29. Dichiarazioni

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Mentre mi trovo nel limbo tra veglia e sonno, sento improvvisamente la porta della mia camera aprirsi leggermente. Alzo leggermente la testa, curiosa di vedere chi sia, e sorrido quando vedo Luca entrare, vestito con la sua divisa sportiva e con un pacchetto di biscotti in mano. "Hey, come va?" chiedo con un sorriso, accogliendo la sua presenza con calore. Luca si avvicina al letto, un'espressione giocosa sul volto. "Non sei scesa a pranzo, immagino hai fame," annuncia, agitando il pacchetto di biscotti davanti a me. "Hai indovinato," rispondo con un sorriso, sentendomi grata per la sua premura. "Grazie per i biscotti, sei il migliore!"

Luca sorride soddisfatto e si siede sul bordo del letto accanto a me, aprendo il pacchetto di biscotti e offrendomene uno. "Ecco qui, i tuoi preferiti," dice con un tono divertito "Come mai non sei scesa? Papà ha detto che non stavi tanto bene, ma Vittorio dice che hai le fisime"

"È proprio per Vittorio che non sono scesa" mi confesso con mio fratello. Luca alza un sopracciglio interrogativo, guardandomi con interesse. "Cosa intendi?" chiede, la curiosità dipinta sul suo volto. Respiro profondamente, cercando di trovare le parole giuste per spiegare la mia situazione. "È solo che... Vittorio e io abbiamo avuto una discussione, e non mi sentivo di affrontarlo di nuovo a tavola davanti a papà e sua madre che l'avrebbero difeso a spada tratta," spiego, cercando di non addentrarmi troppo nei dettagli. "Beh, se non volevi farlo davanti a loro hai tutta la sera per farlo in concessionario" afferma prendendo anche lui un biscotto. Lo guardo perplessa "Perchè?" chiedo. "Papà mi accompagna alla partita e Alice vuole venire a vedere" mi risponde. "Posso venire con voi?" chiedo speranzosa "Non che voglia fare amicizia con Alice ma è sicuramente meglio di Vittorio"

"Ho solo due biglietti, e quello tuo se l'è preso Alice" mi risponde Luca dispiaciuto "Perchè non provi a chiarire con Vittorio?".

"Perchè quel figlio di puttana è uno stronzo egoista" rispondo agiata "Le cose tra me e Vittorio sono complicate. Non posso semplicemente far finta che nulla sia successo."

Luca sembra riflettere sulle mie parole per un istante, poi annuisce lentamente. "Capisco," ammette, guardandomi con empatia. "Ma forse è meglio chiarire le cose prima che la situazione peggiori."

"Non può peggiorare più di così" rispondo. "Vittorio è un ragazzo tranquillo, cosa ti ha detto per farti infuriare così tanto?" mi chiede volendo sapere più di quanto gli convenga. "Luca, per favore non insistere" rispondo fredda. "Fai come vuoi" sbuffa alzandosi "Ci vediamo domani mattina" aggiunge mentre esce dalla mia camera. Mi alzo dal letto avvicinandomi alla finestra dove mi appoggio guardando la macchina già pronta a partire. Anche se Luca non sa la verità su di noi, preferisco non coinvolgerlo ulteriormente nei miei problemi. Guardo fuori dalla finestra, lasciando che il silenzio della stanza avvolga i miei pensieri mentre cerco di trovare una soluzione alla confusione che mi circonda. Mentre la macchina si allontana, il silenzio della stanza sembra amplificare il tumulto dei miei pensieri. Guardo fuori dalla finestra, cercando conforto nel paesaggio che scorre lentamente davanti a me.

La porta si apre di scatto e Vittorio fa il suo ingresso, il suo sguardo intenso e determinato mi fa rabbrividire. Avvicinandosi con passo deciso, "Non ti ho detto che potevi entrare" affermo sentendomi in trappola. "Non devo chiedere il permesso a casa mia" mi risponde arrogante afferrandomi. La sensazione di impotenza mi avvolge mentre cerco disperatamente di resistere al suo controllo, ma le sue mani sono ferme e decise. "Vittorio, smettila," sussurro, cercando di liberarmi dalla sua presa, sentendo la paura farsi strada dentro di me. Ma le sue mani sono ferme e decise, e sento il panico crescere mentre cerco disperatamente di respingerlo. "Elisa, ti prego, ascoltami," mormora contro il mio orecchio, la sua voce carica di desiderio e determinazione "Tu sei come una droga, la tua presenza mi inibisce, levandomi ogni controllo" sussurra stando col fiato sul mio collo "Sappiamo solo noi la verità di ciò che accade quando siamo soli, e non voglio che cambi, ma tu mi calmi più delle puttane".

Riesco appena a trattenere un gemito di disagio mentre le sue mani cominciano a spogliarmi con una lentezza tormentata, come se volesse gustare ogni momento di quel momento di intimità. Il mio corpo trema sotto il suo tocco, una miscela di desiderio e repulsione che mi confonde completamente. Le sue mani scorrono lungo la mia pelle, lasciando una scia di fuoco e brividi. Il suo sguardo ardente si fissa sul mio, trasmettendo un desiderio bruciante che mi fa arrossire e rabbrividire allo stesso tempo. "I tuoi occhi mi fanno perdere la testa, come la prima volta che ti ho vista, quando sei entrata nella mia stanza, quando mi hai sfidato. Mi piace tutto di te".

Le mie labbra tremano mentre cerco di pronunciare delle parole di protesta, ma il suo desiderio mi travolge, annebbiando ogni pensiero razionale. Sento il calore del suo corpo contro il mio, eppure allo stesso tempo mi sento fredda, come se il gelo della paura avesse congelato ogni altra sensazione. Le sue mani esperte continuano a spogliarmi, con una lentezza tortuosa che mi fa impazzire. Il mio respiro diventa sempre più affannoso, il cuore batte freneticamente nel petto mentre mi abbandono al vortice delle emozioni contrastanti. Mi trovo distesa sotto di lui, il suo corpo sovrastante il mio, il suo respiro caldo sul mio viso. "Ti prego, Vittorio..." sussurro, cercando disperatamente di raggiungere una fessura di lucidità nella tempesta dei miei pensieri. Ma le mie parole vengono soffocate dal suo bacio ardente, i suoi labbra che trovano le mie in un abbraccio che brucia come il fuoco. La passione ci avvolge come un mantello, il desiderio che ci consuma in una danza senza fine. La stanza si riempie del suono dei nostri respiri affannati, il battito dei nostri cuori che batte all'unisono mentre ci avviciniamo sempre di più al limite dell'estasi. Le sue mani esplorano il mio corpo con una dolcezza ardente, tracciando percorsi di fuoco lungo la mia pelle mentre la sua presenza mi avvolge. Mi abbandono completamente al suo tocco, lasciando che ogni carezza mi trasporti. E quando finalmente raggiungiamo il culmine del piacere, ci lasciamo andare completamente, abbandonandoci al piacere travolgente che ci travolge in un turbine di emozioni. È un momento di pura euforia, in cui il mondo esterno svanisce e siamo solo noi due, uniti nell'estasi.

Tra respiri affannati e sospiri di piacere, i nostri sguardi si incontrano in un'intesa che va oltre le parole. "Elisa..." sussurra Vittorio, la sua voce impregnata di desiderio e devozione. "Sei tutto per me, lo sai vero?" continua, i suoi occhi bruciando di passione mentre mi guarda intensamente. Resto in silenzio, spaventata. Vittorio abbassa lo sguardo per un istante, forse percependo la mia esitazione. "Elisa, non ho mai provato nulla del genere per nessuno," continua, la sua voce vibrante di emozione. "Sei diversa da tutte le altre."

I suoi occhi implorano una risposta, ma io resto immobile, incapace di muovere un solo muscolo. "Dovrei essere tua sorella" riesco a balbettare voltandomi per evitare il suo sguardo. Le mie parole escono a fatica, cariche di dolore e confusione. Vittorio si blocca, il suo sguardo sfiora il vuoto mentre cerca di elaborare ciò che ho detto. "Elisa, lo so," ammette con voce sommessa, la delusione palpabile nel tono delle sue parole. "Ma non riesco a controllare i miei sentimenti per te."

Vittorio si avvicina lentamente, la sua mano che cerca la mia con cautela. "Non possiamo negare ciò che proviamo, Elisa," mormora con voce flebile. Il suo tocco è delicato, come se temesse di rompere un fragile equilibrio. I suoi occhi imploranti cercano i miei, mentre il suo tocco delicato accarezza la mia pelle con una dolcezza tormentata. "Siamo stati attratti l'uno dall'altra fin dall'inizio," continua, la sua voce vibrante di emozione contenuta. "Non possiamo fingere che i nostri sentimenti non esistano."

Mi stringo leggermente, sentendo il calore della sua mano contro la mia pelle, un contatto che risveglia un turbine di emozioni contrastanti dentro di me. "Ma siamo fratellastri," sussurro, la mia voce traballante mentre cerco di afferrare un barlume di razionalità in mezzo al caos delle mie emozioni. Vittorio si inchina leggermente verso di me, il suo sguardo intenso che cerca disperatamente il mio. "Non importa ciò che il mondo pensa," dichiara con fermezza, i suoi occhi ardenti di determinazione. "Ciò che conta è ciò che proviamo l'uno per l'altra."

Il mio cuore batte veloce nel petto, una danza frenetica che riflette la confusione che mi attanaglia. Ci avviciniamo lentamente, quasi senza rendercene conto, finché i nostri corpi si sfiorano delicatamente, il calore del suo corpo si fonde con il mio. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla sensazione di pace, addormentandoci avvolti l'uno nell'altro.

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