Cap. 29

130 2 0
                                    

Daniel fissa per qualche secondo il bicchiere che tiene tra le mani, prima di mandare giù l'ultimo sorso dell'ottimo rosè che aveva stappato Louis. Il pilota aveva passato gli ultimi tre quarti d'ora a spiegare allo skipper cosa gli frullasse per la mente: le preoccupazioni per il futuro, miste all'eccitazione di essere tornato ufficialmente in pista; il rimuginio sulle vicissitudini lavorative, che avevano compromesso alcune delle sue relazioni personali, incrinandole inesorabilmente; le difficoltà a focalizzarsi su qualcosa che non fosse prettamente finalizzato al rientro a lavoro. Ed ancora, gli ammonimenti di Max e la paura di concedersi una pausa da tutto. Louis lo fissa attentamente, pesando con cautela tutte le informazioni che aveva ricevuto. Solo dopo qualche minuto di silenzio da parte del pilota, segno che aveva ormai terminato di dire ciò che voleva, l'uomo decide di parlare. Si prende qualche altro secondo per sistemarsi sulla panca su cui siede, poggia le braccia sul tavolo e si inclina leggermente verso il ragazzo. Daniel, con lo sguardo nascosto dalla visiera del berretto, stringe le dita attorno al gambo del calice ormai vuoto. È teso, ma allo stesso tempo impaziente di ascoltare cosa ne pensa l'uomo. "Quindi, se ho capito bene, da un lato è preoccupato (e allo stesso tempo emozionato) per il suo ritorno ufficiale in griglia. Sente addosso la pressione delle aspettative del suo team, del sistema mediatico, ma soprattutto di quelle che ha su sé stesso". Daniel annuisce, con un leggero movimento del capo. "Dall'altro, si ritrova a rimuginare sul passato, incolpando (anche) sé stesso per delle situazioni spiacevoli che si sono venute a creare. Chiedendosi ad oggi come sarebbero le cose se avesse agito diversamente", continua Louis. Daniel inspira a pieni polmoni, per poi accasciarsi contro lo schienale della sedia mentre espira profondamente. Socchiude gli occhi per qualche secondo e, quando li riapre, trova finalmente il coraggio di guardare l'uomo negli occhi. Con un altro leggero cenno del capo, annuisce per la seconda volta. Louis mima l'espressione del ragazzo ed incrocia poi le mani, poggiandoci sopra il mento. "Da un lato l'ansia per il futuro, dall'altro il rimpianto del passato", riassume più tra sé e sé Louis. A quelle parole Daniel affonda il viso tra le mani, stremato dal confronto con i suoi stessi pensieri. Lo skipper lo fissa attentamente, cercando con cautela le parole più adatte. "Eppure, in mezzo a questi discorsi, manca una parte importante", inizia. Daniel abbassa leggermente le mani, per liberare il suo sguardo, e con espressione dubbiosa e sconfortata attende che l'uomo prosegua. "Dov'è il suo presente, Daniel?".

Il pilota solleva le sopracciglia in un'espressione stupita. Lascia scivolare le mani sulle sue gambe e le segue con lo sguardo. "Il futuro non possiamo controllarlo, quindi è solo controproducente bloccarsi in un ciclo di pensieri intrusivi. Non avrà mai la certezza di cosa realmente accadrà. Lei sta facendo del suo meglio e, questo, è ciò che conta", prosegue l'uomo. "Per quanto riguardo ciò che è già successo... Beh, può arrivarci da solo. E poi è troppo giovane per vivere nel rimpianto, se lo lasci dire", termina con un sorriso affettuoso. A quelle ultime parole anche Daniel abbozza un sorriso, giocherellando con le sue dita. "Dunque, pensa che ora possiamo passare al vero problema che la affligge?" chiede Louis con fare indagatorio. Daniel solleva di scatto la testa per riportare lo sguardo sull'uomo. Di nuovo gli occhi spalancati in un'espressione stupita. Non riesce a capire a cosa si riferisca. Louis, dal canto suo, si passa una mano sul volto emettendo un verso stanco. Sembra un genitore all'ennesimo tentativo di far comprendere un problema di matematica al figlio. "Sbaglio, o dovevamo parlare della sua situazione sentimentale?". Daniel inclina leggermente la testa all'indietro, lasciandosi sfuggire un "oh, yeah...". "Da dove comincio?" dice grattandosi la nuca con imbarazzo. Louis dà uno sguardo all'orologio che ha al polso: segna le 16:24. "Da dove vuole, abbiamo ancora tempo".

"Senta Daniel, a me sembra che lei ci provi gusto a complicarsi la vita. O, quantomeno, a crearsi problemi inesistenti", sbotta leggermente infastidito Louis. Era passata una mezz'oretta e Daniel aveva raccontato all'uomo nel dettaglio come e perché la sua ultima storia importante fosse andata a rotoli. Successivamente si era concentrato su quello che era successo negli ultimi mesi, spiegando che tra il rammarico per la chiusura della relazione e il buttarsi a capofitto nel lavoro non si era aperto a nessuna nuova conoscenza. Ciò ha portato il discorso ai recenti giorni scorsi e a quella ragazza italiana che aveva riacceso il suo interesse. Daniel risponde alla reazione dell'uomo con una fragorosa risata. Sapeva che per far perdere le staffe a Louis bisognava davvero impegnarsi. Tuttavia, sapeva anche che l'uomo nutriva un grande affetto nei suoi confronti, quindi la sua improvvisa mancanza di pazienza poteva solo divertirlo. "Ma come! Quali sarebbero questi 'problemi inesistenti'?" chiede, con ancora un enorme sorriso sulle labbra. Lo skipper allarga platealmente le braccia prima di parlare. "Mi faccia capire. Lei chiude una relazione in maniera sofferta. Si concentra sul lavoro, che le ridà soddisfazioni. Ora è in vacanza, conosce una bella ragazza che suscita il suo interesse e lei che fa? Si riempie la testa di domande inutili". "Sì ma, e se ...", inizia Daniel, che però viene interrotto da un gesto spazientito dell'uomo. "E se, e se, e se ..." gli fa il verso. "Mi ascolti Daniel. Se ciò che la blocca sono tutti quei discorsi che mi ha fatto prima, le dico io che sono tutte conneries". "Louis!" lo ammonisce Daniel, comprendendo perfettamente stavolta. "È colpa sua, che mi fa innervosire", conclude lo skipper agitando una mano, mentre si accinge a ripulire la tavola.

Daniel non si era mosso. Quando l'uomo aveva fatto ripartire l'imbarcazione si era limitato a girare leggermente la sedia per direzionarsi verso la prua. Doveva ammettere che la chiacchierata con Louis gli era servita. Sentiva le spalle rilassate ed il corpo più leggero. Si stiracchia leggermente, stendendo le braccia al cielo. La mente è libera, mentre inspira profondamente. Sorride all'orizzonte con le idee decisamente più chiare.

______________________________________________

Angolo dello scrittore

Holaa! Come state? Io totalmente in forze, mi sono ripresa fortunatamente. 

Allora, che dire. Ho amato questo capitolo, da cima a fondo. Mi sono resa conto che Louis è il mio alter-ego... Questa cosa mi fa ridere tantissimo. 

Spero in ogni caso che vi sia piaciuto entrare un po' nella psiche di questo Daniel Ricciardo, per come me lo immagino io. Non vedo l'ora di scrivere del suo prossimo incontro con Mina!

A proposito, per ciò che dice Louis in francese, "conneries" dovrebbe stare a significare "stronz*te". Se qualcuno di voi parla francese, può correggermi nel caso non sia così! 

Ultima cosa, lo so che tutti i miei personaggi sembrano alcolizzati... Ma qualcosa dovevano pur prendere dalla scrittrice...

Detto ciò, buon weekend a voi! Come sempre, a domenica <3

Cliché // Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora