Capitolo 57

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Due giorni.

Sono passati due giorni, e Luke non mi rivolge la parola.

Ieri sono andata a casa sua, Liz mi ha detto che non c'era.

Sono tornata qui, non ho chiesto agli altri. Lui non dice mai come si sente.

Non mi risponde al telefono, non si fa vivo. Non so cosa gli stia prendendo.

Sto per tornare lí, devo capirci qualcosa.

Pochi minuti e sono davanti alla porta di casa sua. Busso.

Il ragazzo biondo e alto, apre la porta, il suo sguardo diventa più cupo.

-Luke..- mormoro guardando i suoi occhi blu, più scuri del solito.

Fa per chiudere la porta, ma mi infilo dentro casa sua.

Sbuffa dandomi le spalle.

-Si può sapere cosa ti prende?- chiedo spazientita.

Lo sento ridere leggermente.

-Cosa prende a me?- si volta lasciandomi vedere la sua espressione.

Sembra sorpreso, e deluso.

-Non sono io quella che sparisce per due cazzo di giorni- lo guardo dura negli occhi.

-So tutto, Sheryl, non hai più bisogno di mentire- abbozza un sorriso ironico.

-Ma cosa..- oh merda.

Schiudo le labbra, adesso ho capito.
Non doveva andare così.

-No, aspetta, ti pos-..- provo a dire qualcosa.

-"Ti posso spiegare"? Davvero? Sei caduta così in basso?- mi interrompe.

Il mio sguardo è fisso nei suoi occhi, poi lo abbasso.

-Io..tu non c'eri, e..- cerco di spiegare.

-E?- mi incita a continuare.

-Luke..- le lacrime, mi bagnano involontariamente il viso.

-Smettila di piangere- la sua voce, suona come un ordine.

Sembra anche infastidito.

Mi passo velocemente una mano sulle guance, il labbro mi trema mentre alzo lo sguardo.

-Ero distrutta..mi mancavi, e mi ero stancata di fare la vittima..mi ha soltanto accompagnato a casa- riesco a dire.

-E poi? Mi hanno detto che sei stata a casa sua..che siete usciti insieme- stringe i denti.

-Se per "uscire insieme", intendi parlare di te sotto il nostro albero, allora sí- deglutisco.
-Era in ospedale, poi è stato in un letto per settimane, gli ho solo fatto visita- concludo.

-Mi hai mentito per così tanto tempo? Non ci credo..- si porta le mani tra i capelli.

-Anche tu lo hai fatto- mi azzardo a dire.

-Ti ho già chiesto scusa, e non è stata una mia scelta- si gira di nuovo, fa un paio di passi.

-Anche io lo sto facendo- avanzo anch'io.

Rimane poco meno di un metro, tra di noi.

-Ma non capisci? Dopo essere stata da lui, lo stronzo che non osavo nominare per non farti soffrire, mentre tu fingevi, correvi tra le mie braccia- il suo tono è terribilmente deluso.

E ha ragione.

-Avevo paura che tu ti arrabbiassi..- confesso.

-Certo, adesso sono pieno di gioia- alza gli occhi al cielo.

Sudden || Luke Hemmings ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora