Capitolo 7

170 15 10
                                    

-Luke, io vado- ci avvisa Liz prima di chiudersi la porta scura alle spalle e lasciarci soli.

-Che ora è?- chiedo sedendomi sul grande divano bianco al centro della stanza.

-Mmh..- guarda l'orologio appeso alla parete dietro di lui- le 20:30, hai fame?- conclude e io sto per rifiutare, quando penso che comincerebbe a fare domande, e alzo semplicemente le spalle.

-Okay, allora vado a prendere le pizze, dato che io e la cucina non andiamo molto d'accordo- ride e si avvicina alla porta.

Annuisco ridacchiando leggermente e lo vedo uscire dopo avermi rivolto un sorriso.

Mi guardo intorno e sospiro alzandomi.

Comincio a girare per il salotto guardando tutte le foto poste sulle mensole di legno scuro e lucido.

Mi è sempre piaciuto farlo, ricordare la mia infanzia.

Era tutto più semplice.

Pensare, mangiare, dormire.
Adesso non riesco a fare niente.

Senza accorgermene sto già salendo le scale, per vedere le altre.

Anche se le conosco praticamente a memoria.

Mi ritrovo nel corridoio scuro, senza fonti di luce.

Ho sempre avuto paura del buio.
Del vuoto, di non saper agire.

Una sensazione di paura si fa spazio lentamente nel mio stomaco.

Purtroppo è familiare.

Cerco con la mano l'interruttore della luce, ma non riesco a trovarlo.

Inevitabilmente i ricordi tornano a tormentare la mia mente e sento la voglia di piangere crescere dentro di me.

Già quand'ero piccola, 8 anni circa, ogni volta che si faceva sera, sentivo questa sensazione di terrore.

Così, senza motivo, cominciavo a piangere, quasi urlando.

Il mattino successivo, stavo bene.

Non sopportavo vedere film horror o gialli, avevo paura e di notte immaginavo succedesse a me.

Continuò così più o meno fino ai miei 12 anni, poi lentamente cominciò a farsi sentire solo la paura di stare male di nuovo.

Sembrava tutto così strano, impossibile.

A 15 anni tutto tornò con l'aggressione di James.

Ultimamente non mi era più successo, gli unici a sapere di ciò, sono Luke, mia madre e Alex.

Pensando a tutto questo, comincio a vedere tutto sfocato e non mi accorgo che sto già piangendo.

Sento i miei deboli singhiozzi, rimbombare nella casa vuota.

Sono rimasta immobile al buio per molto tempo, credo.

Tento di tornare indietro, per scendere in salotto, ma non riesco a girarmi.

È come se ci fosse qualcuno dietro di me.

Con uno scatto, comincio quasi a correre, come se mi stessero seguendo e sento dei passi dietro di me.
Ma so benissimo che è tutto nella mia mente.

Arrivo al divano dov'ero seduta poco prima e mi ci sdraio sopra, stringendomi le gambe, che hanno cominciato a tremare, come se mi stessi nascondendo.

L' unica luce accesa, è quella della lampada nell'angolo, e maledico Luke per non aver acceso quelle normali.

Non ho il coraggio di muovermi

Sudden || Luke Hemmings ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora