19. Orgia

318 5 0
                                    

Dopo aver scambiato qualche parola, ci sediamo nel soggiorno accogliente. L'atmosfera rilassata della casa dell'amico mi permette di distendermi un po' e di dimenticare per un momento i problemi a scuola e le tensioni familiari.

"Posso offrirti qualcosa da bere?" mi chiede Marco, indicando il tavolino vicino. "Va bene, grazie," rispondo con un sorriso, apprezzando il suo gesto premuroso.

Mentre Marco si dirige verso la cucina, mi lascio cullare dal calore dell'ambiente e dalla gentilezza del suo gesto. Finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, almeno per un breve istante.

Mentre mi lascio cullare dall'atmosfera accogliente del soggiorno di Marco, arriva un altro ragazzo, uno dei suoi amici. Ci salutiamo con un sorriso mentre si unisce a noi sul divano. La conversazione scorre naturalmente tra noi mentre ridiamo e scherziamo, dimenticando per un attimo le preoccupazioni.

Tuttavia, il mio momento di tranquillità viene interrotto quando l'amico di Marco riceve un messaggio sul telefono. "Oh, è Vittorio," annuncia, leggendo il testo con un'espressione sconvolta.

Curiosa e un po' ansiosa, mi avvicino un po' per sentire meglio. "Cosa dice?" chiedo, cercando di mantenere un tono leggero nonostante l'agitazione che sento crescere dentro di me.

L'amico di Marco solleva lo sguardo da telefono e mi guarda con uno sguardo imbarazzato. "Dice che vuole organizzare un'orgia a casa sua questa sera," rivela, arrossendo leggermente.

Un brivido di disgusto mi attraversa mentre sento le sue parole. Non riesco a credere a ciò che sto sentendo. "Ma che schifo!" esclamo involontariamente, coprendo la bocca con la mano. "Sarebbe una serata interessante," commenta Marco, il suo tono rivelando un mix di eccitazione e nervosismo.L'altro amico di Marco annuisce, apparentemente d'accordo. "Sì, potrebbe essere divertente," concorda, anche lui mostrando un certo entusiasmo.

La mia mente è in tumulto mentre tento di elaborare la situazione. Non posso credere che stiano seriamente considerando l'idea di partecipare a un'orgia organizzata da Vittorio. "Ma cosa vi succede in testa?" chiedo, lo sguardo pieno di incredulità.

Marco si gira verso di me con un sorriso malizioso. "Oh, Elisa, non sei mai stata del tipo che si perde le occasioni," osserva, cercando di convincermi. "Potrebbe essere divertente, no?"

L'altro amico di Marco annuisce ancora una volta. "Esatto, e non abbiamo nulla da perdere," aggiunge, provando a tranquillizzarmi.

Mi sento ancora più disgustata e confusa dalla loro reazione. "Io non parteciperò a questa follia," dichiaro con fermezza, scuotendo la testa con determinazione.

Rimango determinata nella mia decisione mentre lasciamo la casa di Marco. L'aria fresca della sera mi aiuta a chiarire le mie idee mentre camminiamo lungo il vialetto verso casa mia.

"Sei sicura di non voler venire con noi?" chiede Marco, con un'espressione di delusione stampata sul volto.

"Assolutamente," rispondo con fermezza, sorprendendomi della mia stessa determinazione. "Non voglio avere nulla a che fare con quella situazione."

Marco annuisce, evidentemente rispettando la mia decisione. "Va bene, capisco," dice, mentre raggiungiamo il retro della mia casa per evitare di passare davanti all'ingresso principale, dove si svolgerà l'orgia.

Quando entro nella mia camera, un senso di terrore mi assale. La vista che mi si presenta è orribile: due ragazze e un ragazzo sono nel mio letto, intenti in attività che non voglio neanche immaginare. La mia voce si strozza in gola e un urlo di rabbia e disgusto mi sfugge involontariamente.

"Ma che cosa state facendo qui?!" grido, sentendomi il cuore battere all'impazzata nel petto.

Le tre persone nel letto si voltano di scatto, sorprese dal mio improvviso ingresso. Le ragazze sembrano sbigottite, mentre il ragazzo mi guarda con disprezzo.

"Chi diavolo sei tu?" domanda il ragazzo con un tono sarcastico, evidenziando la sua totale mancanza di rispetto.

Io mi sento completamente fuori controllo, travolta da una furia che non riesco a contenere. "Questo è il mio letto, fuori subito!" urlò, agitando le braccia nel tentativo di scacciare gli intrusi.

Le ragazze si affrettano a raccogliere i loro vestiti, visibilmente imbarazzate per essere state sorprese in una situazione così imbarazzante. Il ragazzo invece, con un sorriso beffardo stampato sul viso, si alza con calma dal letto, come se fosse il padrone della situazione.

"Non ci hai detto che avresti portato compagnia," dice con un ghigno. La sua arroganza mi fa ribollire il sangue nelle vene ma prima che possa replicare, Vittorio irrompe nella stanza con passo deciso.

"Elisa, smettila!" intima lui, il tono della sua voce carico di autorità. "Ho organizzato un'orgia a casa nostra e tu parteciperai, punto e basta."

La mia rabbia si trasforma in incredulità mentre lo guardo, senza poter credere alle sue parole. "Non parteciperò a nessuna follia del genere!" ribatto con determinazione, cercando di far valere la mia volontà.

Vittorio mi fissa con uno sguardo gelido, le sue mani pugni stretti. "Devi obbedirmi, Elisa," insiste lui con voce dura. "Non hai scelta in merito."
La mia mente è in tumulto mentre ascolto le parole di Vittorio, il cuore martellante nel petto. "Non puoi fare questo," protesto con voce tremante, cercando di trattenere le lacrime di disperazione e impotenza.

Vittorio però mi guarda con indifferenza, come se fossi poco più di un oggetto da manipolare. "Devi fare quello che ti dico." ribatte lui con fermezza. Le sue parole mi tagliano come lame affilate, il mio respiro diventa sempre più affannoso mentre cerco disperatamente di trovare una via d'uscita da questa situazione infernale. Ma prima che possa dire altro, Vittorio afferra il mio braccio e mi trascina con lui lui.

"Prenditi cura di lei," ordina a uno dei suoi amici con un cenno del capo. "Falle ciò che vuoi." continua poi con sorriso malizioso.

Mentre il ragazzo mi trascina con sé verso un posto appartato, il terrore si fa sempre più intenso dentro di me. Imploro con gli occhi, cercando disperatamente di far capire che non voglio essere coinvolta in questa situazione. "Ti prego, non farmi del male," sussurro con voce tremante, le parole che escono dalla mia bocca soffocate dalla paura.

Lui mi guarda con un'espressione di desiderio malizioso, ignorando le mie suppliche. "Hai sentito Vittorio," ribatte con un ghigno. "Devo farti ciò che voglio."

Il mio cuore batte furiosamente nel petto mentre l'orrore mi avvolge come un abbraccio gelido. Mi sento vulnerabile e indifesa, completamente a mercé di questo ragazzo e dei suoi desideri. "Ti prego, non farlo," imploro di nuovo, le lacrime che iniziano a rigare il mio viso.

Ma le mie suppliche sembrano cadere nel vuoto, mentre lui si avvicina sempre di più, il suo respiro caldo che mi accarezza il viso con un tocco di malvagità. "Ti supplico. Di di aver fatto ciò che vuoi ma non farmi nulla. Ti prego" singhiozzo impaurita.

Il ragazzo si ferma improvvisamente di fronte a me, gli occhi che scrutano il mio volto segnato dalla paura e dalle lacrime. Posso percepire un barlume di compassione nel suo sguardo, un dubbio che si insinua tra le pieghe della sua decisione.

"Chi ti ha fatto del male?" chiede con voce calma, un briciolo di preoccupazione trapelando dalle sue parole.

Le mie labbra si aprono per rispondere, ma poi mi blocco. Non posso tradire mio fratello, anche se la sua mano pesa su di me come un macigno. "Non posso dirlo," balbetto, la voce spezzata dalla paura e dalla confusione. "Per favore, ti prego, non farmi nulla."

Il ragazzo mi osserva per un istante, come se stesse cercando di leggere tra le righe dei miei silenzi. Poi, con un sospiro, si allontana da me, lasciando una scia di incertezza nell'aria. Posso sentire il mio cuore battere selvaggiamente nel petto mentre lo vedo allontanarsi, un misto di gratitudine e terrore che mi avvolge come un'ombra inquietante.

MineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora