Poiché l'atmosfera tra loro si stava surriscaldando, i due giovani decidono di dare un freno alle effusioni. Erano lì per trascorrere una serata in compagnia dopotutto. Di fatti, non ci volle molto prima che al club facessero la loro comparsa un paio di visi conosciuti: Lando e John, suo cugino. Mina si era spostata al bancone, raggiugendo gli italiani, mentre Daniel era andato incontro ai due inglesi. "Ehi mate!" dice Lando con fare allegro. "Sono contento che ci sia anche tu stasera. Ricordi mio cugino, John?". Daniel sorride e saluta affettuosamente i due ragazzi. "Come no! È un piacere rivederti, sei in vacanza qui a Monaco?". "Non esattamente. Devo essere a Milano fra un paio di giorni, quindi ho pensato di partire prima e venire a salutare il mio cuginetto", dice John stringendo le spalle del pilota affettuosamente.
La serata procede bene. La compagnia è ottima, così come la musica e il servizio. Giulia e Mina si erano anche buttate in pista, lasciando i discorsi ai ragazzi. Daniel era molto più vicino alla consolle, posto prediletto di Lando, mentre Tommaso era rimasto al bancone. Tra una chiacchiera e l'altra con i rispettivi amici però, non mancava che i due cercassero con lo sguardo le due italiane immerse nella folla danzante.
"Daniel non ti toglie gli occhi di dosso!" esclama Giulia avvicinandosi all'orecchio dell'amica. Mina ride mentre segue con lo sguardo il punto che la giornalista le stava indicando. Quando incontra lo sguardo di Daniel si morde le labbra sorridendo. Con fare provocatorio, ondeggia sfiorandosi i fianchi per poi dargli nuovamente le spalle. "Quindi le cose fra di voi stanno andando bene?" indaga Giulia. Mina annuisce scostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Daniel è un tesoro. Mi sembra di essere Giulia Roberts in Pretty Woman", sorride. Poco dopo Tommaso decide di unirsi alle danze. Per un po' i tre ballano divertendosi in cerchio, finché poi Mina decide di lasciare ai due amici un po' di intimità. Accaldata, si reca al bancone per chiedere un po' d'acqua. Siccome Michele era momentaneamente impegnato con altri clienti, una sua collega le si avvicina per servirla. Tuttavia, l'italiana ha appena il tempo di aprire la bocca prima che il bartender richiami l'attenzione della collega. Mina comprende poco il francese, ma intuisce che le abbia comunicato che sarebbe stato lui stesso a servirla. La ragazza, che a Mina risultava in qualche modo familiare, riporta lo sguardo su di lei e, sorridendo, si congeda con cortesia per servire una giovane coppia accanto a lei. Mentre attende che Michele si liberi, Mina lascia scorrere lo sguardo lungo la sala in cerca di Daniel. Non era più vicino a Lando, né altrove nelle vicinanze. A meno che non si fosse recato sulla pista da ballo, ma anche in quel caso, nonostante la calca, Mina era sicura che avrebbe potuto scorgerlo.
"Cerchi il tuo amico?". La voce di Michele le solletica l'orecchio. Mina sobbalza leggermente, voltandosi verso di lui. "In effetti sì. Lo hai visto per caso?" sorride. Il ragazzo, dopo essersi ritratto dal bancone, scrolla le spalle con noncuranza mentre inizia ad asciugare un bicchiere. "Cosa posso fare per te?". Mina si raddrizza sullo sgabello in modo da fronteggiare interamente il bar. "Ho una sete tremenda. Dell'acqua, per favore". Michele sorride alla richiesta dell'italiana, per poi girarsi e chinarsi ad aprire le ante della piccola cella frigorifero. Quando riemerge, solleva davanti a sé due bottigline. "Naturale o frizzante?". "Naturale".
Tra un cliente e l'altro Michele trova ogni scusa possibile per mantenere il contatto con Mina. Chiacchierano, le racconta qualche altro aneddoto divertente e le offre da bere, non facendosi problemi a brindare con lei. "Ma puoi bere sul lavoro?". "E' proprio il bello di questo mestiere", risponde facendole un occhiolino, prima di mandare giù uno shot di tequila. "Non ascoltarlo, lo fa solo quando deve far colpo su qualche ragazza". A parlare era stato un suo collega dal forte accento sardo, che dopo si era conquistato una pesante pacca sulla schiena. Tra una chiacchiera e una dose di alcol, Mina continuava a guardarsi attorno: ancora nessuna traccia di Daniel. Controlla il cellulare, ma anche lì nessun messaggio. Tentenna, indecisa se scrivergli, ma alla fine decide di evitare. Dopotutto, sapeva dove trovarla. Non si era spostata di molto e dal punto in cui era seduta poteva perfettamente osservare la coppia di amici che si scambiava effusioni danzando. "Com'era il drink che ti ho mandato al tavolo prima?". Mina riporta lo sguardo sul bartender, intento a trafficare con le bottiglie di alcolici per preparare un drink ad una stupenda ragazza nera a pochi passi da lei. Si passa una mano fra i capelli per ravvivarli e sorride. "Davvero buono, anche se non era quello che avevo chiesto". Michele scuote la testa. "Il Mimosa non è un drink da club". Mina solleva un sopracciglio inclinando leggermente la testa. "The audacity..." si limita a dire. Michele ride genuinamente, sorpreso. "Hai ragione, scusa. Ma mi sono permesso di cambiarlo a mio gusto, ma solo perché sapevo avresti gradito". Con quelle parole il ragazzo sussurra qualcosa al collega sardo, per poi mettere sul bancone un piattino con alcune fette di lime e del sale. Infine, curvando un angolo della bocca e con gli occhi fissi in quelli di Mina, rivela l'ultimo pezzo del puzzle: una bottiglia di tequila. Mina solleva il gomito sul freddo marmo e poggia il volto sul palmo della mano, confusa. Non capisce dove il ragazzo voglia arrivare, finché non lo osserva fare il giro del bancone per prendere posto accanto a lei. "Sono in pausa", esclama con un guizzo divertito negli occhi.
"Oh, no signorino. Scordati che bevo ancora!" risponde Mina inclinandosi leggermente all'indietro. Michele solleva le mani, deluso, per poi riempire il suo bicchiere. "D'accordo. Allora facciamo così: io bevo e, nel frattempo, tu mi racconti un po' di te". Detto ciò, solleva il bicchiere in direzione di Mina, lo inclina leggermente come ad indiare un brindisi immaginario e butta giù d'un sorso il liquido trasparente. Per qualche secondo si osservano, in silenzio. La musica rimbomba alta, mista al vociare degli altri ospiti del locale. Mina si sfiora le labbra con un dito, riflettendo. Il suo sguardo guizza verso destra, sulla pista da ballo: Tommaso e Giulia erano ancora lì, immersi totalmente nell'atmosfera. Scansiona poi rapidamente poi il resto della sala, nella vaga speranza di intercettare il pilota. Inizialmente non ci fa caso, ma quando posa lo sguardo sul fondo della sala, esattamente nel punto in cui questa curva attorno il bancone posizionato centralmente ad essa, lo vede. Si sporge leggermente in avanti per osservarlo da sopra la spalla di Michele. L'abbozzo di sorriso che le stava comparendo sul volto si smorza rapidamente, mentre sente un improvviso vuoto alla bocca dello stomaco. Daniel poggiava con una spalla alla parete, braccia conserte, e conversava allegramente con una ragazza. Mina assottiglia gli occhi per osservarla meglio. Gambe chilometriche, miniabito paillettato e coda biondo platino: una barbie, praticamente. Era disgustosamente palese che ci stesse provando con lui. Anche da quella distanza avrebbe giurato di vederla sbavare, mentre continuava ad arrotolare ciocche di capelli attorno alle dita. "Cos'è che stai guardando?" chiede infine Michele, voltandosi a guardare cosa ci fosse di così interessante alle sue spalle. "Nulla, tranquillo", dice richiamando la sua attenzione. "Solo una scena abbastanza rivoltante". Michele non era riuscito ad individuare l'oggetto d'interesse di Mina, ma poco gli importava, perché adesso la ragazza sembrava decisamente intenzionata a stare al suo gioco. "Sai, ho cambiato idea. Offrimi un altro giro", gli dice spingendo il bicchiere vuoto verso di lui.
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Angolo dello scrittore
Ebbene sì, sono viva. Spero abbiate trascorso delle piacevoli vacanze. Purtroppo vi confesso che avevo un po' perso l'ispirazione, nonostante la trama sia tutt'ora ben definita nella mia mente. Comunque, ho ripreso ufficialmente. Erano sempre nei miei pensieri Mina e Daniel.
A presto, XOXO.
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Cliché // Daniel Ricciardo
FanfictionQuesta storia nasce dal desiderio di leggerezza. A volte ciò di cui si ha bisogno è la spensieratezza. La capacità di lasciarsi andare e sperare che prima o poi tutto andrà per il verso giusto. "Cliché" si propone di regalare ciò, senza cadere nella...