10. Benevolenza

388 7 0
                                    

Sono svegliata da una voce allegra e familiare che echeggia nella stanza. "Elisa, Elisa, sveglia!" esclama Luca, il mio fratello, con entusiasmo contagioso. Alzo lentamente le palpebre, ancora stordita dal sonno, e lo vedo in piedi accanto al mio letto, un sorriso luminoso dipinto sul volto. "Cosa c'è?" chiedo, cercando di dissipare la nebbia del sonno dalla mia mente. "Alice ha portato dei regali per noi! Vieni, vieni a vedere!" continua Luca, agitando le braccia con fervore. La menzione del nome di Alice fa sorgere un nodo di tensione nel mio stomaco, ma cerco di nascondere la mia avversione dietro una maschera di indifferenza. "Vengo subito," rispondo con un sorriso forzato, preparandomi mentalmente. Mi siedo sul letto per un istante, ancora intorpidita dal sonno, mi strofino gli occhi e sbadiglio prima di alzarmi lentamente. "Dai, muoviti!" esorta Luca, impaziente. Scuoto la testa con un sorriso stanco, divertita dalla sua eccitazione mattutina. Mi metto in piedi e mi dirigo verso la porta, seguendo Luca lungo il corridoio verso la zona giorno.

Entriamo nella zona giorno e trovo Alice seduta al tavolo della colazione, con un sorriso radioso stampato sul volto. "Buongiorno, Elisa! Ho portato dei deliziosi dolci per colazione, spero ti piacciano!" esclama con entusiasmo, indicando il vassoio pieno di pasticcini appena sfornati. "Grazie," rispondo con un sorriso forzato, cercando di non far trasparire il mio disprezzo "Ma non ho fame," dico con un tono neutro, girandomi verso il frigorifero per prendere qualcosa da bere. "Dovresti mangiare, ieri sera non hai cenato" afferma papà.

Mentre mi preparo a prendere qualcosa da bere, Vittorio entra nella stanza con passo sicuro, la sua presenza imponente riempiendo l'ambiente. "Buongiorno a tutti," saluta con un sorriso affabile, il suo sguardo incontrando il mio per un istante prima di rivolgersi ad Alice e Luca. "Buongiorno, Vittorio," risponde papà con un cenno del capo, mentre sua madre gli sorride calorosamente. "Allora non hai bisogno di quella roba per andare in giro" afferma Vittorio tenendo il suo sguardo fisso su di me che mi pento di essere scesa in pigiama.

Cerco di ignornarlo, sedendomi accanto mio fratello. Mentre cerco di ignorare lo sguardo penetrante di Vittorio, mi siedo accanto a mio fratello Luca, cercando conforto nella sua presenza familiare. "Cos'hai fatto ieri sera?" mi chiede Luca, incuriosito "Papà ha detto che sei uscita con quegli amici tuoi". Cerco di cambiare argomento per evitare di parlare di ciò che è accaduto, "Nulla di nuovo, abbiamo parlato di scuola" affermo. "Davanti tanto alcol e gente poco raccomandabile" aggiunge Vittorio come se non mi stesse accusando davanti a mio padre e la sua compagna. "Non c'era nulla di cui preoccuparsi," ribatto con fermezza, cercando di difendermi dall'insinuazione di Vittorio. La sua presenza imponente mi fa sentire vulnerabile, ma non voglio lasciare che mi intimidisca davanti alla mia famiglia. Mi volto verso Luca con uno sguardo implorante, sperando che capisca la mia difficoltà in quella situazione delicata.

Alice, percependo la tensione nell'aria, cerca di interrompere il confronto prendendo i regali che ha fatto a Luca e a me. "Guardate cosa ho per voi ragazzi," esclama con un sorriso, tendendo i pacchetti avvolti con cura. "Grazie, Alice," risponde Luca con entusiasmo, accettando il suo regalo con gratitudine. Anche io prendo il mio pacchetto, cercando di nascondere il mio disagio dietro un sorriso di circostanza. "Grazie," dico, mentre scarto con curiosità il mio regalo.

Guardo con stupore il contenuto del pacchetto, trovandomi di fronte a un braccialetto tennis di diamanti. Nonostante il gesto apparentemente generoso di Alice, non riesco a liberarmi del disprezzo che provo verso di lei, convinta che stia cercando di comprare il nostro affetto con doni costosi. Anche se cerco di mantenere un'apparenza di gratitudine, il mio sospetto e il mio rancore restano saldamente radicati dentro di me. "Ti piace?" mi chiede Alice. "È splendido, grazie," rispondo con un sorriso forzato, cercando di nascondere il mio disprezzo dietro un velo di cortesia. Anche se il braccialetto è indubbiamente bello, non posso ignorare il senso di manipolazione che accompagna il gesto di Alice.

Decido di allontanarmi dalla situazione, sentendo il bisogno di un momento di solitudine per raccogliere i miei pensieri. "Scusatemi," dico con voce soffocata, cercando di nascondere il mio turbamento. Mi alzo dal tavolo e mi allontano silenziosamente, dirigendomi verso la mia camera. Mentre attraverso il corridoio, il peso della tensione si fa sentire sulle mie spalle, ma cerco di resistere alla tentazione di lasciarmi sopraffare. Una volta nella mia stanza, chiudo la porta dietro di me e mi lascio cadere sulla sedia, cercando un momento di pace e tranquillità lontano dalle dinamiche familiari complesse.

Mentre applico il trucco di fronte allo specchio, sento improvvisamente la porta della mia camera aprirsi lentamente. Il cuore mi si stringe all'idea di affrontare nuovamente Alice, ma cerco di nascondere la mia inquietudine dietro una maschera di calma. "Elisa," saluta Alice con un sorriso gentile, ma i suoi occhi rivelano un'ombra di preoccupazione. "Posso entrare?"

Alzo lo sguardo verso di lei, cercando di mantenere un'espressione neutra. "Se proprio devi," rispondo con un tono misurato, mentre mi sforzo di nascondere il mio disagio. Alice si avvicina lentamente, il suo passo incerto riflette la tensione nell'aria. "Volevo parlarti," inizia.

Respiro profondamente, preparandomi mentalmente per la conversazione imminente. "Di cosa si tratta?" chiedo, cercando di non lasciare trasparire la mia diffidenza. Alice si siede sul letto di fronte a me, il suo sguardo serio e penetrante. "Ho notato che non mi accetti del tutto," ammette con sincerità, le sue parole pesanti nell'aria silenziosa della stanza. "O niente affatto. Sono felice che mi hai allontanata da mia madre per una villa e un braccialetto di diamanti" rispondo con sarcasmo. "Elisa, capisco che sia difficile per te accettare il nostro rapporto," continua con voce ferma ma pacata, "ma ti assicuro che non è mia intenzione sostituire tua madre o comprare il tuo affetto."

Con un cenno del capo, esco dalla camera, lasciando Alice alle sue riflessioni. Mentre mi avvio verso il giardino, sento il sole del mattino sulla mia pelle. Estraggo una sigaretta dal pacchetto, lasciando che il fumo si disperda nell'aria. Le volute di fumo si librano leggere intorno a me, accompagnate dal suono rilassante dei fruscii delle foglie.

"Gliel'avevo detto che non faceva per te" afferma la voce irritante di Vittorio che interrompe la mia pace "Una ragazza come te non sa nemmeno quanto vale un solo diamante".

"Per fortuna allora c'è tua madre a insegnarmelo" rispondo innervosita. "Non sei capace di riconoscere il bene quando lo vedi," ribatte con tono sprezzante. "Ero convinto che avessi almeno un briciolo di buon senso." La sua voce è carica di disprezzo. "Io non ho bisogno del tuo giudizio," rispondo con fermezza, cercando di mantenere la calma nonostante il mio cuore batta furiosamente nel petto.  Guardo fisso negli occhi di Vittorio, determinata a non piegarmi di fronte alla sua arroganza, il suo sguardo penetrante mi percorre come una lama affilata. "Non fare l'errore di sfidarmi, Elisa," sussurra con voce bassa, ma carica di minaccia. "Non hai idea di cosa io sia capace di fare quando mi si mette contro." La sua voce è gelida, priva di qualsiasi traccia di pietà o compassione.

Un silenzio pesante si prolunga tra noi, interrotto solo dal suono del vento che agita le foglie degli alberi circostanti. "Non dovresti parlare con tua sorella in quel modo," interviene Alice con voce calma ma decisa, cercando di stemperare la situazione. Il suo intervento improvviso sembra sorprendere Vittorio, che si irrigidisce leggermente prima di rispondere con un cenno del capo. "Non sono sua sorella e mai lo sarò" affermo decisa allontanandomi.

MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora