2. Porta sbagliata

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Mi alzo dal letto dopo aver trascorso qualche ora a riflettere e ad abituarmi alla mia nuova stanza. Decido di andare a trovare mio fratello nella sua camera, per vedere come sta facendo ad ambientarsi nella nuova casa.

Mi fermo davanti alla porta della mia camera, notando con sorpresa che ci sono due porte ai lati. Guardo da entrambi i lati, cercando di capire quale sia la porta della camera di mio fratello. Con un'occhiata veloce, decido di aprire quella che credo sia la sua.

Con un movimento rapido, giro la maniglia e spingo la porta. Entro nella stanza e noto subito che l'ambiente è ordinato e ben arredato, con una scrivania vicino alla finestra e un armadio a muro sul lato opposto. Sul letto, vedo un ragazzo sconosciuto in compagnia di una ragazza, entrambi sorpresi dalla mia improvvisa comparsa.

Il ragazzo mi guarda con occhi sgranati, mentre la ragazza accanto a lui sembra imbarazzata. Arrossisco immediatamente e uscendo chiudo la porta dietro di me, sentendomi mortificata per aver interrotto il loro momento intimo.

Mentre cerco di aprire l'altra porta, la mia mano viene fermata con forza da un'altra mano che mi afferra improvvisamente. Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo sconosciuto di fronte a me, il suo sguardo è serio e severo. "Pensi di invadere i miei spazi e andartene così facilmente?"

"Se non volevi che qualcuno invadesse i tuoi spazi bastava chiudere la porta a chiave" affermo restando composta. Il ragazzo sconosciuto mi osserva con un misto di sorpresa e irritazione. "Non pensavo di dover chiudere la porta a chiave nella mia stessa casa," ribatte con tono secco, mantenendo la presa ferma sulla mia mano.

Le sue parole mi irritano, e sento la mia pazienza vacillare. "Evidentemente hai sottovalutato la possibilità che qualcuno potesse entrare," rispondo con voce fredda, cercando di liberare la mia mano dalla sua stretta.

Il ragazzo stringe ancora di più la presa, i suoi occhi brillano di rabbia. "Evidentemente sei arrogante abbastanza da pensare che le tue azioni non abbiano conseguenze," replica con sarcasmo.

La mia irritazione cresce di fronte al suo tono provocatorio. "Non ho tempo per le tue scenate," ribatto con fermezza, cercando nuovamente di liberarmi.

"Tu sei entrata qui, è giusto che tu affronti le conseguenze," insiste, senza mostrare alcuna intenzione di lasciarmi andare.

La mia pazienza raggiunge il limite quando sento la sua stretta diventare ancora più forte. Senza esitazione, alzo il ginocchio e lo colpisco con forza nei coglioni. Un grido di dolore si libera dalla sua bocca mentre si piega in avanti, lasciandomi finalmente libera.

Senza guardare indietro, mi allontano da lui scendendo le scale. Appena arrivo al piano inferiore, vedo mio padre che mi aspetta con un'espressione interrogativa sul volto. "Come ti sembra la tua nuova stanza?" mi chiede, osservandomi attentamente. Cerco di nascondere il mio disagio dietro un sorriso forzato. "È abbastanza bella," rispondo, cercando di non far trasparire troppo della mia recente esperienza. "Sono contento che ti piaccia," dice con un sorriso "Stasera andiamo a cena fuori, Alice vuole portarvi in un luogo carino, vatti a preparare. Magari puoi indossare uno dei tuoi vestiti nuovi" propone.

Annuisco senza dire nulla e risalendo, sperando di non rincorrere il ragazzo. Mi chiudo velocemente in camera. Scelgo di indossare un top nero aderente con una minigonna di pelle nera, completando il look con stivali alti fino alla coscia. Aggiungo una mini bag nera e dei luminosi orecchini pendenti. Non tocco nulla da quella cabina armadio.

Per il trucco, opto per un look audace e deciso. Applico un fondotinta coprente per uniformare l'incarnato, faccio la mia solita linea di eylainer e aggiungo abbondante mascara per allungare le ciglia. Per le labbra scelgo un rossetto neutro e completo con l'illuminate. Una volta terminato il trucco, mi occupo dei capelli. Utilizzo la piastra per rendere i miei capelli scuri già lisci ancora più ordinati.

Arrivata al piano inferiore, trovo mio padre e Alice che mi aspettano con un sorriso. "Sei pronta?" chiede mio padre con un'espressione gentile. Annuisco con la testa e mi sforzo di sorridere. "Vittorio ci raggiungerà lì" afferma Alice "Luca è con lui".

Con un cenno del capo, seguo mio padre e Alice fuori dalla porta d'ingresso, i miei occhi si posano sulla Maserati nera che sta lì posteggiata. Mi avvicino con riluttanza e apro la portiera del passeggero posteriore. Papà si posiziona al volante, pronto a guidare, mentre io guardo fuori dal finestrino, immersa nei miei pensieri.

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