Arriviamo finalmente a casa, il respiro affannoso di sollievo si mescola al suono del motore che si spegne con un sospiro di rilascio. Vittorio si volge verso di me con uno sguardo carico di premura e attenzione, le sue mani forti che mi sostengono mentre scendiamo dalla macchina."Vieni, Elisa," mi incoraggia con dolcezza "Ti accompagnerò in camera."Mi aggrappo a lui, arrivati davanti alla mia porta, Vittorio mi guarda con tenerezza nei suoi occhi scuri. "Andrò a prepararti qualcosa da mangiare," annuncia con gentilezza, il suo sorriso confortante mentre si china per darmi un bacio sulla fronte.Lo guardo con gratitudine, il mio cuore che si scioglie di fronte alla sua premura. "Grazie, Vittorio," sussurro con voce sommessa, le mie parole un'eco flebile nel silenzio della notte.Lui mi sorride dolcemente, prima di voltarsi e scomparire lungo il corridoio. Mi ritrovo sola di fronte alla mia porta, la mia mente annebbiata dalla stanchezza e dall'emozione.Entro nella mia camera e mi siedo sul letto, il suo calore ancora palpabile intorno a me. Mi spoglio lentamente dei vestiti sporchi e usurati, il mio corpo che brama il conforto di un abbraccio sicuro e protettivo.Poco dopo, la porta si apre di nuovo e Vittorio fa il suo ingresso, un pigiama pulito e morbido in mano. "Ecco, Elisa," mi dice con gentilezza, il suo sorriso rassicurante mentre mi porge il vestito da notte. "Indossa questo e vai a letto"
Con un sospiro tremante, prendo il pigiama dalla sua mano, cercando di non far trasparire la mia ansia. Le sue mani si avvicinano al mio corpo, pronte ad aiutarmi a indossare il vestito da notte, ma il contatto mi fa rabbrividire di terrore. La sua presenza è come un'imponente montagna, ma io mi sento come una foglia sospinta dal vento, fragile e vulnerabile. Il suo tocco, anche se gentile, evoca un senso di oppressione dentro di me, come se fossi intrappolata in una prigione invisibile. Con un nodo alla gola, mi lascio aiutare da lui a infilare il pigiama, cercando di non far trasparire il mio stato d'animo turbato. Vittorio mi sorride con gentilezza una volta completato l'incarico, ma nei suoi occhi posso ancora vedere la lama affilata della sua autorità. "Andrà tutto bene, Elisa," mi assicura con voce calma e rassicurante, ma la mia paura non svanisce. Con un sorriso tremante sulle labbra, mi siedo sul letto, cercando di nascondere la mia fragilità dietro una maschera di indifferenza. Chiudo gli occhi e mi abbandono al sonno.
La luce del mattino filtra attraverso le tende socchiuse, illuminando la stanza con un bagliore tenue e accogliente. Mi siedo sul letto, il cuore ancora pesante di ansia e paura, Con un respiro profondo, mi alzo dal letto e mi avvicino alla finestra, lasciando che i primi raggi del sole accarezzino il mio viso. Mi vesto lentamente, cercando di prepararmi mentalmente per quello che mi aspetta là fuori. Con passo deciso, esco dalla stanza e mi avvio verso la cucina, dove Alice è seduta con fare rigido, il suo sguardo freddo e distante. Vittorio, d'altra parte, è in piedi di fronte a sua madre, il suo volto contorto dall'ira mentre cerca di far valere la sua autorità. "Non puoi continuare così, Vittorio," dice Alice con voce ferma, il suo tono che non ammette repliche. "Le tue azioni mettono a rischio non solo te stesso, ma anche la nostra famiglia."
Vittorio stringe i pugni con rabbia repressa, il suo sguardo che fulmina Alice con intensità. "A differenza tua io cerco di fare il meglio per gli affari, mamma," ribatte con voce dura, il tono carico di sfida. Alice e Vittorio si voltano entrambi verso di me, i loro sguardi freddi e duri che si ammorbidiscono leggermente di fronte alla mia presenza. Vittorio abbassa lentamente i pugni, la sua espressione tesa che si ammorbidisce leggermente mentre mi guarda. "Elisa," mormora con voce più calma, il tono meno aggressivo rispetto a prima. "Cosa fai qui?"
Mi avvicino con passo incerto, cercando di nascondere la mia ansia dietro una maschera di calma. "Volevo solo... prendere qualcosa da bere," rispondo con voce flebile, evitando di incontrare il suo sguardo. Vittorio si volta verso di lei, un'espressione di sfida ancora presente sul suo volto. "Mamma, possiamo continuare questa discussione più tardi," afferma con voce dura, il tono che non ammette repliche. "Ho delle questioni urgenti da risolvere."
Alice annuisce lentamente, il suo sguardo che si posa su di me per un istante prima di tornare a Vittorio. "Va bene," risponde con voce calma, il suo tono che trasmette una certa rassegnazione. "Elisa" mi chiama Alice "Ti va di andare a vedere il vestito per il matrimonio?" mi chiede con gentilezza. "Ma ho così tanti vestiti che non ho usato, pensavo di indossare uno di quelli, non vorrei farti spendere più di quanto meriti".
"Elisa, stai per entrare ufficialmente a far parte della famiglia" mi sorride con gentilezza "Non preoccuparti per i soldi, Elisa," mi assicura con gentilezza. "Voglio che ti senta a tuo agio e speciale in questo giorno così importante per noi. Andiamo insieme a scegliere il vestito," Accolgo con gioia la sua proposta, grata di avere qualcuno con cui condividere questo momento importante.
Entriamo in un elegante negozio di alta moda, dove l'atmosfera è pervasa da un senso di lusso e sofisticatezza. Gli abiti esposti sono dei veri capolavori di design, "Questo posto è assolutamente meraviglioso," ammetto con un sorriso, mentre gli occhi brillano di eccitazione.Alice mi osserva con orgoglio e affetto, la sua mano delicatamente posata sulla mia spalla. "Scegli ciò che ti piace di più, Elisa," mi incoraggia con dolcezza. "Oggi è un giorno speciale per entrambe."Sono un po' intimidita dalla grandiosità del negozio e dalla vasta selezione di abiti costosi. "Guarda questo," suggerisce Alice con un sorriso, indicando un elegante abito rosa. "Potrebbe essere perfetto per te."
Mi avvicino all'abito con cautela, ammirando i dettagli intricati e la leggerezza del tessuto. Non posso fare a meno di ammirare la bellezza dell'abito, ma il pensiero del suo prezzo mi rende esitante. "È stupendo," ammetto con un sospiro, Alice mi guarda con gentilezza, la sua espressione rassicurante "Perchè non lo provi?" suggerisce gentilmente. Con un respiro profondo, mi dirigo verso i camerini, dotati di poltrona e un'enorme specchio. Con cura, scivolo dentro l'abito rosa, sentendo il tessuto morbido e leggero avvolgermi delicatamente. Con un sospiro di meraviglia, ammiro il riflesso nello specchio mentre l'abito si adatta alle mie curve con eleganza."Come ti senti?" chiede Alice con gentilezza, la sua voce filtrando attraverso la porta del camerino. "Non so, forse ne possiamo trovare uno simile con un prezzo più basso" affermo uscendo dalla porta. "Sei bellissima," mi assicura Alice con calma, le sue parole che mi riempiono di calore e gratitudine "Lo prendiamo" afferma poi. "Sei sicura?" chiedo incerta, desiderosa di non gravare troppo sulle finanze di Alice. "Elisa, so che non mi vedi come una madre, ed è comprensibile visto che hai la tua, ma siamo una famiglia e non voglio negarti qualcosa che posso darti" afferma con gentilezza. "Posso chiederti una cosa?" chiedo titubante. Lei si limita ad annuire "Tu sei ricca, i tuoi genitori sono ricchi...perchè hai scelto mio padre? Noi non siamo ricchi"
Con uno sguardo pensieroso, Alice prende un momento prima di rispondere, come se stesse cercando le parole giuste da dire. "Elisa, ci sono molte cose nella vita che non possono essere valutate solo in base al denaro," inizia, la sua voce calma e riflessiva. "Ho scelto tuo padre perché mi fa sentire viva, amata e apprezzata," continua Alice, il suo sguardo incontrando il mio con sincerità. "E non ti ha mai preoccupato il fatto che avesse una moglie?" gli chiedo poi pensando a mia mamma. "È stata una situazione complicata" ammette poi. "Non hai mai pensato che forse tu eri sono un'amante?" le chiedo poi. "Elisa, ma che ti prende?" mi chiede lei senza rispondere. "Io non voglio i vostri soldi, non voglio essere ricca se poi non ho una famiglia che tiene a me" affermo con sicurezza rientrando nel camerino per rimettere i miei abiti. "Elisa, aspetta," mi supplica, cercando di affrontare la mia repentina decisione. "Ti prego, non fare così, possiamo parlarne." afferma Alice, ma non l'ascolto. "Torno con l'autobus" la informo lasciandole il vestito tra le braccia per lasciare quel negozio, quel centro commerciale che mai ho odiato così tanto in vita mia.

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Mine
Chick-LitElisa, dopo il divorzio dei genitori, sarà costretta a iniziare una nuova vita con la compagna del padre e suo figlio Vittorio