"Ho pensato ad una cosa", dice Daniel mettendo in moto il mezzo. "Per il pranzo intendo. Prendiamo qualcosa da asporto e mangiamo sulla barca. Che ne pensi?". Mina sorride entusiasta mentre monta sul seggiolino. "Posso scegliere cosa mangiare?" chiede stringendo le braccia attorno la vita del pilota. "Ogni suo desiderio è un ordine", le risponde lui con voce suadente.
Il desiderio di Mina era quello di mangiare del sushi. O meglio, una poke. "Ah, ma tu hai la tua alimentazione da seguire, mi ero completamente dimenticata", dice di punto in bianco la ragazza, mortificata. "Tranquilla, è un pasto da comporre la poke. Posso facilmente trovare tutto quello che dovrei mangiare", la rassicura. Nella miriade di locali e ristorati che la offrivano come portata da menù Daniel conosceva un posto che, a detta sua, era tra i migliori della zona. Dopo circa un quarto d'ora parcheggiano fuori il locale. "Daniel, non possiamo parcheggiarci qui!" gli fa notare l'italiana. In effetti si trovavano su una stradina a doppio senso in salita che era sprovvista anche di marciapiedi. L'unica cosa che permetteva il transito dei pedoni erano le colonnine di distanziamento che ritagliavano un piccolo corridoio antistante i negozi. Ebbene, Daniel si era fermato proprio davanti la porta del locale, ostruendo praticamente il passaggio. "Ma ho messo le quattro frecce", si difende lui. Mina si arrende, smontando dal mezzo, ed insieme si dirigono all'interno del locale. "Mi chiedo a quanto possa ammontare una multa per divieto di sosta qui a Monaco..." dice fra sé e sé facendo ridere il ragazzo.
Dopo una breve consultazione del menù i due ragazzi compongono l'ordine per sé, più uno da portare a Louis. "Conosci bene i gusti di Louis", constata Mina mentre ripartono in direzione del porto. "Più o meno. Ma per lo più posso dire che so cosa non gli piace. Per il resto, qualunque cosa gli proponi, è tutt'altro che schizzinoso". "E cos'è che non gli piace? Ora sono curiosa", chiede la ragazza mentre sono fermi ad un semaforo. "Le zucchine. Non gliele nominare neanche", racconta Daniel col sorriso sulle labbra mentre le accarezza un ginocchio.
Quando arrivano nei pressi dell'imbarcazione Daniel suona ritmicamente il clacson per attirare l'attenzione dello skipper. Mina smonta dalla Vespa con disinvoltura e lascia il casco al pilota, che le passa invece la busta col loro pranzo. Pochi secondi dopo Louis sbuca dalla cabina di pilotaggio. "Ma buongiorno!" li saluta sorridendo. L'uomo indossava dei bermuda celesti ed una polo bianca, che contrastavano con la sua pelle abbronzata. Aveva le mani sui fianchi e fissava la coppia compiaciuto. "Mina tu inizia a salire. Io parcheggio la Vespa e vi raggiungo. Ci metto due minuti". L'italiana annuisce e, mentre il ragazzo si allontana, si sfila i sandali per salire a bordo. "Aspetti, dia a me qualcosa", le va incontro lo skipper. Mina ringrazia l'uomo che prima la aiuta con le borse e poi le da una mano a salire a bordo.
"Allora, che programmi avete per oggi?" chiede Louis mentre traffica nella cabina di pilotaggio. "Oh, non lo chieda a me", sorride Mina poggiandosi all'entrata della cabina. "Dovevamo soltanto pranzare... Ed eccoci qui", aggiunge allargando le braccia. Louis sorride come se la sapesse lunga. "Daniel è uno spirito libero. Adora le cose improvvisate, le sorprese..." racconta l'uomo. "È bello stargli attorno perché è pieno di vita. Lei non crede?". Mina incrocia le braccia e si fissa i piedi scalzi mentre il sorriso le si allarga. "Assolutamente".
Pochi istanti dopo intravedono Daniel che, correndo, si stava avvicinando alla barca. Con un agile salto sale a bordo, per beccarsi immediatamente dopo i rimproveri dello skipper. "Lo so, lo so!" dice alzando le mani. "Le tolgo subito!". Mina osserva la scena divertita e, dopo che Daniel si era tolto le scarpe e aveva subito ulteriori lamentele dell'uomo, propone ai due di pranzare. "Volete pranzare qui, accanto alla banchina portuale? Tanto valeva andare in qualche ristorante". "Cosa propone, Louis?". "Mon dieu! Salpiamo per lo meno, con una bellissima giornata come questa è uno spreco starsene ancorati al porto".
Detto fatto, pochi minuti dopo i tre salpano con destinazione non ben definita, dirigendosi verso ovest. Dopo aver riposto momentaneamente le poke nel piccolo frigo, Daniel raggiunge Mina che si era seduta a poppa dell'imbarcazione. "Aveva ragione Louis, aveva poco senso starcene al porto", dice cingendole le spalle con un braccio. "Sono d'accordo. E poi è così tranquillo in mezzo al mare", risponde accoccolandosi a lui.
Quando lo skipper ancora la barca in mare aperto si preparano finalmente per pranzare. "Louis, perché non si unisce a noi qui?" lo invita Mina. "La ringrazio signorina. Ma voi siete giovani, mentre io ho una certa età. Se mi siedo per troppo tempo col culo per terra non ha idea di quanto possa farmi male la schiena. E poi mia moglie chi la sente, per carità!". Inutile dire che Mina e Daniel scoppiano in una fragorosa risata. "Ha ragione Louis, non ci avevo pensato", dice la ragazza dopo un po', mentre si asciuga una lacrima. Lei e Daniel si erano sistemati sul ponte, dove avevano steso un telo da spiaggia. Mentre lo skipper si era seduto su una sedia, rivolto verso il mare, non molto distante da loro.
"Pensi gli stia piacendo la poke?" chiede Mina indicando l'uomo con un cenno del capo. Daniel lo fissa per qualche secondo, finché non decide di dargli voce. "Louis, le sta piacendo il pranzo?". Lo skipper si limita ad annuire mentre alza un pollice, cosa che sembra far capire che la pietanza era stata di suo gradimento. Daniel a qual punto sorride rivolto all'italiana. "Visto? Te lo avevo detto che conosco i suoi gusti", dice soddisfatto. "E ora posso dire anche di conoscere i tuoi", si vanta allungando un occhio nella vaschetta che la ragazza regge tra le mani. "Ah, sì?" lo stuzzica. "Certo!" risponde lui gonfiando il petto. "In primis ho notato che sei molto attenta quando mangi", dice poggiando a terra la sua poke quasi finita. "Non metti mai le posate in bocca senza aver osservato prima cosa stai per mangiare. Ispezioni attentamente il cibo, anche se lo fai in maniera discreta. Non mangi le bucce dei pomodori e scarti quasi sempre la mollica del pane...". Mina lo ascolta incredula, con le labbra socchiuse. "Sei estremamente golosa, ami il caffè e annusi sempre una portata prima di assaggiarla".
"Tu... Davvero hai notato tutto questo di me in questi pochi giorni passati assieme?". Daniel inarca le sopracciglia, confuso. "Perché, quanto tempo pensi serva? Basta osservarti, Mina". "No, è che..." ma non sa come continuare. "Scusa, hai ragione. Era una domanda stupida", dice scuotendo la testa. "Sono solo piacevolmente stupita", dice riportando lo sguardo su di lui. "Non sono abituata neanche a questo, che è una cosa così basilare ora che ci penso", aggiunge ridendo fra sé e sé, mentre Daniel la osserva intensamente. "Tu meriti questo tipo di attenzioni e tanto altro, Mina", dice dopo un po' accarezzandole il volto. "Io ti osserverei per ore col solo scopo di conoscere ogni tua sfaccettatura. Non dovresti accettare nulla di meno". La ragazza lo osserva mordendosi le labbra. "Ora lo so".
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Angolo dello scrittore
Questa giungla mi distrugge. Mamma mia, sono stanchissima. Perdonate il ritardo e la brevità dei capitoli (e qualche errore grammaticale nel caso). Come vi ho anticipato è un periodo bello pieno. Non so se sarò ancora scostante con le pubblicazioni, però voglio rassicurarvi di una cosa: non temete perché non ho la minima intenzione di abbandonare la storia. Seppur a singhiozzi ogni tanto, continuerò a pubblicare. Anche perché siamo a buon punto! Ma tranquille/i anche su questo, siamo lontani parecchi capitoli dalla conclusione.
Baci e a presto <3
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Cliché // Daniel Ricciardo
FanficQuesta storia nasce dal desiderio di leggerezza. A volte ciò di cui si ha bisogno è la spensieratezza. La capacità di lasciarsi andare e sperare che prima o poi tutto andrà per il verso giusto. "Cliché" si propone di regalare ciò, senza cadere nella...