-Davvero?- chiedo divertita, mentre caminiamo verso la scuola, a passo piuttosto svelto.
Stiamo di nuovo arrivando in ritardo..
-Sì, mi è letteralmente caduta davanti- ripete ridendo e io lo seguo.
-Gli italiani sono strani, quindi..- rifletto ad alta voce e lui alza le spalle.
-Non tanto, semplicemente, non vedono australiani tutti i giorni- ridacchia e scuoto la testa.
-Non vedono giganti, tutti i giorni- lo correggo mentre attraversiamo il grigio cancello della scuola.
Lui sorride e mi passa un braccio sulle spalle, guardandomi dall'alto.
Mi guardo intorno, cercando i ragazzi, ma sono già entrati tutti.
-Luke, è tardi, dobbiamo andare- dico agitata quando mi attira a se per abbracciarmi leggermente.
-Entriamo alla seconda ora- sussurra e scuoto la testa contrariata.
-Non l'ho mai fatto a non comincerò adesso- affermo e lui sbuffa.
-C'è sempre una prima volta, Sher- recita a alzo gli occhi al cielo.
-Luke, andiamo- insisto ma si siede sul muretto accanto all'albero, ancora spoglio, del cortile.
-Ormai sono le 8:30, solo mezz'ora e suonerà la seconda ora, rassegnati, non ti faranno entrare- mi sorride vittorioso.
Mi avvicino imbronciata, e lo raggiungo appoggiandomi al muretto, con le braccia incrociate.
-È colpa tua- affermo dopo un pó.
-Cosa?- chiede stranito aggrottando le sopracciglia.
-Sí, se non fossi venuto a casa mia, io non avrei perso tempo- spiego girandomi verso di lui.
-Davvero avresti preferito un'ora di lezione?- chiede fingendosi offeso.
Annuisco sorridendo e lui scende dal muretto tirandomi per un braccio.
Sorrido prima di scontrarmi contro il suo petto. Mi avvolge la vita con le braccia e io mi stringo a lui.
-Era anche meglio di un abbraccio?- sussurra e io annuisco.
Si stacca e mi afferra il mento con una mano guardandomi negli occhi.
-Non ti credo- dice e io alzo le spalle.
Mi lascia un bacio a stampo e rabbrividisco, non ancora abituata al tocco delicato delle sue labbra.
-Okay, con questo si ragiona- lo prendo in giro e lui ride e mi bacia di nuovo.
-Hemmings, Smith! Che ci fate qui fuori?- una voce piuttosto adulta ci fa staccare di colpo.
-Non dovreste essere in classe?- ci riprende il professor Clark guardandoci sospettoso.
-Siamo arrivati in ritardo, entriamo alla seconda ora- spiega Luke togliendo lentamente la mano dal mio viso.
Il professore esita qualche secondo prima di annuire.
Imbarazzata, mi siedo sul muretto con un piccolo salto.
Luke mi guarda sorridendo timidamente e si siede accanto a me.
Il professore è sulla soglia della porta, mentre fuma una sigaretta.
Io e il biondo non spicciamo parola.
Guardo l'ora sul cellulare.
8:45Ancora un quarto d'ora e saremo dentro.
Improvvisamente la sua mano cerca la mia, e le nostre dita si intrecciano.