forse non siamo così adulti come sembriamo", esclama Daniel riportando lo sguardo su Mina.

I due continuano a passeggiare, costeggiando le varie imbarcazioni ormeggiate. "La barca che abbiamo preso oggi è ancora qui?". Daniel scuote la testa in risposta. "Quella l'ho noleggiata per l'occasione, è ritornata dai suoi proprietari", spiega. "Però la barca con cui esco di solito, con Louis, è proprio lì", dice indicando una delle imbarcazioni non molto distanti da loro. "Vuoi salirci?". Mina osserva Daniel senza nascondere l'entusiasmo. "Però questa non posso fartela guidare", dice scherzando, prima di prenderla per mano.

"Dopo di lei, signorina Massaro", dice Daniel indicandole l'imbarcazione. Mina si sfila i sandali e, sorretta dal pilota, mette piede sulla barca. Lo aveva già notato quando aveva salutato Louis quel pomeriggio: questa era di molto più grande rispetto a quella su cui avevano viaggiato. Cautamente passeggia lungo il corridoio esterno, fino a raggiungere la prua. Si regge ad una delle corde tese che scendevano dai rami delle vele ed osserva il calmo specchio d'acqua davanti a lei. La luna era alta e si rifletteva su di esso. Lo stesso facevano le luci gialle dei lampioni della banchina. La zona portuale fortunatamente non era mai eccessivamente affollata, in quanto esterna alle vie del centro che, al contrario, risultavano ai turisti molto più ricche di intrattenimento. Daniel si avvicina silenziosamente a Mina, fermandosi alle sue spalle. Le scosta delicatamente i capelli dalla nuca, portandoli tutti da un lato, e le posa un lungo bacio sul collo. Brividi percorrono la schiena della ragazza che sospira silenziosamente. Si inumidisce le labbra per poi deglutire. Alla penombra, lontani dalle persone e dalla strada, la situazione risultava più eccitante di quello che doveva essere. Del tutto inaspettatamente Daniel si allontana da lei. Mina si gira, confusa. "Vieni, ti faccio vedere un'altra cosa", dice sorridendo, stendendo una mano verso di lei.

Mina afferra la mano del pilota, seguendolo. Ripercorrono la strada a ritroso per arrivare all'ingresso della cabina di pilotaggio. Mina si guarda attorno, osservando l'immenso quantitativo di tasti, leve e pulsanti del quadro di comando. "Beh, è decisamente diversa da quella che abbiamo guidato stamattina", constata. Daniel, alle sue spalle, ride. D'un tratto un cigolio fa voltare Mina. Daniel aveva aperto quella che era una sorta di porta sul pavimento dell'imbarcazione, che dava accesso a quella che doveva essere la sottocoperta. Daniel, dopo aver fatto un occhiolino all'italiana, inizia a scendere all'interno dell'imbarcazione. In pochi svelti passi Mina raggiunge l'apertura, affacciandosi ad osservare al suo interno. Daniel solleva lo sguardo verso di lei e, con un gesto, la incita a scendere. Mina, dunque, si sfila la giacca dalle spalle e la poggia sul ponte della barca. Con leggero timore si aggrappa alla scala interna, cercando di non inciampare nei lunghi pantaloni. Tuttavia, i timori della ragazza sono presto spazzati via dal fatto che Daniel, non appena gli era stato possibile, l'aveva retta per i fianchi fino a che non aveva sceso l'ultimo gradino.

La stanza sottocoperta era a dir poco meravigliosa. Certo, piccola, ma meravigliosa. Ai due lati del corridoio centrale erano posizionati due letti singoli ricoperti da lenzuola a righe bianche e blu. In fondo, tra le testate dei due letti, c'era un piccolo comodino, mentre alla sinistra della scala c'era una porta che dava sul bagno. Mina si guarda attorno estasiata. "Daniel, è bellissima!" commenta voltandosi verso di lui. "È vero. Mi è costata una piccola fortuna, ma la adoro. E poi Louis me la tiene che è una meraviglia", commenta il pilota sedendosi su uno dei due letti. Mina dà un'altra occhiata attorno, sorridendo, e si avvicina poi all'australiano. Con una mano gli accarezza dolcemente il viso, mentre Daniel la attira verso di sé, facendola posizionare fra le sue gambe. Con le mani sui fianchi della ragazza volta leggermente il viso, andando a baciare il palmo della mano che lo stava accarezzando. Solleva poi il volto per incrociare gli occhi di Mina, che lo osserva con uno sguardo carico di dolcezza. La attira ancora un po' a sé per abbracciarla, poggiando la testa all'altezza del suo stomaco. Mina affonda le mani nei suoi capelli, giocherellando con i suoi ricci. Per un attimo che sembra infinito restano così, stretti l'uno all'altra, fino a che Daniel non rompe il silenzio.

"Ti va di salire da me?".

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Angolo dello scrittore

Come promesso, ce l'ho fatta! Non vi fanno una tenerezza infinita questi due? Perché a me sì 🥹

Buona Vigilia e Buon Natale! 🎄🎅 Noi ci rivediamo al capitolo di giovedì! ❤️

Cliché // Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora