Prologo

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Delle volte mi chiedo "perchè la gente tradisce? basta comunicare col partner cosa c'è che non va" ma quando il partner lo sa compiange se stesso quando in realtà non ha alcuna colpa. Non è colpa di nessuno ma l'azione ricade su tutti. "Elisa, sei pronta?" mi chiama mio fratello entrando senza bussare nella mia camera, o almeno in quella camera che per me sarà sempre casa mia. Annuisco silenziosamente, prendendo le mie ultime cose. Prima di chiudere quella porta guardo un'ultima volta la camera dove giocavo quand'ero piccola, dove piangevo quando volevo nascondermi, quelle pareti rosa sanno tutto, e se potessero parlare probabilmente mi chiuderebbero in psichiatria.

Mamma mi aspetta sotto, papà mi leva i bagagli dalle mani per caricarli in macchina "Io voglio restare con te" le dico abbracciandola. "Ci vedremo ogni giorno, te lo prometto, ma sai che non posso mantervi, sarebbe egoistico da parte mia tenervi con me".

"Inizierei a lavorare se può essere d'aiuto, io non voglio vivere con la compagna di papà".

"Lo so, tesoro," risponde mia madre, stringendomi con affetto prima di darmi uno sguardo triste. "Ma la tua felicità è importante. E non ti preoccupare per me, troverò un modo per farcela." Con un nodo alla gola, mi allontano da lei e mi dirigo verso l'auto, dove mio padre e mio fratello mi aspettano. Il cuore mi si stringe mentre saluto la casa che chiamavo casa.

Mio fratello mi guarda con occhi preoccupati mentre mi siedo accanto a lui. "Stai bene?" chiede con voce sommessa. Annuisco appena con la testa, incapace di trovare le parole per descrivere il groviglio di emozioni che mi attanagliano.

La strada verso la nuova casa è silenziosa, interrotta solo dal rumore del motore e dal mio respiro affannato. Guardo fuori dal finestrino, cercando di ignorare la sensazione di smarrimento che mi avvolge. "Sono sicuro che andrai d'accordo con Alice" afferma papà che cerca di interrompere quel silenzio tombale, interrotto solo dalla musica che Luca ha messo forzatamente "Ha anche un figlio poco più grande di te, magari vi conoscete"

"Chi ti dice che io voglia davvero conoscere quella puttana e suo figlio?" gli chiedo indispettita. Papà si irrigidisce al mio tono, e posso vedere il dolore nei suoi occhi mentre si sforza di mantenere la calma. "Elisa, per favore, non usare quei termini. Non è colpa sua se io e tua madre non siamo più insieme."

Mi mordo il labbro, pentita per averlo ferito, ma la rabbia dentro di me è ancora troppo forte per essere contenuta. "Non voglio conoscere nessuno. Voglio solo che le cose tornino come prima."

Mio padre mi guarda con tristezza, prima di accennare un sorriso forzato. "Lo capisco, tesoro. Ma dobbiamo adattarci alla nuova situazione. Magari non sarà facile all'inizio, ma dobbiamo fare del nostro meglio per andare avanti, tutti noi."

Ingoio a fatica il nodo alla gola, sapendo che ha ragione, ma ancora incapace di accettare questa nuova realtà. Rimaniamo in silenzio per il resto del viaggio, mentre la musica di Luca continua a suonare nel tentativo di riempire il vuoto tra di noi.

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