Capitolo bonus: sessantatré

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"Ti sei divertita?" domandò il turco, lasciandosi cadere sul letto.

Ginevra annuì, levandosi i tacchi con una smorfia dolorante "spero che questo sia il mio primo e ultimo matrimonio, non credo che riuscirei a sopportarne un altro" appena concluse la frase, Kenan lanciò un cuscino addosso alla castana che ridacchiò. "Dai scherzo".

Kenan la tirò a sè "ci laviamo insieme?" domandò, sorridendo maliziosamente e facendo ridere quella che ormai era diventata sua moglie. "Come due sposini, va bene".

"Ma prima devo dirti una cosa" si fermò la castana, spostando dal letto l'enorme vestito che ancora indossava. "Dimmi" Kenan si mise seduto accanto a lei, guardandola con sguardo serio.

"Ti amo tanto Kenan e so quanto questo giorno sia importante per te. Voglio dire anche per me è importante e spero di non rovinarlo dicendoti quel-" il turco la fermò subito e afferrò la sua mano.

Con gli occhi che brillavano parlò "sei incinta?".

Ginevra abbassò lo sguardo, sorridendo "si" rispose. Kenan si alzò in piedi, ridendo "e tu pensavi di rovinarmi la giornata!" esclamò, mettendosi di fronte alla ragazza che rideva con gli occhi lucidi.

Il turco alzò le braccia, come se avesse segnato il goal più bello della sua vita. Tirò in piedi Ginevra e le lasciò un lungo bacio sulle labbra "ti amo, tu mi rendi la persona più felice del mondo aşkım".

E ancora una volta i loro cuori battevano insieme. Si legarono in un lungo bacio.

Kenan fece voltare la castana e con pazienza le tolse il vestito che cadde a terra mentre Ginevra gli sfilò la cravatta ormai quasi del tutto disfatta.

Il turco la fece sdraiare sul letto e con occhi innamorati, passò lo sguardo sul corpo della castana. "Sei stupenda, non pensare mai più che tu possa rovinarmi una giornata" disse Kenan, lasciando un tenero bacio sul collo della ragazza.

"Tu riesci solo a migliorarmele e a migliorarmi, amore mio" scese con le labbra verso il seno di Ginevra che lo seguiva con gli occhi sorridendo mentre posò la mano tra i capelli ormai disfatti di Kenan.

Lasciò un lungo bacio sulla pancia della ragazza e incantenò lo sguardo al suo "io non vedo l'ora di passare il resto della mia vita con voi".

Ginevra lo ascoltò, tirandolo a sè per baciarlo. "Grazie, ti amo". Passarono quella notte a fare l'amore, legati uno all'altro, con le stesse emozioni della prima volta.

"Kenan" sussurrò Ginevra, accendendo la luce sul comodino accanto a lei. "Kenan" alzò la voce, strattonando il calciatore dalla spalla.

Ginevra si tolse le coperte mormorando e Kenan, si alzò con lo sguardo stanco cercando di capire che cosa stesse succedendo. Incrociò lo sguardo con quello della castana ormai in piedi, che indicò il letto.

"Oh mamma!" esclamò il turco, alzandosi di scatto e avvicinandosi a Ginevra. "Dobbiamo andare. Ma non doveva nascere settimana prossima?!" parlò Kenan, aprendo l'armadio e cercando la borsa che Ginevra poche settimane prima aveva preparato con cura.

Con cura aiutò Ginevra a cambiarsi. Le infilò il giubbotto e le lasciò un bacio sulla fronte. "Inizio ad avere male Kenan, ho paura" mormorò Ginevra. Il turco, addolcito dall'espressione della moglie le sorrise "amore, sei fortissima. Stai tranquilla andrà tutto bene".

Kenan non aveva idea di cosa potesse fare per aiutare Ginevra, a dire il vero era anche più agitato di lei, ma non poteva metterle più paura di quanta già ne avesse.

Uscirono di casa, salendo in auto. "Ecco perchè scalciava più del dovuto ieri sera" sbuffò Ginevra, facendo ridacchiare Kenan. "Ha preso tutto dal papà".

"Non c'è la faccio più, vi prego, fatelo uscire" piangeva Ginevra, tenendosi stretta al letto dell'ospedale. Kenan sospirò agitato e afferrò una mano alla ragazza, prima di accarezzarle la fronte spostandole i capelli inumiditi.

Erano passate due ore da quando ormai avevano fatto ingresso all'ospedale. Ginevra aveva sofferto parecchio e Kenan non l'aveva mai lasciata sola.

Durante la gravidanza la ragazza le aveva spesso parlato di quanta paura avesse del parto e lui le aveva sempre promesso che le sarebbe sempre stato accanto, durante tutto il tempo necessario.

"Ok, Ginevra ora devi spingere!" parlò l'ostetrica e la castana obbedì sofferente. Kenan sbuffò, non riusciva a vedere Ginevra in quella maniera, in anni di relazione mai si sarebbe immaginato di riuscire a  vederla così sofferente.

"Basta! Sono stanca, questo è il primo e l'ultimo Kenan" parlò Ginevra, prima di inarcare la schiena dal forte dolore che la stava travolgendo in quel momento. Il turco, si risvegliò e annuì "dai Gine, va bene ma ti prego spingi, tiralo fuori".

Ginevra lo fulminò con lo sguardo "lo sto facendo!" esclamò, cambiando espressione subito dopo qualche secondo "scusami, scusami amore ma io sono stanca".

"Ginevra, ora devi riuscire a spingere! Si intravede la testa del piccolo!" parlò nuovamente l'ostetrica, facendo cenno a Kenan di andare a vedere ma lui rifiutò categoricamente, non volendo rimanere scioccato più di quanto già lo fosse.

La castana, sospirò profondamente e guardò Kenan con le lacrime agli occhi. Gli strinse la mano e spinse nuovamente. Kenan le sorrise e le accarezzò la fronte, senza distogliere lo sguardo da quello di Ginevra.

Dopo diversi minuti, la stanza si riempì del pianto del piccolo neonato. L'infermiera avvolse il piccolo e con delicatezza lo poggiò sul petto di Ginevra, che piangendo, lo accolse a sè sotto lo sguardo commosso di Kenan.

"Oddio, è bellissimo" pianse Ginevra, toccando la piccola mano della creatura appena nata. Kenan le diede un bacio e ammirò il piccolo che piangeva disperato e sorrise.

"Come si chiama?" chiese l'infermiera nel caos de momento. Ginevra asciugandosi le lacrime rispose "Teoman, Teoman Yildiz".

Kenan sbuffò, lasciandosi cadere sul divano, accanto alla moglie. "Non pensavo fosse così difficile". Ginevra lo guardò stranito "lo sai vero che hai cambiato solo un pannolino?".

"E quindi? È difficile lo stesso" parlò il turco, avvicinandosi alla castana che ridacchiò. "Sei bellissima".

Ginevra arrossì. Kenan era sempre fuori luogo, era capace di dirle che era bellissima anche nel momento meno opportuno. Ma amava quel lato del ragazzo.

La faceva sentire amata e voluta. "Smettila, sono distrutta e mi sento orribile". Kenan la guardò dritta negli occhi "non dirlo mai più, sei bellissima Ginevra, lo sei sempre stata e lo sarai per sempre".

La castana sorrise allungandosi per lasciare un bacio all'uomo di cui tanto era innamorata.

Ritornarono entrambi composti sul divano, accoccolati tra loro, approfittando di quelle poche ora dove il bimbo dormiva per stare insieme e parlare della qualsiasi, come avevano sempre fatto.

Ormai era diventato pane quotidiano. Non c'era un giorno dove i due innamorati non parlassero, anche quando discutevano, trovavano sempre un modo per parlarne e risolvere.

Ginevra amava la loro relazione perchè era sana e Kenan era diventato la sua casa e la sua famiglia. Il principe azzurro che molte donne cercavano, lei lo aveva trovato.

La castana si allungò dal divano per afferrare il cellulare sul tavolino, ma scivolò e cadde a terra con lo schermo al suolo.

Le loro mani si scontrarono per raccoglierlo. Kenan sorrise "è un déjà vu".

-Autrice
Come promesso!
Povera Ginevra :,) in tre capitoli l'ho presa e girata rigirata in mille modi, ma l'importante è che lei e Kenan stiano insieme per sempre.
Non mi andava di incentrare un capitolo intero sul bimbo uff scusate :,( Teoman comunque è un nome turco che significa "uomo coraggioso" un nome che comunque porta dietro il significato di coraggio e determinazione! Nome adatto per il figlio di Kenan Yildiz dai...

Questa storia sta volando sempre più e io vi leggo sempre sappiatelo e vi voglio sempre tanto bene!

Ora mi concentrerò sulla storia che sto scrivendo su Lamine Yamal, passate se vi va! <3

Il numero quindici - Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora