54. Mal di Stomaco

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Immersa nel brusio dei corridoi, ma il mio stomaco ribolle di nausea e ansia. Con passi incerti, mi dirigo verso il bagno più vicino, cercando un momento di sollievo dalla mia angoscia crescente. "Elisa, tutto bene?" chiede Giovanna con voce gentile, posando una mano preoccupata sulla mia spalla. Calo lentamente la testa, troppo nauseata per parlare. Mi affretto verso uno dei bagni, la mia mente annebbiata dal senso di disagio e malessere che mi attanaglia. Mi inginocchio davanti alla tazza del water, il mio stomaco ribellandosi con violenza contro il suo contenuto. Sento le braccia di Giovanna intorno a me, sostenendomi mentre il mio corpo si libera del suo peso. Una volta terminato, mi alzo lentamente, cercando di ritrovare la mia compostezza. "Ti senti meglio?" chiede l'amica con gentilezza, il suo sguardo pieno di preoccupazione mentre mi offre un sorriso di incoraggiamento "Dai, Elisa, hai mangiato qualcosa di sbagliato o stai per dare una sorpresa al mondo?" chiede scherzando, il suo tono leggero ma con un velo di preoccupazione. "Non escluderei nessuna possibilità ma spero vividamente sia stato il latte" rispondo sistemandomi. Giovanna annuisce con un'espressione comprensiva, ma i suoi occhi riflettono ancora una leggera preoccupazione. "Sono sicura che sarà solo un fastidioso malessere passeggero," afferma, cercando di tranquillizzarmi. "Ma se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi."

Uscendo dall'edificio della scuola, mi immergo nella bolgia di studenti che si riversano fuori dalle porte, cercando di non farmi notare da Vittorio. Il cuore mi batte velocemente mentre cerco di sfuggire al suo sguardo penetrante, sperando di passare inosservata tra la folla. Una volta fuori dal campo visivo del mio incubo, mi affretto verso la farmacia più vicina. Le mie mani tremano leggermente mentre apro la porta e mi avvio verso il reparto dei test di gravidanza. Il cuore mi batte forte nel petto, e la paura e l'ansia si fanno sempre più intense mentre scelgo con cura tre test diversi. Con le mani che tremano, mi avvicino alla cassa e pongo i test sul nastro, cercando di mantenere un'espressione neutra nonostante la tempesta di emozioni che mi travolge. Il commesso mi osserva con un'occhiata indifferente mentre passa i test attraverso il lettore "Sono €32" mi dice. Il commesso prende i soldi e mi porge lo scontrino, senza dire una parola di più. La mia mano trema mentre afferro i test di gravidanza e il resto. Torno a casa, cercando di mantenere la calma nonostante la tempesta che infuria dentro di me. Vittorio è seduto nel soggiorno quando entro, il suo sguardo si illumina di sollievo nel vedermi. "Dove sei stata? Non ti ho vista all'uscita," chiede con una nota di preoccupazione nella voce.

"Scusa, sono uscita un'ora prima e ho preso l'autobus con le mie amiche," rispondo con un sorriso teso, cercando di non tradire la mia agitazione. Le sue sopracciglia si sollevano leggermente, ma sembra accettare la mia spiegazione senza porre ulteriori domande.

"Va bene, mi preoccupavo," ammette, il suo tono morbido e gentile. Sento un'ondata di sollievo sfiorarmi, ma so che la mia verità è ben nascosta dietro una maschera di normalità. Ci sediamo a tavola per il pranzo in famiglia, ma l'atmosfera è tesa, carica di segreti e tensioni non dette. Papà sembra assorto nei suoi pensieri, il suo sguardo perso nel vuoto mentre mescola distrattamente il cibo nel piatto. "Come è andata a scuola oggi?" chiede Alice, cercando di rompere il silenzio imbarazzante. "Bene, tutto come al solito," rispondo con un sorriso forzato, cercando di nascondere la mia agitazione. Vittorio mi fissa intensamente, come se cercasse di leggere nei miei pensieri."Qualcosa non va?" domanda Alessandro, finalmente sollevando lo sguardo dal suo piatto. La sua voce è calma, ma c'è un'ombra di preoccupazione nei suoi occhi."No, tutto a posto," rispondo rapidamente, sperando di porre fine alla conversazione imbarazzante. Continuiamo a mangiare in silenzio, il rumore dei posate che battono contro i piatti è l'unico suono che riempie la stanza, mentre le nostre menti sono occupate dai pensieri inquieti e dalle emozioni sopite. Raggiungo la mia camera con un senso di oppressione che mi stringe il petto. Con mano tremante, apro il cassetto del comodino e nascondo i test di gravidanza tra le mie cose, sperando che nessuno li trovi. La mia mente è un turbine di pensieri confusi mentre mi siedo al mio tavolo per studiare, ma le parole sul libro sfocano davanti ai miei occhi, la mia concentrazione spezzata dalla paura e dall'incertezza.Forzo la mia mente a focalizzarsi sullo studio, cercando di mettere da parte le mie preoccupazioni per un momento. Ma ogni tanto il mio sguardo si posa sul cassetto, dove ho nascosto il segreto che potrebbe cambiare tutto.Continuo a studiare, ma la mia mente è altrove, imprigionata dalle domande senza risposta e dai timori che si agitano nel mio cuore. Alzo lo sguardo dal libro quando Vittorio entra nella stanza, una sensazione di ansia si diffonde dentro di me mentre mi sforzo di nascondere i miei pensieri turbolenti dietro una maschera di calma. "Tutto bene?" mi chiede con voce morbida, ma i suoi occhi scrutano il mio viso in cerca di segni di disagio o preoccupazione. "Sì, tutto bene," rispondo rapidamente, sperando di convincerlo della mia tranquillità. Ma il mio cuore batte furiosamente nel petto, tradendo la mia ansia interiore. "Sembri preoccupata, a pranzo non hai mangiato nulla" afferma. "Non sto bene di stomaco" confesso. "Allora stasera niente sesso" afferma dispiaciuto dandomi un bacio sulla fronte. Mi sento sollevata, dovrei fingermi malata più spesso "Ti porto una tisana" mi sorride poi. "Grazie," rispondo con gratitudine, mentre lo vedo allontanarsi dalla stanza. Il mio cuore continua a battere con frenesia nel petto, ma almeno per ora ho guadagnato un po' di respiro. Mi concentro sullo studio, cercando di mettere da parte i pensieri tumultuosi che mi assillano. La serata passa lentamente, tra i libri e le mie ansie nascoste nel cassetto accanto al letto. La luce fioca della lampada illumina la stanza mentre mi immergo nei libri, cercando di distrarmi dalle mie preoccupazioni. Il ticchettio dell'orologio sulla scrivania mi ricorda che il tempo scorre inesorabile. Improvvisamente, sento la porta aprirsi di nuovo e alzo lo sguardo, trovandomi di fronte a Vittorio che entra con una tazza fumante tra le mani. "Ecco la tua tisana," annuncia con un sorriso gentile, posando delicatamente la tazza sul mio tavolo "Non hai ancora finito?" mi chiede guardando i libri aperti. "Si, ma non mi sento tanto sicura" riposando sorseggiando la tisana calda. "Non preoccuparti, ho parlato con tuo padre e domani resti a casa" mi sorride. "E scommetto che resti anche tu" affermo. Lui annuisce con un sorriso compiaciuto, confermando le mie supposizioni. Vittorio si avvicina lentamente, il suo sguardo intenso brilla di desiderio mentre chiude i miei libri con gesto deciso. Poi, con un movimento fluido, mi prende dolcemente in braccio, facendo scivolare via la tuta con delicatezza. Il contatto della sua pelle contro la mia mi fa rabbrividire, una miscela di desiderio e apprensione che mi avvolge in un vortice di emozioni contrastanti. "Avevi detto niente sesso" sussulto. Il calore del suo respiro sulla mia pelle nuda mi fa fremere mentre Vittorio mi bacia con passione. Poi, con cura, mi mette il pigiama, avvolgendomi in un abbraccio protettivo. Il suo tocco gentile mi conforta, anche se il turbamento dentro di me persiste.​ "Buonanotte" mi sorride uscendo dalla mia stanza.

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