9. Dillo alla tua Escort

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Finalmente, dopo un'eternità di silenzio, l'auto si ferma davanti alla casa. Non appena siamo giunti a destinazione, Vittorio apre la porta e mi indica di scendere. La mia guancia brucia ancora dallo schiaffo, ma il mio orgoglio mi impedisce di mostrare qualsiasi segno di debolezza. Esco dall'auto con passo deciso, determinata a non lasciare che Vittorio veda quanto mi ha ferita.

Il vento freddo della notte mi accoglie appena varco la soglia dell'auto, pungente sulla pelle che brucia ancora per lo schiaffo di Vittorio. Con un respiro profondo, mi sforzo di tenere a bada l'irritazione e la frustrazione che ribollono dentro di me. Vittorio si avvicina silenziosamente, la sua figura imponente proietta un'ombra sulla strada deserta.

"Vai dritta a letto," mi ordina con voce tagliente, il suo sguardo scrutatore si posa su di me. "Non abbiamo finito di parlare di questa faccenda." I suoi toni lasciano poco spazio a interpretazioni, ma la mia determinazione a non cedere è ferma quanto la sua.

Con passo deciso, mi avvio verso l'ingresso di casa, consapevole della presenza di Vittorio alle mie spalle. Le sue parole risuonano ancora nella mia mente, un promemoria costante del confronto imminente che ci attende.

Entro in casa e mi dirigo verso le scale, il cuore martellante nel petto mentre salgo i gradini con decisione. La tensione nell'aria è palpabile, e so che Vittorio è lì dietro di me, osservandomi con la sua solita intensità.

Arrivo nella mia stanza e apro la porta, entrando nel tepore familiare del mio rifugio personale. Mi volto per affrontare Vittorio, il suo sguardo freddo e determinato non mi sfugge. "Cosa vuoi?" chiedo con voce ferma, cercando di nascondere la mia ansia di fronte alla sua presenza dominante.

"Non posso permettere che ti metta in situazioni pericolose," dichiara Vittorio con autorità, il suo sguardo penetrante non lascia spazio a obiezioni.

Mi sforzo di mantenere la compostezza, anche se dentro di me ribolle la rabbia. "Non hai il diritto di controllare la mia vita," rispondo con voce ferma, fissandolo negli occhi con determinazione. Vittorio si avvicina lentamente, la sua presenza imponente avvolge la stanza. Con un gesto deciso, mi stringe a sé, la sua presa ferma e sicura. La mia resistenza si indebolisce di fronte alla sua forza, e mi ritrovo improvvisamente vulnerabile nel suo abbraccio.

"Devi capire che tutto ciò che faccio è per il tuo bene," sussurra con voce calma ma carica di determinazione, il suo respiro caldo sfiora la mia pelle. "Non ti ho chiesto di fare un bel nulla" rispondo. Vittorio si irrigidisce, il suo sguardo diventa più freddo mentre la sua presa si fa ancora più salda. "Sto solo cercando di proteggerti," ribatte con fermezza, la sua voce risuona nel silenzio della stanza.

Vittorio, con un movimento deciso, mi fa sdraiare con la forza sul letto, la sua presa è ferma e autoritaria. Nonostante i miei tentativi di resistere, mi trovo improvvisamente immobilizzata dalla sua forza. "Basta," sibilo con voce carica di rabbia e frustrazione, cercando di liberarmi dalla sua stretta. La mia resistenza è vana di fronte alla sua determinazione, e mi ritrovo impotente sotto il suo controllo. Vittorio mi guarda con un misto di sfida e autorità, la sua presenza opprimente mi fa sentire intrappolata e impotente. "Devi imparare a obbedire," mormora con voce tagliente, il suo sguardo penetrante si fissa nei miei occhi. "Questo vallo a dire alla tua escort" rispondo con fermezza.

"Se pensi che la tua arroganza ti proteggerà, ti sbagli di grosso," ribatte con voce tagliente, la sua presa intorno a me si fa ancora più ferma. "Ti insegnerò che in questa casa, le regole le faccio io." Con un gesto repentino, Vittorio mi schiaffeggia con forza, il dolore è acuto e bruciante, le lacrime sgorgano dalle mie guance, senza che io le possa più fermare. La sua presa intorno a me si allenta, e un'espressione di rimorso fugace attraversa il suo volto.

Senza dire una parola, mi lascia andare e si allontana dal letto, lasciandomi sola. Mi siedo sul letto, le guance ancora brucianti dallo schiaffo di Vittorio. Con mano tremante, prendo un asciugamano e lo intingo nell'acqua fredda del lavandino. Con delicatezza, passo l'asciugamano umido sulle mie guance, cercando di lenire il dolore e di placare le lacrime. Il contatto fresco dell'acqua mi rinfresca e mi aiuta a calmare i nervi.

Dopo aver lavato via le tracce delle lacrime, prendo il mio pigiama e lo indosso lentamente, cercando di allontanare i pensieri tumultuosi che affollano la mia mente. Una volta vestita, mi accoccolo sotto le coperte e mi avvolgo nel tepore del letto. Le tensioni della serata si sciolgono lentamente mentre mi lascio cullare dalla stanchezza. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare via dalla quiete del sonno, sperando che il nuovo giorno porti con sé una nuova luce.

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