Cap. 66

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Per fortuna Mina aveva riposto nella sua borsa il costume da bagno indossato quella mattina. Anche se l'abito che aveva messo era di un tessuto fresco era davvero impossibile starsene sulla barca senza concedersi una nuotata. Un'oretta dopo il pranzo era quindi andata a cambiarsi. "Lo sapevo che saresti sceso anche tu". Era in bagno intenta ad allacciarsi il pezzo di sopra del costume e, sentendo un rumore, si era affacciata per vedere Daniel scendere la scala che portava sottocoperta. "Il mio sesto senso mi diceva che avevi bisogno di aiuto con quello", dice ammiccando al costume della ragazza. Mina scuote la testa sorridendo. "Ha un sesto senso fenomenale mr. Ricciardo".

Mina fa qualche passo per raggiungere il pilota mentre assicura con entrambe le mani il costume al seno, dopodiché ruota su sé stessa per dargli le spalle. "Io lo lascerei così com'è comunque..." suggerisce lui mentre prende ad annodare i due laccetti dietro la schiena della ragazza. "Se non ci fosse stato Louis avrei preso la proposta seriamente in considerazione", risponde lei girandosi a fissarlo negli occhi. Daniel sospira. Inclina poi la testa all'indietro mentre emette un verso frustrato. "Ho capito. Prenderò la patente nautica...". Mina ride divertita risalendo verso il ponte, seguita a ruota dal pilota che non perde l'occasione di mordicchiarle scherzosamente una natica.

Per un po' prendono il sole, ascoltando Louis raccontare aneddoti della sua giovinezza: belle donne, feste importanti, la carriera militare. E, infine, di come aveva conosciuto sua moglie. Josephine era, a detta dello skipper, la donna più bella della Francia. Un amore a prima vista il loro o, per meglio dire, a primo ascolto. La donna era stata infatti una cantante abbastanza nota nel periodo a cavallo tra gli anni '80 e '90.

"E come ha capito che era quella giusta?" chiede Mina inclinandosi verso di lui, incuriosita. "C'è stato un evento in particolare che le ha dato quella certezza?". L'uomo sorride mordicchiandosi le labbra. Osserva il mare per diversi secondi, sicuramente perso nei ricordi. Daniel, che attende con impazienza il prosieguo del racconto, prende ad accarezzare dolcemente la schiena della ragazza che era seduta accanto a lui. "Una sera andai nel locale dove Josephine spesso cantava. Ero di pessimo umore poiché, quella mattina, avevo avuto un brutto diverbio col mio superiore dell'epoca", inizia a raccontare lo skipper. "Non avevo chiesto a nessuno dei miei colleghi di venire al locale con me quella sera. Volevo stare solo".

"Era sabato e, avendo la domenica di riposo, mi concessi un whiskey. Ricordo che avevo lo sguardo fisso sul bicchiere quando una mano delicata mi sfiorò la spalla. Era lei: bella come il sole, con un sorriso angelico sul volto. Mi accorsi solo in quel momento dell'espressione corrucciata che dovevo aver avuto su per tutto il tempo, perché quando la vidi il mio volto si distese. Sia dalla sorpresa che dal piacere. Non mi chiese se poteva accomodarsi al tavolo, lo fece e basta. Osservò il mio bicchiere e mi chiese: cos'è che ti turba, cherie?".

La risata dello skipper contagia la giovane coppia. "E lì ho capito. Mi ero innamorato di lei chissà quanto tempo prima, ma me ne sono accorto solo in quel momento. Ero andato lì, in quel locale, perché volevo stare con lei. Era l'unica con cui volevo parlare, l'unica capace di sciogliere il malessere che avevo dentro con un semplice sorriso". Louis guarda la coppia con gli occhi pieni di tenerezza e di un amore che non era mai appassito. "Tutto di lei mi fa star bene. Il suo profumo, i suoi occhi cerulei, i suoi abbracci..." sospira profondamente. "Quando sono con lei il mare non mi manca...", dice rivolgendo lo sguardo alla distesa d'acqua attorno a loro. "Perché è lei è il mio mare", conclude.

Mina stringe le labbra, commossa. Con una mano sfiora velocemente gli occhi lucidi per riportarli dopo sulla figura dello skipper. "Grazie per avercelo raccontato, Louis. Si percepisce quanto la ama ancora, nonostante siano passati anni da questo aneddoto". L'uomo annuisce, sorridendo, per poi sparire nella cabina di pilotaggio.

Cliché // Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora