Passano alcuni giorni, il diploma si avvicina sempre di più e con questo una possibile fuga. Mentre ci sediamo intorno al tavolo, il discorso si sposta sull'università e sui piani futuri."Papà, ho pensato molto a cosa fare dopo il diploma," inizio, cercando di mantenere la calma nonostante la tensione nell'aria. "Vorrei andare in Francia da mamma e iscrivermi all'università lì".
"Sei sicura?" mi chiede Alice "Qui c'è un ottima università" afferma. "Io andrò qui" aggiunge Vittorio che stringe la mascella. La tensione nel nostro piccolo gruppo è palpabile, e mi sento divisa tra il desiderio di seguire il mio percorso e l'importanza di mantenere saldo il legame con Vittorio. "Lo so che qui c'è un'ottima università," rispondo con calma, cercando di spiegare il mio punto di vista. "Ma voglio anche avere l'opportunità di vivere con mia madre e scoprire una nuova cultura."Papà mi guarda con occhi preoccupati, mentre Alice sembra riflettere attentamente sulle mie parole. Vittorio, al contrario, sembra ancora determinato a non lasciarmi andare."È una decisione importante, Elisa," interviene papà, la sua voce riflessiva. "Dobbiamo pensarci attentamente e valutare tutte le opzioni."
Dopo cena, mentre il silenzio avvolge la casa, Vittorio entra nella mia camera con passo deciso. Il suo sguardo è serio, carico di un'intensità che mi mette a disagio. "Possiamo parlare?" chiede, la sua voce è calma ma carica di tensione. Lo guardo incerta, un nodo di ansia si stringe nel mio stomaco mentre annuisco con cautela. Vittorio si avvicina lentamente, la sua presenza domina lo spazio intorno a noi. Con un gesto delicato, mi solleva il mento con una mano, costringendomi a incontrare il suo sguardo intenso. Poi, con fermezza ma gentilezza, posa le labbra sulle mie, trasmettendo un turbinio di emozioni contrastanti. Le sue mani si muovono con sicurezza lungo il mio corpo, esplorando ogni curva con desiderio ardente. Mentre mi abbandono al bacio, il mondo intorno a noi svanisce, "Tu non andrai da nessuna parte senza di me" mi sussurra. "Vittorio, per favore," singhiozzo, cercando di trovare il coraggio di fermarlo. Ma la sua presa diventa sempre più stretta, e il mio cuore batte ancora più forte nel mio petto mentre il panico minaccia di travolgermi. Mi sforzo di liberarmi dalla sua stretta, ma le sue mani sono come catene, imprigionandomi in un abbraccio che mi fa sentire soffocare. "Non puoi andartene," mormora con voce bassa, il suo respiro caldo accarezzandomi il viso. Il mio respiro diventa affannoso mentre l'ansia si insinua sempre più profondamente dentro di me. "Ti preoccupi per qualcosa?" chiede Vittorio, il tono della sua voce morbido ma carico di preoccupazione."È solo che... mi sento soffocare," confesso, le parole uscite con fatica mentre cerco di combattere la paura che si insinua dentro di me."Non devi avere paura," ribatte con fermezza, il suo sguardo implorante mentre cerca di comunicarmi sicurezza. "Io sono qui, sempre.""Ma non c apisci?" replico, la mia voce tremante mentre cerco di esprimere il mio timore. "Ho paura di perdere me stessa, di diventare qualcosa che non voglio essere.""Ti proteggerò, Elisa," promette con determinazione, la sua mano che cerca la mia in cerca di conforto. "Non lascerò che nulla ti faccia del male."
Mi ritrovo a fissare il suo sguardo, cercando di trovare conforto nelle sue parole, ma la paura continua a bruciare dentro di me. "E se è proprio tu..." inizio, la voce soffocata dall'angoscia. "E se sei tu quello che mi fa del male?"Vittorio mi stringe con forza, cercando di trasmettermi sicurezza attraverso il suo abbraccio. "Non sarò mai quello che ti farà del male," sussurra con fermezza, le sue parole come un voto solenne di protezione. "Ti amo, Elisa, e farei qualsiasi cosa per te."
Il silenzio pesante si spezza solo dallo scroscio della porta che si apre. Il volto preoccupato di papà appare nell'uscio, il suo sguardo che si posa su di noi con un misto di apprensione e domande mute. "Cosa sta succedendo qui?" chiede, la sua voce piena di preoccupazione. Guarda alternativamente tra noi due, il suo volto si contrae in una smorfia di delusione e disapprovazione. "Non posso credere a quello che sto vedendo," mormora, la sua voce carica di dolore. Mi stringo il lenzuolo intorno al corpo, cercando un minimo di copertura e dignità. Vittorio rimane in silenzio, senza cercare di giustificarsi o scusarsi. Il padre di Elisa si volta lentamente verso di me, il suo sguardo freddo e penetrante. "Elisa," mormora, la delusione pesante nella sua voce, "non pensavo che avrei dovuto preoccuparmi di questo nella mia casa." Il mio cuore si stringe nel petto, il senso di colpa pesante come un macigno mentre incontro il suo sguardo accusatorio. "Mi dispiace, papà," riesco a balbettare, le parole pesanti sulla mia lingua. Vittorio cerca di intervenire, ma il padre di Elisa alza una mano per interromperlo. "No, Vittorio," dice con fermezza, "non voglio sentire scuse. Questo è inaccettabile." Una sensazione di vergogna mi pervade, mentre la realtà crudele della situazione si fa sempre più chiara. Con il passo pesante e il cuore colmo di delusione, papà esce dalla stanza, lasciandoci soli. Le lacrime iniziano a solcare il mio viso le mie spalle tremano sotto il peso delle lacrime, e la mia voce si spezza in singhiozzi silenziosi."Elisa..." mormora Vittorio, il suo tono impregnato di preoccupazione, ma le mie parole rimangono intrappolate nella gola, soffocate dalla disperazione."Non posso crederci..." sussurro tra i singhiozzi, le mie parole appena udibili nell'aria carica di tensione. Vittorio si avvicina con cautela, la sua mano tesa nel tentativo di darmi conforto, ma il contatto sembra solo aumentare la mia angoscia. Mi volto da lui, il viso ancora bagnato dalle lacrime, e cerco il suo sguardo con gli occhi gonfi di dolore. "Perché?" chiedo con voce tremante, la mia voce appena un sussurro.Vittorio abbassa lo sguardo, incapace di sostenere il mio sguardo pieno di sofferenza. "Lo so che sembra sbagliato," ammette con voce sommessa, il tono carico di rimorso, "ma non posso fare a meno di amarti, Elisa." La sua voce è un filo di speranza nel buio della nostra situazione disperata. "Ma io non ti amo" affermo. La sua mano si stringe intorno al mio braccio con forza, il suo sguardo diventa duro e freddo. "Devi capire, Elisa," mormora con voce carica di tensione, "che io sono l'unico che può darti quello che vuoi." Le sue parole sono cariche di minaccia, mentre il suo tono diventa sempre più aggressivo.
Mi trovo immobilizzata dal terrore mentre lui si avvicina con fermezza, il suo respiro caldo sul mio viso. Le sue labbra afferrano le mie con violenza, cercando di dimostrarmi il suo dominio. Nonostante il disgusto che sento, il mio corpo reagisce in modo indipendente, tradendo la mia mente confusa. I suoi movimenti diventano più intensi, mentre cerca di farmi gemere di piacere "Ti prego, smettila," sussurro con voce tremante, implorando un barlume di umanità nella sua oscurità. Ma le mie suppliche cadono nel vuoto, ignorate dalla sua determinazione implacabile. La sua presa diventa più stretta, costringendomi ad arrendermi al suo controllo. La sua voce riecheggia nell'aria carica di tensione, "Devi solo lasciarti andare,"
Il piacere raggiunge il suo apice in un momento di estasi condivisa, mentre i nostri gemiti si mescolano nel silenzio carico di tensione della stanza. Vittorio, con un grido soffocato di piacere, raggiunge l'apice dell'estasi, il suo respiro affannato mescolandosi al mio. Le sue mani stringono con forza le lenzuola mentre il piacere lo travolge completamente. Il respiro affannato si calma lentamente, lasciando spazio a una quiete tesa che avvolge la stanza. Vittorio si volta verso di me, "Sei bellissima" mormora
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Mine
ChickLitElisa, dopo il divorzio dei genitori, sarà costretta a iniziare una nuova vita con la compagna del padre e suo figlio Vittorio