Il fine settimana la colazione 'in famiglia' è inevitabile. Vittorio è seduto di fronte a me, il suo sguardo freddo come il ghiaccio mentre gioca con il cucchiaio nel caffè. Improvvisamente, il telefono vibra sul tavolo e il mio cuore balza in gola. È Alessio. Respiro profondamente e cerco di nascondere il panico che mi sta attraversando.
"Elisa, il telefono." afferma Luca che mi indica con un cenno del capo, mentre il suono persistente richiama l'attenzione di tutti. Mi alzo in fretta e vado a prendere il telefono, cercando di mantenere la calma mentre mi preparo a rispondere. "È Giada, devo rispondere" La mia voce trema leggermente, ma spero che nessuno intorno al tavolo lo noti. Tengo stretto il telefono tra le mani, cercando di calmare il battito accelerato del mio cuore. "Ciao Giada, tutto bene?" chiedo con voce flebile, sperando di suonare convincente nonostante l'agitazione che mi attanaglia."Davvero?" dice Alessio con un sorriso nella voce. "Perché non vieni a fare un giro con me questo pomeriggio? Mi piacerebbe passare del tempo insieme. Sembra essere passata un'era dall'ultima volta che siamo stati insieme."Il mio stomaco si contorce in un groviglio di emozioni contrastanti. Vorrei poter accettare senza pensarci due volte, ma la presenza di Vittorio proprio di fronte a me mi mette a disagio."Mi piacerebbe," dico ad Alessio sperando che possa percepire la mia esitazione attraverso il telefono."Fantastico! Ti passo a prendere alle tre, va bene?" chiede Alessio con entusiasmo."Va bene, ci vediamo alle tre," rispondo. Con un respiro profondo, chiudo il telefono e mi dirigo di nuovo verso il tavolo, cercando di mascherare la mia crescente ansia di fronte alla famiglia. "Chi era?" chiede Alice, la sua voce curiosa. "Giada, un'amica di scuola. Voleva solo sapere se volevo uscire questo pomeriggio," rispondo con un sorriso forzato, sperando di porre fine alla conversazione. Vittorio osserva con sospetto, le sopracciglia leggermente aggrottate mentre poggia il cucchiaio nel piatto quasi con un rumore di sfida. "E che cosa farete?".
"Ci stavamo solo pensando, niente di speciale," rispondo rapidamente, cercando di minimizzare l'importanza della situazione. Tuttavia, il suo interesse mi preoccupa, sapendo che Vittorio non è incline a fidarsi facilmente delle mie attività al di fuori di casa. "Forse potrei unirmi a voi,"
"Preferisco uscire sola con la mia amica, senza il cane di compagnia che mi segue tipo un segugio" rispondo sapendo che qui, davanti sua madre e mio padre, non può toccarmi. "Elisa!" mi richiama papà in disappunto per il mio linguaggio. "Ha ragione a parlare così" interviene mio fratello "Vittorio le sta sempre addosso".
Vittorio, visibilmente contrariato per l'opposizione di Luca, si rassegna con un sospiro di frustrazione. Il suo sguardo freddo si posa su di me per un istante, prima di girarsi verso il cibo sul tavolo con un'aria di sfida sconfitta. Ringrazio silenziosamente Luca con uno sguardo grato, sapendo di poter sempre contare sulla sua difesa quando ne ho bisogno. La tensione si attenua leggermente, ma rimane una sensazione di instabilità nell'aria, come se la calma apparente potesse spezzarsi da un momento all'altro.
Esco dalla doccia, ancora avvolta nell'abbraccio rassicurante dell'acqua calda, e mi asciugo rapidamente con un asciugamano. Quando apro la porta del bagno, il mio cuore balza in gola alla vista di Vittorio seduto sul mio letto. La sua presenza è come un fulmine che squarcia il cielo sereno, riportandomi alla realtà crudele della situazione."Vittorio, cosa ci fai qui?" chiedo con voce tremante, cercando di nascondere la mia crescente ansia di fronte a lui. La sua espressione è impenetrabile, i suoi occhi scrutano i miei con una fermezza che mi fa rabbrividire. "Inizio a pensare di non esprimermi abbastanza chiaramente con te" risponde con voce severa, il tono della sua voce che mi fa rabbrividire. La sua risposta mi colpisce come un pugno nello stomaco, lasciandomi senza fiato. Non so cosa dire, né come reagire di fronte alla sua freddezza. Mi sento vulnerabile e indifesa, come se le mie difese fossero state abbattute in un istante. "Cosa intendi?" chiedo con voce incerta, il mio sguardo implorante cercando una spiegazione che mi sfugge.
