-Che cosa ci fai qui?!- strilla la bionda guardandomi male.
-È lei tua sorella?- chiedo a Hope, che se ne sta immobile con la schiena appoggiata alla parete.
Come ho fatto a non pensarci prima..
È ovvio che siano sorelle, o almeno, parenti lo sono senza dubbio.
La vedo annuire visibilmente sorpresa e imbarazzata.
-Allora? Me la dai una risposta?- mi riprende Susanne, avanzando di un passo.
-Intanto ti calmi, eh- sputo acida cercando di riprendermi dallo stupore.
Già devo sopportarla a scuola, poi me la ritrovo anche qui..
-È casa mia, posso cacciarti quando voglio- mi minaccia stringendo gli occhi color nocciola.
Ecco perché mi erano così familiari..
-Sono qui con tua sorella, e da quanto ne so, non è casa tua- le rispondo cercando di contenermi.
Dopo quel sogno la tollero sempre di meno. E poi è antipatica a prescindere.
-Mi meraviglio di te, sfigatella- si rivolge alla sorella minore, che abbassa lo sguardo.
Schiudo le labbra e sto per difenderla, ma mi interrompe.
-Anzi no, cosa potevo aspettarmi da te, se non una così?- continua finendo in una fastidiosa risatina.
-Smettila, non ti permetto di parlarle così- dico cercando di non prenderla a schiaffi.
Una così? Ma ti sei vista?
-È mia sorella, e la tratto come voglio- ribatte prima di allontanarsi, sculettando oscenamente nei suoi tacchi vertiginosi.
Ma da dove viene? Da una festa in discoteca?
Rivolgo il mio sguardo alla ragazza più piccola, che non ha ancora aperto bocca.
Tiene le mani sul viso mentre le sue spalle si scuotono continuamente, anche se in modo leggero.
La raggiungo velocemente, non voglio che stia male.
Sua sorella non merita le sue lacrime.Anzi, non merita neanche lei.
-Hope, ignorala- le dico con tono dolce mentre l'abbraccio piano.
I suoi signghiozzi di fanno leggermente più udibili.
Non riesco a credere che un essere così spregevole e superficiale, sia sua sorella. Non riesco a farmene una ragione.
-Non ascoltarla- insisto.
Anche se non conosco a pieno il loro rapporto, so che non è giusto essere trattati così. Chiunque sia.-Non ce la faccio più..- mormora sulla mia spalla.
La sua voce è tremante.
-È per questo che preferisco venire qui, ma a volte ci incontriamo lo stesso, e succede questo- continua e annuisco accarezzandole la schiena.
Voglio farle capire che ci sono.
Devo aiutarla.
-Hope, non piangere, non dimostrarle che è più forte di te- le dico e lei si stacca asciugandosi le lacrime.
Gli occhi sono gonfi, le guance rosse e bagnate, i capelli disordinati. È dolcissima anche così.
Le accarezzo una guancia facendole un timido sorriso.
-Puoi contare su di me, sono brava a picchiare- le faccio l'occhiolino e lei ride, asciugandosi gli occhi.
-Sei ancora qui? Smamma, mi serve casa libera..- sua sorella fa finta di guardare l'orario- adesso- sorride odiosamente dove aver parlato con la voce più fastidiosa che avesse mai usato.