Appena mi muovo, sento il movimento accanto a me. Vittorio si sveglia con un sobbalzo improvviso, il suo sguardo che mi segue mentre mi alzo con cautela dal letto. Silenziosamente mi vesto, cercando di non fare rumore, mentre Vittorio si alza dal letto e si avvicina a me "Dove credi di andare?" chiede con voce bassa e minacciosa, il tono carico di tensione. "A fare colazione" rispondo con voce tremante. "Non hai bisogno di vestirti," dice con un sorriso malizioso, mentre il suo sguardo brucia di desiderio. Le sue mani afferrano i miei capelli con forza, tirandomi verso di lui con violenza. "Apri la bocca," ordina con voce roca, il suo tono non lascia spazio a discussioni. Mi sento come se fossi in trappola, senza via d'uscita da questa situazione terribile. Con le lacrime agli occhi, obbedisco al suo comando, sentendo il suo membro duro contro le mie labbra mentre mi costringe a prenderlo in bocca. Il disgusto si insinua dentro di me mentre sento il seme di Vittorio riempire la mia bocca, costringendomi a ingoiare contro la mia volontà. Il mio stomaco ribolle di nausea mentre combatto contro l'istinto di rigettare quel liquido amaro. Con uno sforzo disperato, ingoio, ma la sensazione di disgusto diventa soverchiante, e il riflesso del vomito diventa incontenibile. Con un gemito soffocato, il mio corpo si contorce mentre il vomito si riversa dalla mia bocca, una marea di disgusto che mi invade. Con gentilezza, Vittorio mi afferra il braccio e mi solleva con cautela dal pavimento, mi guida verso il bagno con premura, il suo contatto freddo sulla mia pelle contrasta con il calore della vergogna che mi avvolge. "Ti faccio fare la doccia," mormora, la sua voce ora priva di quel tono minaccioso che aveva prima. Mi siedo sulla tazza del water mentre il mio stomaco si ribella ancora una volta, la sensazione di disgusto che mi pervade completamente. Vittorio mi porge una mano asciugandomi il viso con gentilezza "Ti senti meglio?" chiede Vittorio, il suo tono ora più compassionevole. Non riesco a guardarlo negli occhi, così scuoto appena la testa in segno negativo. Sotto la doccia, l'acqua calda scorre lungo il mio corpo e le sue mani fanno lo stesso.
Torniamo in camera, Vittorio si avvicina dolcemente, la sua mano posata con delicatezza sulla mia pancia. Con un sospiro, mi accoccolo accanto a lui, trovando conforto nel suo abbraccio. "Ti prego, lascia che qualcuno lo cresca come meriti" sussulto guardando la sua mano sul mio ventre. "Tutti e due possiamo dargli una vita migliore," mormora Vittorio con voce tenera, i suoi occhi fissi sui miei con determinazione. "Non posso lasciarlo andare, Elisa. È nostro figlio, parte di noi." La sua mano si stringe leggermente sul mio ventre, come se volesse proteggerlo da tutto il mondo esterno. Ma io sento il peso delle mie paure, la paura di non essere abbastanza per questo bambino e di non potermi costruire un futuro "Io non lo voglio" affermo decisa "Non posso rinunciare al mio futuro per un bambino che non sono pronta ad accogliere."
"Non puoi farlo!" grida, le vene sul collo che pulsano di tensione. Mi sento accerchiata, impotente di fronte alla sua furia crescente. "Vittorio, per favore, calmati," imploro con voce tremante. "Non puoi togliermelo! È mio figlio," grida, il suo viso contratto dalla disperazione. Le sue mani stringono il mio collo con una forza implacabile, il mondo intorno a me si annebbia mentre il terrore mi avvolge "Per favore, smettila!" imploro con voce strozzata, cercando invano di liberarmi dalla sua presa. Con un movimento improvviso, Vittorio mi afferra il viso con una mano vigorosa e mi schiaccia le labbra con le sue. Il bacio è violento, pieno di una passione distorta e disperata. La sua bocca brucia sulla mia, un misto di desiderio e rabbia che mi lascia senza fiato. La sua presa è ferma, implacabile, come se volesse imprimermi la sua volontà con ogni mossa. E io, sotto il peso del suo bacio, mi sento annegare, impotente di fronte alla sua forza devastante. Con un gesto brusco, Vittorio si allontana, lasciandomi sola nel caos delle mie emozioni contrastanti. La sua figura si staglia nel buio della stanza, mentre io resto lì, tremante e confusa, cercando di capire cosa è successo. Le lacrime mi bruciano gli occhi mentre il peso della situazione mi schiaccia, rendendomi fragile e vulnerabile. "Vittorio..." sussurro, la mia voce soffocata dall'emozione. Ma è troppo tardi, lui è già lontano, e io resto sola con i miei pensieri tumultuosi.
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Mine
ChickLitElisa, dopo il divorzio dei genitori, sarà costretta a iniziare una nuova vita con la compagna del padre e suo figlio Vittorio