Cinque anni dopo
"Spero di aver preso tutto quanto" sospirò Kenan passandosi una mano tra i capelli, pettinandoseli verso l'alto.
Ginevra alzò gli occhi verso la figura del ragazzo, in piedi davanti al letto. Spostò le coperte di lato, alzandosi e tirando le braccia per stiracchiarsi.
Il turco, che osservò addolcito la scena si avvicinò a lei, che posò le braccia che aveva stiracchiato pochi secondi prima, sulle spalle del fidanzato.
I loro occhi, innamorati come la prima volta, si incrociarono e Kenan, sorridendo proferì parola "vieni con me, dai".
La castana sospirò rassegnata. Kenan, numero dieci insostituibile della Juventus, sarebbe dovuto partire quel pomeriggio per affrontare in trasferta il Milan. Ginevra, per quanto avrebbe voluto andare a tifare per il fidanzato, purtroppo doveva studiare per l'ultimo esame prima della laurea.
"Kenan, te l'ho detto: ho l'esame tra non molto e non mi va che vada male" rispose la ragazza, separandosi dal calciatore e sedendosi sul letto. "Puoi studiare in hotel".
Ginevra lo guardò storto "Kenan ogni volta che cerco di studiare in hotel, finisce sempre in tutt'altro modo" concluse, afferrando il telefono con in sottofondo una risata soffocata da parte del turco, che si sedette accanto a lei.
"Vieni, ti prego". Kenan si rivolse nuovamente a Ginevra con uno sguardo dolce e le afferrò una mano, accarezzandola dolcemente. La castana, a quel gesto, distolse lo sguardo dal cellulare gettandolo di fianco a lei sul letto e ridacchiando alla scena del fidanzato.
"Vengo, va bene. Basta che mi fai studiare almeno un'oretta quando ritorniamo in hotel" parlò la castana, provocando al turco uno dei suoi sorrisi speciali, mostrando la fossetta che tanto la ragazza amava.
Il campionato sarebbe finito a breve. La Juventus era seconda, a soli tre punti di distacco dall'Inter che il giorno prima aveva perso in casa contro il Napoli.
La partita che si sarebbe tenuta quella sera era davvero importante per la squadra e Ginevra sapeva quanto Kenan ci tenesse, soprattutto perchè ad inizio campionato il turco, aveva faticato molto siccome aveva dovuto affrontare un problema muscolare che lo aveva tenuto fermo durante le prime partite.
Ginevra durante quel periodo era stata il più vicino possibile al fidanzato. Non l'aveva mai perso di vista e gli aveva dato la forza che un po' Kenan aveva perso.
I due non si erano mai separati.
Kenan si portò la mano sul cuore "prometto che ti farò studiare" concluse, lasciando un tenero bacio sulle rosee labbra sorridenti di Ginevra che mormorò un "grazie".
"Quindi glielo chiedi in hotel?" domandò stranito Cambiaso facendo alzare le spalle a Kenan che annuì "Ginevra è una ragazza semplice, non le piace stare al centro dell'attenzione".
"Capisco ma, le stai chiedendo la mano, non è una cosa poi così semplice" rispose il terzino, sistemandosi gli scarpini con cui avrebbe giocato.
Nello spogliatoio, l'attenzione ricadde tutta su Kenan. "Non siete un po' troppo giovani?" domandò Locatelli, infilandosi la maglia.
Il turco sospirò "abbiamo l'età giusta". Andrea si alzò in piedi, affiancando Kenan "Loca, oramai Kenan è cresciuto, non è più piccolo come una volta" fece un labbruccio ironico, beccandosi subito una gomitata dal numero dieci.
Locatelli non ebbe il tempo di ribattere siccome la squadra venne chiamata in campo. "Comunque a parte gli scherzi, fai come ti pare Kenan. Tu conosci Ginevra più di chiunque altro" concluse Cambiaso, uscendo dallo spogliatoio, seguito dal turco sorridente.
San Siro era immensa. Ginevra era sempre rimasta meravigliata da quello stadio. Il calore dei tifosi era diverso, arrivava da ogni angolo dell'arena.
La castana prese posto e posò immediatamente gli occhi su Kenan che nel frattempo palleggiava come al suo solito. