38. Nuovi Nonni

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Mentre scendo le scale, posso sentire il mio cuore battere velocemente nel petto, l'ansia che mi stringe lo stomaco. Vittorio mi segue con uno sguardo carico di tensione, ma non dice una parola. Una volta giunti al piano inferiore, trovo mio padre e gli altri pronti "Andiamo con una sola macchina" afferma Alice guardando il figlio che annuisce. Con un sospiro di sollievo, salgo a bordo della macchina, stringendo le mani intorno alla mia borsa mentre Vittorio si siede accanto a me, il suo sguardo ancora carico di risentimento. "Tutto bene ragazzi?" chiede papà. "Ho sonno" sbadiglia Luca che si butta su di me.

Mentre il paesaggio rurale scorreva oltre il finestrino, la mano di Vittorio scivola sulla mia coscia scoperta con un contatto che mi fa rabbrividire. Respiro profondamente, cercando di ignorare la sensazione sgradevole che il suo tocco mi provoca. "Vittorio..." sussurro, cercando di allontanare delicatamente la sua mano, ma lui non sembra prestare attenzione, mantenendo la sua presa ferma e decisa. Nel frattempo, papà continua a guidare concentrato sulla strada, mentre Alice chiacchiera animatamente con lui, apparentemente ignara della tensione che si è creata all'interno dell'auto. Luca, seduto accanto a me sul sedile posteriore, osserva silenziosamente il paesaggio che scorre oltre il finestrino, completamente assorto nei suoi pensieri.

La macchina si avvicina alla maestosa villa circondata da verdi campi e alberi secolari. Papà parcheggia la macchina davanti all'ingresso principale, e scendiamo uno dopo l'altro, accolti dal canto degli uccelli e dalla dolce brezza che carezza la nostra pelle. "Arrivati" sorride Papà scendono dalla macchina. Ci avviciniamo all'ingresso principale della villa, dove una dolce brezza primaverile ci accoglie con il suo tepore rassicurante. Papà ci guida con passo sicuro, mentre io e Luca osserviamo con curiosità ogni dettaglio di questa dimora elegante e imponente. La donna anziana, dai capelli argentei raccolti in uno chignon impeccabile, indossa un abito floreale dai colori vivaci che accentua la sua eleganza; si avvicina con un sorriso gentile, accogliendoci con un abbraccio caloroso. "Benvenuti, ragazzi," dice con voce dolce, i suoi occhi rugosi brillano di affetto mentre ci osserva. Suo marito, dall'aspetto signorile, sorride con gentilezza, con una mano posata con grazia sulla spalla della moglie, trasmettendo un senso di sicurezza e calma. "Siamo felici di avervi qui," dice con voce profonda, il suo sorriso sereno rassicurante. "Grazie per averci accolti così calorosamente," rispondo con un sorriso sincero, sentendomi immediatamente a mio agio tra i nonni di Vittorio. Luca annuisce con entusiasmo, aggiungendo: "Sì, è davvero bello essere qui."

Con un gesto ospitale, la coppia ci invita ad entrare nella loro casa. Attraversiamo il portone d'ingresso e ci troviamo immersi in un'atmosfera accogliente e familiare. I mobili eleganti e i tappeti morbidi donano un'aria di calda familiarità all'ambiente, mentre il profumo di cibo appena preparato fluttua nell'aria. Vittorio si trasforma davanti ai suoi nonni, il suo volto assume un'espressione dolce e gentile, i suoi modi diventano garbati e affettuosi. Si china per abbracciare la nonna, trasmettendo un senso di affetto sincero, e si rivolge al nonno con rispetto e cordialità. "Nonna, nonno, quanto mi mancavate," dice con voce calda, i suoi occhi luminosi di gioia nel riabbracciarli.

Entriamo nella sala da pranzo, dove una tavola imbandita ci attende con un'eleganza senza tempo.Il profumo invitante del pranzo ci avvolge mentre ci sediamo, e l'atmosfera è pervasa da una piacevole sensazione di intimità familiare. "Mangiate, ragazzi," incoraggia il nonno con un sorriso affettuoso.

Dopo aver finito il pranzo, Alice si offre di aiutare sua mamma a sparecchiare, mentre mio papà e suo suocero si dirigono verso il salotto per un po' di. Io, Luca e Vittorio decidiamo di fare una passeggiata nel gazebo nel giardino. Mentre ci dirigiamo verso il gazebo, posso sentire il fruscio delle foglie sotto i nostri passi e il dolce cinguettio degli uccelli che riempie l'aria. Il sole filtra tra le foglie degli alberi, creando un gioco di luci e ombre sul prato verde. Ci sediamo sui comodi divani del gazebo, godendo della pace e della serenità del luogo. Mentre osserviamo il panorama davanti a noi, sento improvvisamente la mano di Vittorio posarsi sulla mia coscia. Un brivido di disgusto mi attraversa mentre cerco di ignorare il suo contatto indesiderato. Luca, seduto accanto a me, sembra sempre più teso e disgustato dalla situazione.

"Vittorio, smettila," sibilo con voce tremante, cercando di liberarmi dalla sua presa. Ma lui non sembra affatto preoccupato dalle mie parole, mantenendo la sua mano saldamente posata sulla mia coscia. Luca stringe i pugni con rabbia contenuta. "Basta, Vittorio," mormora con voce dura, fissando suo fratello con uno sguardo gelido. Ma Vittorio non si lascia intimorire, continuando a fissarmi con un sorriso malizioso. "Stanne fuori, Luca," minaccia con voce bassa e pericolosa, facendomi tremare per la sua aggressività latente. "Ti ha detto di mestterla" insiste mio fratello cercando di proteggermi. Vittorio, con un'espressione feroce, alza la mano e colpisce Luca con un sonoro schiaffo. Un silenzio pesante avvolge il giardino mentre Luca, sorpreso dal colpo, si tiene la guancia con una mano, gli occhi pieni di rabbia contenuta. "Come osi?" urla Luca, la sua voce tremante di rabbia e dolore. "Basta!" grido io, interponendomi tra i due. Ma Vittorio è fuori controllo, la sua rabbia palpabile nell'aria. "La testardaggine è di famiglia," tuona Vittorio, il suo sguardo freddo e implacabile. "È meglio che impari a tenere la tua bocca chiusa, Luca, o le conseguenze saranno peggiori."

"P-per favore, lui non ha fatto nulla," singhiozzo cercando di proteggere mio fratello da Vittorio. Ma prima che potessi dire altro, Vittorio si scaglia contro di me, colpendomi con uno schiaffo. "Non dovresti nemmeno parlare, Elisa!" ringhia con voce carica di rabbia, la sua mano sollevata per un altro colpo.

"Basta!" grida Luca, cercando di fermare Vittorio, ma viene spinto a terra con violenza. Sentendo la sua presenza accanto a me, mi sento ancora più impotente, intrappolata in un vortice di terrore e disperazione. "Vieni con me," mormora Vittorio con voce minacciosa, trascinandomi via con forza, ignorando completamente la mia resistenza. La sua presa è implacabile, e mentre mi allontana dalla vista di Luca, so di essere sola con il mio aguzzino.

Proseguiamo lungo il sentiero che porta al lago, i miei passi incerti sul terreno irregolare. Vittorio cammina con passo deciso, la sua determinazione palpabile nell'aria. Arriviamo alla riva del lago, dove l'acqua calma si riflette sotto il sole del pomeriggio. La sua mano serrata intorno al mio braccio mi fa rabbrividire di paura, ma cerco di mantenere la calma, anche se il mio cuore batte furiosamente nel petto. "Mettiti in ginocchio," ordina Vittorio con voce dura, indicando un punto sulla riva del lago.Risalgo lo sguardo verso di lui, incontrando il suo sguardo intenso e minaccioso. "Per favore, Vittorio, non farlo," supplico, cercando disperatamente di ragionare con lui."Non hai scelta," ribatte lui con fermezza, la sua voce tagliente come una lama. "Ora, fallo!"Con un nodo in gola, mi piego in ginocchio sulla riva del lago, sentendo la fredda ghiaia sotto di me. Lui mi guarda con determinazione, il suo volto impenetrabile come una maschera. "Adesso, dimmi che sei mia," ordina con voce tagliente, il suo sguardo che brucia nel mio. Respiro affannosamente, cercando di trovare il coraggio di resistere. "Io... Io non sono tua,"

Vittorio si avvicina, la sua figura imponente che domina la mia, si china leggermente, avvicinandosi ancora di più, finché il suo volto è a pochi centimetri dal mio. Posso sentire il suo respiro caldo sul viso mentre i suoi occhi bruciano nella mia anima. "Perchè continui a sfidarmi?" mi chiede prendendomi il mento "Sei mia, Elisa," insiste con voce cupa, la sua voce carica di autorità. "Lo accetterai prima o poi."

Poi, con un gesto rapido e brutale, si rialza, il mio corpo trema dalla paura mentre le sue mani afferrano i miei capelli con forza. Sentendo la mia riluttanza, le sue dita si serrano ancora di più sui miei capelli, costringendomi a inclinare il capo. La sua voce diventa un sibilo minaccioso. "Dimmelo, Elisa," ordina con fermezza, la sua voce tagliente come una lama. "Dimmi che sei mia."

"Si, sono tua" sussulto con voce tremante. Le sue dita stringono ancora di più i miei capelli, causandomi dolore, mentre il mio cuore batte selvaggiamente nel petto. Il peso opprimente della sua presenza mi sovrasta, lasciandomi senza via di fuga. "Brava ragazza," sussurra con una voce che brucia come il fuoco, un sorriso malizioso danza sulle sue labbra mentre la sua mano si allontana lentamente dai miei capelli. Mi offre la mano per aiutarmi a alzarmi. Mi aggrappo alla sua mano e lentamente, mi alzo in piedi, sentendo il mio corpo tremare ancora. Il suo sguardo continua a fissarmi, come se volesse scrutare ogni singolo pensiero che passa nella mia mente. Tenendomi per mano lo seguo senza fiatare.

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