43. Pistola

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Quando il mattino arriva, mi sveglio lentamente nel calore dell'abbraccio di Vittorio. La luce del sole filtra attraverso le tende, tingendo la stanza di una morbida luce dorata. Vittorio mi guarda con occhi premurosi, un sorriso tenero curvando le sue labbra. "Come ti senti?" mi chiede con voce morbida, le sue mani accarezzando delicatamente il mio viso. Mi sforzo di sorridere, sentendomi ancora un po' annebbiata dal sonno e dall'effetto dell'alcol della notte precedente. "Un po' stanca," confesso con un sospiro. Vittorio annuisce comprensivo, stringendomi con dolcezza. "Va bene, non c'è fretta. Possiamo restare qui tutto il tempo che vuoi." La sua voce è calda e rassicurante, e mi sento protetta nel suo abbraccio. Dopo un po', Vittorio si alza con grazia dal letto e si dirige verso la finestra, aprendo le tende per lasciar entrare più luce. "Vuoi qualcosa da mangiare?" mi chiede Vittorio, girandosi verso di me con un sorriso radioso. "Sì, per favore," rispondo con gratitudine, sentendo lo stomaco brontolare leggermente. Vittorio annuisce e si avvicina al letto, porgendomi la mano per aiutarmi a alzare. Ci dirigiamo verso la cucina, dove Vittorio prepara una semplice colazione per entrambi. Nella cucina illuminata dal sole del mattino, Vittorio si muove con grazia mentre prepara la colazione. Il profumo invitante di caffè appena fatto si diffonde nell'aria, mescolandosi al dolce aroma dei croissant che si scaldano nel forno.

"Vuoi caffè o tè?" mi chiede Vittorio, con un sorriso gentile mentre riempie una tazza con il liquido fumante. "Preferisco il caffè, grazie,"

Mentre gustiamo la colazione, il suono improvviso del campanello risuona attraverso la casa, interrompendo momentaneamente la nostra tranquillità. Vittorio si alza dal tavolo con un'aria curiosa, mentre io lo seguo curiosa "Chi sarà a quest'ora?" chiedo a Vittorio, il mio tono leggermente preoccupato mentre mi chiedo se tutto vada bene. Vittorio si avvicina alla porta d'ingresso e la apre con un sorriso, pronto ad accogliere il visitatore. Attraverso la porta, vedo la figura familiare di Alessio, il mio ragazzo, che mi sorride con affetto. "Elisa, sei qui?" chiede Alessio, il suo volto si illumina quando mi vede. "Mi mancavi tanto."

Mi alzo in fretta dal tavolo, sentendo un misto di emozioni nel vederlo. "Ciao, Alessio," dico con un sorriso, cercando di nascondere la mia sorpresa nel vederlo così presto. Alessio si avvicina e mi abbraccia calorosamente, mentre io lo abbraccio con affetto. Mentre Alessio si avvicina per abbracciarmi, noto un cambiamento improvviso nell'atmosfera. Vittorio, dietro di me, emana un'aura di tensione palpabile mentre fissa Alessio con uno sguardo gelido. "Cosa ci fai qui?" domanda Vittorio, la sua voce è fredda e minacciosa, mentre una mano scompare dietro la schiena. Alessio si irrigidisce leggermente, colto di sorpresa dalla brusca reazione di Vittorio. "Sono venuto a trovare Elisa," risponde con voce ferma, cercando di mantenere la calma nonostante la crescente tensione nell'aria. Vittorio si avvicina a Alessio con passo deciso, e con un movimento rapido, tira fuori una pistola dalla sua cintura, puntandola verso Alessio. "Sei sicuro di voler rimanere qui?" minaccia, il suo tono carico di pericolo. Il mio cuore batte forte nel petto mentre osservo impotente la situazione che si sta rapidamente aggravando. Alessio si blocca improvvisamente, gli occhi spalancati di fronte alla minaccia improvvisa di Vittorio. "C-cosa stai facendo, Vittorio?" balbetta, la sua voce tradisce una mescolanza di paura e confusione. Vittorio stringe la pistola con fermezza, il suo sguardo freddo e determinato. "Sto solo proteggendo ciò che è mio,"

"Vittorio, per favore, metti giù quella pistola," imploro con voce tremante, sentendo il panico salire dentro di me. Il suono di uno schiaffo risuona nella stanza, seguito dal tonfo sordo del mio corpo che cade a terra. Il dolore brucia sul mio viso mentre mi ritrovo stesa sul pavimento, con la vista offuscata dalle lacrime, sollevo lo sguardo verso di lui, cercando di capire cosa abbia scatenato tanta furia. Vittorio rimane immobile, il suo volto impassibile, ma posso percepire l'ira che ribolle sotto la sua calma apparente. "Non devi mai più provare a mettermi contro," sibila con voce gelida. Alessio si avvicina con passo deciso, determinato ad aiutarmi, ma il suo slancio viene interrotto dal gesto minaccioso di Vittorio, che puntando la pistola contro di lui, lo ferma sulle sue tracce. Il suo volto si contrae in una smorfia di paura e preoccupazione mentre i suoi occhi incontrano la fredda determinazione di Vittorio. "Stai fermo," ordina Vittorio con voce dura, la pistola ben visibile nella sua mano. "Perchè le fai questo?" balbetta Alessio guardandomi. Vittorio, con una risata sarcastica, guarda Alessio con disprezzo. "Perché lei è mia," dichiara con fermezza, la sua voce carica di possessività. "E non permetterò a nessuno di mettersi tra noi."

Alessio cerca di mantenere la calma nonostante la paura che si insinua dentro di lui. "Elisa, vieni con me," sussurra, tendendo la mano verso di me. La sua espressione è piena di preoccupazione e amore. "Non posso" singhiozzo impaurita di cosa potrebbe succedere se mi alzassi. Vittorio stringe la presa sulla pistola, il suo sguardo freddo e implacabile. "Non ti permettere di toccarla," minaccia con voce bassa ma carica di fermezza. "Elisa è con me, e tu non sei nessuno."

Alessio cerca di mantenere la sua calma, ma i suoi occhi rivelano la sua disperata determinazione. "Non ti lascerò fare del male a Elisa," ribatte con fermezza, la sua voce vibrante di risolutezza. "Non puoi controllarla come se fosse tua proprietà."

"Non hai idea di cosa sia meglio per lei," mormora con voce gelida, il suo sguardo penetrante fisso su Alessio. Alessio, con uno sguardo pieno di determinazione, si avvicina lentamente a me, ignorando la minaccia evidente di Vittorio. La sua espressione è un misto di coraggio e preoccupazione, ma il suo desiderio di proteggermi è più forte di tutto. "Elisa, stai con me," sussurra con voce ferma, tendendo una mano verso di me. Nel frattempo, Vittorio continua a fissare Alessio con un misto di disprezzo e rabbia, la sua presenza opprimente riempiendo la stanza. "Stai fermo, idiota," ringhia, stringendo ancora di più la presa sulla pistola. Con il cuore in gola, mi avvicino a Alessio, sentendo il suo calore rassicurante avvicinarsi. Le mie mani tremano leggermente mentre afferrano le sue, cercando conforto nel suo tocco. Con un grido soffocato, guardo impotente mentre Vittorio si lascia andare alla violenza, sparando senza pietà contro Alessio. Il suono assordante del colpo di pistola riempie la stanza, seguito dal silenzio pesante e irreale che ne deriva. Alessio cade tra le mie braccia, il suo corpo pesante e inerte. Le lacrime scorrono senza controllo lungo le mie guance mentre cerco di trattenere il mio amato, ora perso per sempre."Che cosa hai fatto?" singhiozzo, la voce rotta dal dolore, mentre stringo il corpo senza vita di Alessio contro di me. Vittorio osserva impassibile, il suo volto privo di rimorso. Mentre stringo il corpo senza vita di Alessio contro di me, la porta si apre di scatto, facendo entrare due uomini dall'aspetto severo. Si avvicinano rapidamente, sollevando delicatamente il corpo di Alessio dalle mie braccia, separandomi da lui con gentilezza ma fermezza. "Sapere cosa fare".

Vittorio si avvicina a me, cercando di prendermi, ma mi dimeno "Sei un mostro" grido con sdegno. "L'ho fatto per te" mi risponde come se uccidere un ragazzo in casa sia la cosa più normale di questo mondo. "Io lo amavo" singhiozzo. Mentre cerco disperatamente di allontanarmi da lui, Vittorio si rende conto della mia riluttanza e si rivolge ai suoi due bodyguard con un ordine diretto. "Portatela in un posto sicuro," comanda con voce decisa. Con gesti gentili ma fermi, i due uomini mi afferrano e mi conducono fuori dalla stanza.

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