"Mi avevi detto che non dovevo vestirmi formale!" dice Mina dando un buffetto al braccio di Daniel, facendolo sorridere. "Dicevo sul serio!" si difende lui. "Non preoccuparti, sei perfetta", aggiunge posandogli un bacio sulla guancia. Le fa poi cenno di accomodarsi, seguendola. Mina si sfila la giacca e la poggia alla sua destra assieme alla borsa. Ammira con occhi spalancati la meravigliosa vista notturna davanti a loro e lascia guizzare lo sguardo all'interno della sala. Daniel, col gomito sul tavolo, poggia il mento sulla mano e la osserva soddisfatto. Dopo essersi divertito ad osservare le espressioni stupite dell'italiana, ne approfitta per guardare interamente la sua figura. Quando l'aveva raggiunta al Café de Paris era rimasto subito folgorato dalla luminosità del top che indossava, ma la presenza di Michele lo aveva totalmente distratto da tutto il resto. Nel ricordare la figura del bartender accanto a Mina, Daniel inarca le sopracciglia mentre mordicchia l'unghia del mignolo. Prontamente però scaccia quei pensieri intrusivi, riportando il suo focus sulla figura dell'italiana. Il top che indossava aveva lo scollo all'americana: si allacciava dietro al collo e le lasciava spalle e schiena scoperte. Proprio come l'abito che indossava venerdì sera. Lascia scivolare lo sguardo verso il basso osservando il pantalone a palazzo nero, di un tessuto morbido e scivoloso. Il completo le stava d'incanto e metteva in risalto il suo fisico a clessidra. "Avrei dovuto fare la piega", si lamenta d'un tratto Mina portandosi i capelli tutti da un lato, per poi torturarli fra le mani. Daniel poggia una mano su quelle della ragazza, bloccandole dolcemente. Con l'altra gli sistema un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e, con decisione, le dice: "Ehi. Sei stupenda, non hai motivo di sentirti a disagio". Mina si morde un labbro, sorridendo, ed annuisce. Sospira sollevata perché capisce che Daniel pensa davvero ciò che ha detto.
"Quindi, come funzionano le cose qui? C'è un menù da visionare o è tutto a sorpresa?" chiede poi. "Ho prenotato una degustazione. Ho dato carta bianca allo Chef. Spero sia di tuo gradimento", risponde emozionato il pilota. Poco dopo il maître si riavvicina a loro portando un'entrée di benvenuto con due calici di prosecco.
"Hai la schiena leggermente arrossata", constata Daniel sfiorando la pelle della ragazza. Il tatto del pilota è leggero, ma basta per provocarle la pelle d'oca. Mina accavalla le gambe sorseggiando il suo prosecco, cercando di ritrovare un contegno. Si schiarisce poi la voce prima di parlare. "È una sciocchezza, sono sicura che domani non si vedrà neanche più". "Mhmm", si limita a rispondere Daniel mentre ha lo sguardo ancora fisso sulle spalle della ragazza. Con le dita inizia a disegnare piccoli cerchi sulla sua pelle. Mina deglutisce, col cuore ormai a mille. Daniel era seduto a pochi centimetri da lei, il suo profumo la avvolgeva totalmente ed in quel completo era più sexy che mai. "Daniel", dice poggiando una mano sul ginocchio del ragazzo, richiamando la sua attenzione. "Se continuiamo di questo passo mi sa che la cena la saltiamo". L'australiano la fissa negli occhi per qualche secondo, sbattendo le palpebre più volte. Quando l'intuizione lo colpisce ride di gusto, anche se imbarazzato. "Non posso neanche sfiorarla, signorina Massaro?" le dice poi con spavalderia, dopo essersi ricomposto. "Oh, certo che può Mr. Ricciardo. Ma non garantisco di comportarmi per bene in quel caso", flirta di rimando.
Quando la coppia ha finito di assaporare l'entrée uno dei camerieri serve la prima portata, mentre il maître si avvicina mostrandogli una bottiglia di vino. Gli occhi di Mina si spalancano per l'ennesima volta, mentre scorrono dalla bottiglia al pilota e viceversa. Daniel non trattiene invece l'ennesima risata. Anche il maître sorride divertito mentre prosegue a stappare la bottiglia, per poi versarla all'interno di un decanter particolarissimo a forma di granchio. Il motivo dello stupore di Mina era dovuto all'etichetta della bottiglia: "Ric Red". "Perdonerai il mio egocentrismo", dice il pilota. "Ma volevo che assaggiassi il mio vino". Gli occhi di Mina brillano. "Stai scherzando. È un onore Daniel", risponde semplicemente, riportando lo sguardo sul maître che nel frattempo stava versando il vino nei calici. "A cosa brindiamo?" chiede Daniel. Mina riflette qualche secondo. "Ad una vacanza da ricordare", esclama poi sorridendo prima di far tintinnare i loro calici.
STAI LEGGENDO
Cliché // Daniel Ricciardo
Hayran KurguQuesta storia nasce dal desiderio di leggerezza. A volte ciò di cui si ha bisogno è la spensieratezza. La capacità di lasciarsi andare e sperare che prima o poi tutto andrà per il verso giusto. "Cliché" si propone di regalare ciò, senza cadere nella...