Vittorio si alza lentamente dal letto, avvicinandosi a me con passo deciso. Il battito del mio cuore accelera mentre Vittorio si avvicina con passo deciso, il suo sguardo penetrante che sembra scrutare l'anima. Mi stringo l'accappatoio intorno al corpo, cercando inutilmente un po' di protezione contro la sua imponente presenza. "Intendo che le tue azioni parlano più forte delle tue parole," continua con voce bassa, il tono carico di una determinazione che mi fa rabbrividire. Le mie parole si inceppano nella gola mentre cerco di trovare una risposta che possa placare la sua ira crescente. "Vittorio, ti prego, non so cosa vuoi da me," imploro con voce tremante, la disperazione che mi avvolge come una morsa.Vittorio si ferma a pochi passi da me, il suo sguardo freddo che sembra scrutare dentro di me. "Ciò che voglio è rispetto," risponde con voce dura, "E la verità" afferma accarezzandomi il viso. "Mi dispiace, Vittorio," dico con voce tremante, cercando di placare la sua ira. "Non volevo offenderti".
"Altro da dichiarare?" mi chiede con un tono insolitamente dolce. La sua domanda mi colpisce come un pugno nello stomaco, facendo tremare le mie difese già fragili. "No," rispondo con voce flebile, il mio sguardo che cerca disperatamente di evitare il suo "Posso continuare a prepararmi? Non voglio fare aspettare Giada".
Vittorio annuisce lentamente, il suo sguardo ancora carico di sospetto. "Va bene," risponde con voce calma, ma posso percepire il suo disappunto sottostante. Con un sospiro di sollievo lo guardo uscire dalla mia stanza.
Indosso una minigonna nera aderente e un top rosso che accentua le mie curve, ai piedi un paio di stivali alti neri che arrivano sopra il ginocchio. Indosso una collana lunga con pendente a cuore, orecchini a cerchio dorati e diversi braccialetti cartier che prendo direttamente dalla collezione che mi ha regalato Alice, così come la micro borsa Gucci di colore rosso acceso, con dettagli dorati. Mi siedo davanti allo specchio e inizio a truccarmi in modo coprente, completando un rossetto rosso fuoco sulle labbra e un tocco di gloss per renderle lucide.
Esco dalla mia camera, sperando di evitare ulteriori confronti con Vittorio. Tuttavia, non appena mi vede, il suo viso si contorce in un'espressione di disgusto e rabbia. "Guarda che troia che sei," mormora con disprezzo, il suo tono carico di odio e gelosia "Usi pure ciò che ti ha regalato mia madre" mormora poi sollevando delicatamente il polso col chiodo cartier. "Non è affar tuo cosa indosso," rispondo con voce ferma allontanandomi da lui prima che possa stringere la presa.
Con passo deciso, scendo le scale e mi dirigo verso il cancello della villa. L'aria fresca della sera accarezza il mio viso mentre mi avvicino alla macchina di Alessio, parcheggiata lungo la strada. Il suo sguardo si illumina di gioia quando mi vede avvicinarsi, e un sorriso affiora sul mio volto al pensiero di trascorrere del tempo con lui. "Sei bellissima," mi dice con un sorriso amorevole mentre apre lo sportello della macchina per farmi salire. Senza esitazione, mi accomodo sul sedile del passeggero, sentendomi protetta e amata nella sua presenza. La macchina si mette in moto, facesnomi dimenticare per un attimo le tensioni familiari che ho lasciato alle mie spalle.
Alessio guida con sicurezza lungo la strada, mentre io osservo il paesaggio che scorre velocemente fuori dal finestrino. Mi volto verso Alessio, il suo sorriso luminoso che illumina il suo volto. "Dove stiamo andando?" chiedo con curiosità, sentendomi ansiosa ed emozionata per quello che ci aspetta. Alessio mi guarda con gli occhi pieni di mistero. "È una sorpresa," risponde con un accenno di malizia nella voce, facendomi sorridere per l'anticipazione.

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Mine
ChickLitElisa, dopo il divorzio dei genitori, sarà costretta a iniziare una nuova vita con la compagna del padre e suo figlio Vittorio