Capitolo 1

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Il suono della sveglia mi fa spalancare gli occhi.

Ecco che inizia una nuova bellissima giornata. Mi aspettano solo sei ore di scuola, una sgridata di mia madre perché ieri sera ho fatto un casino, e un pomeriggio a studiare.

Già, davvero una bellissima giornata.

Il mio nome è Sheryl Smith, ed ho una pessima memoria; sono abbastanza magra, purtroppo bassa e ho dei fastidiosissimi capelli ricci color cioccolato dalle punte azzurre.

Forse, l'unica cosa che mi piace di me sono i miei occhi: sono più o meno azzurri, quasi grigi, e alla luce del sole si intravedono delle sfumature gialle.
Sono strani, i miei occhi.

Ho diciassette anni e ballo da quando ero piccola.

-Sheryl sbrigati, è tardi!- urla la voce squillante di mia madre dal piano inferiore.

Mugolo qualcosa di incomprensibile e mi costringo ad alzarmi dal letto. Mi trascino in bagno e guardo la mia immagine riflessa allo specchio.

I miei capelli sono fin troppo disordinati, e le profonde occhiaia che ho, sono il segno di una notte poco tranquilla. Le mie labbra sono secche e di un rosa troppo chiaro, già storte in una smorfia per il mio orribile aspetto.

Scuoto la testa lasciando perdere il resto del mio corpo imperfetto e mi preparo il più velocemente possibile.

Scendo le scale per arrivare in cucina dove mia madre mi guarda con una faccia quasi infastidita. Ma infondo non è cattiva, è solo che il lunedì mattina fa un brutto effetto a tutti.

-Finalmente! Stavo già salendo a chiamarti- E ora comincia...

-Smettila mamma- afferro un biscotto dal vassoio sul tavolo e prendo il mio zaino nero per poi metterlo su una spalla.

-Poi ne riparliamo signorina!- la ignoro salutandola con un semplice "ciao" e esco di casa.

Mi avvio verso la scuola camminando velocemente come il mio solito e attraverso l'odiato cancello grigio dell'edificio dello stesso colore. Intravedo i miei amici e li raggiungo.

-Ciao ragazzi!- dico sorridendo leggermente e ricambiano il saluto.

Ashton, Krystal, Calum e i miei cugini Michael e Alex.

Mi guardo intorno, cercando il mio migliore amico, ma non lo vedo.

-Luke?- chiedo e prima che qualcuno di loro possa parlare, due mani si posano su i miei fianchi e una risatina fin troppo familiare risponde alla mia domanda.

-Giorno piccola- dice lasciandomi un dolce bacio sulla guancia. Istintivamente sorrido e mi giro ritrovandomi a fissare i suoi occhioni azzurri.

-Ciao Luke- gli bacio la guancia, alzandomi sulle punte dato che è molto più alto di me, facendolo ridacchiare leggermente.

-Quando avete finito di sbaciucchiarvi, entrate che è già suonata- esclama Ashton ridendo e ricevendo un'occhiataccia da parte mia e del mio amico.

Entriamo e ci dividiamo raggiungendo ognuno la propria aula. Io e Alex siamo in classe insieme e fortunatamente anche compagne di banco, ma nonostante ciò, passo tutto il tempo a scarabocchiare frasi di canzoni e disegnini a caso sulla superfice ormai giallastra e rovinata del mio banco.

Suona l'ultima campanella e mi affretto a correre fuori da quella prigione per adolescenti insieme alla mia cugina rossa che fa lo stesso.

Vedo una testa verde sbucare tra le tante. Michael.

Mi incammino in quella direzione e, appena arrivo, un Luke che sembra preoccupato e divertito allo stesso tempo, mi viene incontro.

-Come l'ha presa tua madre?- mi chiede trattenendo una risatina nervosa, guadagnandosi una faccia curiosa da tutti gli altri.

Scuoto leggermente la testa prima di rispondere.

-Non ne abbiamo ancora parlato,ma credo proprio che oggi resterò a casa...e non sarà neanche colpa mia- dico rivolgendogli uno sguardo di fuoco. Infondo è colpa sua.

-No dai, non è poi così grave- sto per rispondergli irritata, ma Calum mi interrompe.

-Si può sapere di cosa state parlando?- chiede facendo annuire gli altri. Prendo un respiro e poi rispondo.

-Questo perfetto idiota- dico indicando il biondino al mio fianco- ha praticamente distrutto l'intera collezione di orologi di mio padre. Non che mi importi qualcosa di quegli stupidi oggetti, ma, non so per quale motivo, ci teneva cazzo!- dico rivolgendomi anche a Luke.

-Hey, è stato solo un piccolissimo incidente!- mi giro di scatto, fulminandolo con lo sguardo.

-Piccolissimo? Ma davvero?- dico facendo però scatenare una risata da parte degli altri per la piccola e anche stupida discussione tra me e Luke.

-Okay, forse, un pò hai ragione- dice grattandosi il collo.

-Io ho ragione- concludo e mi accorgo che la scuola è ormai quasi deserta e che siamo rimasti solo noi. Non ricevendo una risposta dal mio amico, parlo cercando di calmarmi.

-Okay, si è fatto tardi, ci sentiamo! Ciao ragazzi- saluto per poi cominciare a camminare, seguita da Luke. Le nostre case sono abbastanza vicine.

-E dai! Scusa, se vuoi ci parlo io con tua madre- dice camminando accanto a me.

-Non ti conviene, mia madre arrabbiata non è un bello spettacolo- e dico davvero.

-Dai! Non sarà poi così arrabbiata, infondo non abbiamo fatto nulla di grave- mi blocco e lo guardo con un sopracciglio alzato.

Quando si accorge di aver detto l'ennesima cazzata, ridacchia nervosamente prima di rimediare.

-Okay, ritiro quello che ho detto- scuoto la testa e riprendo a camminare mentre lui è ancora fermo.

Dopo qualche secondo, corre leggermente per raggiungermi.

-Comunque potrei seriamente parlarci io con tua madre e spiegarle che non è colpa tua- ripensandoci non è una cattiva idea. Nel frattempo siamo arrivati davanti casa mia.

-Entra, ma non fare guai- lo avviso prendendolo per la mano e trascinandolo davanti alla porta.

Proprio mentre prendo le chiavi, la porta si apre rivelando mia madre con le braccia incrociate.

Mi giro verso Luke, che fa lo stesso, e ci guardiamo negli occhi, prima che io stringa di più la sua mano deglutendo visibilmente.

Ecco, ora ci siamo.




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Hey :)
Questo è il primo capitolo, speriamo vi piaccia e che continuerete a leggere la nostra storia.

Un bacio, e alla prossima!

Sudden || Luke Hemmings ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora