Il pomeriggio mi sveglio con un senso di stanchezza che permea ogni fibra del mio essere. Mi trovo sola nella stanza, il silenzio intorno a me è quasi assordante. Mi siedo sul letto, cercando di raccogliere i frammenti sparsi dei miei pensieri. Le lacrime bruciano dietro agli occhi, ma cerco di trattenerle, una parte di me vuole scappare, fuggire da questa casa e da tutto ciò che rappresenta, ma so di non avere alcun posto dove andare.
Il telefono squilla, interrompendo il silenzio opprimente della stanza. Con un sussulto, mi distraggo dai miei pensieri oscuri e afferro il telefono."Pronto?" rispondo con voce tremante, cercando di nascondere la turbolenza che ribolle dentro di me."Ciao amore, come stai?" la voce di Alessio è calda e accogliente, un raggio di luce nel buio che mi circonda."Sto bene," rispondo prontamente, mentendo con disinvoltura. "Solo un po' stanca."
"Mi dispiace non essere stato lì questa mattina," dice con un tono di preoccupazione nella voce. "Volevo passare a trovarti, ma mi è capitato un imprevisto all'ultimo momento."
"Non preoccuparti," dico rapidamente, la mia mente lavorando a pieno regime per mantenere la mia falsa facciata. "Ci vediamo presto, okay?"
"Va bene," risponde lui, sembrando leggermente sollevato. "Ti amo."
"Anche io ti amo," sussurro con un sorriso forzato, pregando che la mia voce non tradisca il mio stato d'animo reale. Chiudo il telefono con un sospiro di sollievo mescolato a una punta di rimorso. Alessio non merita di essere coinvolto nei miei problemi.
Il cuore mi si ferma per un istante mentre sento la porta aprirsi e Vittorio entra nella stanza con passo deciso, il suo sguardo freddo che brucia attraverso di me."Chi era?" chiede con voce tagliente, la sua espressione dura come il marmo."Mio zio," rispondo prontamente, cercando di mantenere la calma nonostante il nervosismo che mi attanaglia. "Non crederai davvero di poter ingannarmi, vero?" mormora con un ghigno malizioso, la sua voce carica di disprezzo. "Ho sentito ogni parola."Il mio stomaco si contorce dalla paura mentre mi ritrovo intrappolata nel suo sguardo implacabile. "Non significava nulla," balbetto, cercando di difendermi dalle sue accuse."Ti amo," ripete con un sarcasmo pungente, le sue parole come coltelli affilati che mi trapassano l'anima. "Ecco cosa hai detto a quel ragazzo. Ti amo."La mia gola si stringe mentre l'angoscia mi invade. "È solo un modo di dire," sussurro debolmente, sentendomi come una preda in balia del suo predatore.Vittorio avanza verso di me con passo minaccioso, il suo viso contorto dall'ira. "Non ti permetterò mai più di mentire," sibila, la sua voce bassa e pericolosa "Mai più."
Vittorio si avvicina sempre di più, la sua presenza opprimente che mi fa arretrare fino a toccare il muro dietro di me. Il suo sguardo è feroce, come quello di un predatore che ha individuato la sua preda. "Sei mia," mormora con voce carica di possessività, la sua mano stringendo il mio collo con forza. "Non permetterò a nessun altro di avvicinarsi a te."La paura mi paralizza mentre cerco di trovare una via d'uscita dalla sua stretta. "Per favore, Vittorio, calmati," imploro con voce tremante, ma le mie parole sembrano cadere nel vuoto. "Non dirmi cosa devo fare!" urla Vittorio, la sua voce riecheggiante nella stanza come un tuono minaccioso. La sua presa si fa ancora più stretta, le sue dita che scavano nella mia pelle con ferocia. "Vittorio, per favore..." balbetto, le mie parole bloccate dalla paura che stringe la mia gola. Ma lui non sembra disposto a ascoltare, la sua determinazione a dominarmi diventa sempre più evidente con ogni istante che passa. "Non permetterò a nessun altro di avvicinarsi a te,"
Le mie lacrime continuano a scorrere senza sosta lungo le mie guance, mescolandosi con la paura e la disperazione che mi avvolgono come un'oscura nebbia. "Perchè mi fai questo?" chiedo con quel poco di voce che mi rimane. Vittorio mi guarda con occhi carichi di rabbia e dolore, ma non c'è compassione nel suo sguardo. "Tu mi appartieni," sibila con voce carica di possesso. "E farò di tutto per assicurarmi che resti così."
"Non posso più sopportarlo," sussurro con voce strozzata, sentendomi come se fossi sull'orlo di un precipizio senza fine.
Vittorio si avvicina ancora di più, la sua presenza imponente che riempie lo spazio intorno a me. "Non hai scelta," mormora con voce bassa e minacciosa. "Sei mia, e io farò di te ciò che voglio." La sua mano si avvicina al mio viso, le dita che tracciano la mia mascella con un tocco crudele. "E tu non hai alcun controllo su di me."
Vittorio si avvicina lentamente, la sua espressione ancora dura e carica di tensione. Con un gesto quasi gentile, mi asciuga le lacrime con il dorso della mano, ma il suo tocco è freddo e privo di conforto. Le mie lacrime sembrano non voler cessare, una cascata di disperazione che continua a scorrere senza fine. "Perché?" sussurro, la mia voce appena un bisbiglio nell'aria pesante. La sua mano si muove con delicatezza lungo il mio viso, un gesto che sembra quasi una carezza, ma la sua presenza rimane carica di tensione e ambiguità. "Perchè ti amo" mi risponde. "Non è amore," sussurro, cercando disperatamente di farlo capire. "È controllo, è violenza. Non ci sarà mai amore tra noi"
Vittorio mi guarda con un misto di incredulità e rabbia, i suoi occhi bruciando con una luce oscura. "Ti sbagli," mormora, "Prima o poi capirai che non puoi vivere senza di me. Sei mia, Elisa," sussurra, la sua voce carica di possessività. "Non lo sarò mai," ribatto con determinazione, cercando di ignorare il tremore nella mia voce. "Non hai il diritto di possedermi o di controllare la mia vita. Sono una persona, non un oggetto, e merito di essere trattata con rispetto."
Vittorio mi guarda con sdegno, il suo volto contorto dall'ira. "Sei testarda quanto sei bella," mormora, la sua voce carica di una minaccia velata "Sei arrogante e presuntuosa. Vedo come ti atteggi con gli altri, vedo come rispondi e come reagisci alle offese. Ma non ti illudere che io sia come gli altri. Posso essere il tuo migliore amico o il tuo peggiore incubo, dipende solo da te. Non mettermi alla prova, Elisa, perché non finirà bene per te."
Vittorio si avvicina ulteriormente, il suo respiro caldo che mi sfiora il viso mentre la sua presenza si fa sempre più opprimente. "Quindi a chi hai detto ti amo?" chiede con voce serrata, i suoi occhi scrutando i miei con fermezza. La sua minaccia è palpabile nell'aria, un'ombra oscura che incombe su di me. "Dillo!" insiste, la sua voce tagliente come un coltello affilato. Con il cuore in gola, confesso con voce flebile il nome di Alessio, sperando in qualche segno di pietà da parte sua. Ma Vittorio reagisce con furore, il suo volto contorto dall'ira mentre afferra il mio braccio con forza. "Come hai potuto?" urla, la sua voce riecheggiante nella stanza. "Hai tradito la mia fiducia!" La sua presa diventa sempre più dolorosa, il suo sguardo carico di disprezzo mentre mi guarda come se fossi la cosa più vile al mondo. "Per favore, Vittorio, ti prego, mi dispiace," imploro con voce tremante, le lacrime che iniziano a rigare il mio viso. Ma le mie parole sembrano cadere nel vuoto, inghiottite dalla sua furia implacabile. Con un gesto brusco, mi spinge contro il muro, il suo volto distorcendosi dalla rabbia. "Lo amo," sussurro, cercando disperatamente di farlo capire. Vittorio si volta bruscamente, la sua espressione dura come la pietra mentre si allontana da me. "Non voglio sentire altro," dichiara con voce fredda, le mie lacrime che continuano a scorrere ininterrottamente mentre con un sospiro pesante, mi lascio scivolare a terra.

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Mine
Chick-LitElisa, dopo il divorzio dei genitori, sarà costretta a iniziare una nuova vita con la compagna del padre e suo figlio Vittorio