Cap. 2

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Mina ci mette qualche secondo a realizzare ciò che l'amica le ha appena comunicato. Ha ancora un boccone in bocca, che si affretta a mandar giù, e il calice di prosecco in una mano. Sgrana gli occhi e schiarisce la voce. "Tu cosa!?". Giulia sorride a trentadue denti e scuote freneticamente la testa in modo affermativo. "Oh, mio dio", aggiunge in tono serio. Posa il calice sul tavolo e si dirige nella stanza adibita a dispensa. L'amica la segue con sguardo confuso e divertito, ma non domanda nulla. Poco dopo Mina la raggiunge con un'altra bottiglia di prosecco in mano. "Non accetto un no. Dobbiamo festeggiare. Non puoi darmi una notizia simile davanti a calici mezzi vuoti". Giulia ride di gusto, dandole prima dell'alcolizzata e poi rimangiandosi ciò che le aveva detto diverse ore prima al telefono, sull'essere tirchia con l'alcol.

Mina e Giulia sono amiche da una decina d'anni. Si sono conosciute in università, quando frequentavano la stessa facoltà. La seconda ha sempre avuto le idee chiare sul suo futuro: diventare una giornalista sportiva. Mina ha assistito ai suoi successi e gioito con lei dei suoi traguardi. Dopo la laurea ha conseguito un master in giornalismo e da lì, dopo tanta fatica e con tanta dedizione, sembrava essere sempre più vicina alla carriera dei suoi sogni. Va specificato che le due condividono la passione per i motorsport, in particolar modo per la Formula 1. Quando Giulia si laureò Mina le fece promettere che, nel momento in cui sarebbe diventata una famosa reporter sportiva, avrebbe trovato il modo di far accedere anche 'la sua amica squattrinata' al paddock.

"Io davvero non ho parole", commenta Mina per l'ennesima volta. Giulia ride asciugandosi le lacrime. "Davvero Mimi, sembri più sotto shock di me", commenta. Mina, dopo l'euforia iniziale, fatta di brindisi e congratulazioni calorose all'amica, si era accomodata di nuovo sulla sedia e sembrava stare realizzando solo in quel momento l'effettiva importanza della cosa. Fissava incredula il calice davanti a sé, con un sorrisino ebete stampato in faccia. Dopo il commento di Giulia sembra ridestarsi, spostando il focus dal bicchiere all'amica. "Cazzo, Giulia. Sono così fiera di te", si limita a dire. Giulia la guarda con espressione commossa e si alza per abbracciare ancora una volta l'amica. Dopo poco però Mina esordisce con un'esclamazione, come se si fosse appena ricordata qualcosa. Giulia scioglie l'abbraccio per guardare l'altra con espressione interrogativa. "Sbaglio, o mi hai detto che erano due le novità?".

La seconda novità ha rischiato l'apertura di un'ennesima bottiglia di prosecco, bloccata solo dalle preghiere di Giulia, preoccupata per il suo stomaco (oltre che per il suo fegato). "E poi la seconda bottiglia che hai aperto è ancora a metà!" aveva aggiunto come ulteriore scusante.

A quanto pare la ragazza un paio di mesi addietro, durante una trasferta di lavoro, aveva conosciuto qualcuno di interessante. La persona in questione lavorava come tecnico per un'emittente televisiva. Avevano scambiato qualche chiacchiera e, con la scusa di lavorare nello stesso settore, nonché di abitare in zone abbastanza vicine, si erano scambiati anche i contatti. Dopo varie chiacchiere e appuntamenti, sembrava che le cose andassero davvero bene tra Giulia e il misterioso 'operatore televisivo'.

La serata trascorre piacevolmente e, tra aggiornamenti di vita quotidiana e qualche piccolo pettegolezzo, anche la seconda bottiglia di prosecco giace ormai vuota sulla tavola.

Col passare delle ore le due ragazze hanno ben pesato di sposarsi su una seduta più comoda, abbandonandosi sul morbido divano, mangiucchiando Grisbì al cioccolato. "Lo so che non bisognerebbe ingerire zuccheri dopo aver bevuto alcol..." biascica Mina tra sé e sé, intontita più dalla stanchezza che dalla sbornia. Giulia ride spingendola con un piede. "Sei sempre la solita, finisci col corrompere anche me". "Smettila di lamentarti, nessuno ti ha costretto a mangiare i biscotti", risponde Mina ricambiando la spinta. "Resti a dormire da me, giusto?" aggiunge. "Ovviamente", risponde Giulia addentando l'ultimo biscotto.

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Angolo dello scrittore

Una cosa che ho dimenticato di menzionare è la questione della lunghezza dei capitoli. Per un po' di tempo sarà questa. Non so se in seguito, entrando nel vivo della storia, avrò necessità di allungarli. Detto ciò, non credo sia un male, anzi trovo che sia perfettamente in linea con l'intento di questa storia. Scrivere capitoli brevi non obbliga il lettore a dover dedicare eccessiva energia alla lettura.

Con la speranza di regalarvi momenti piacevoli, vi lascio i miei saluti.

A presto!

Cliché // Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora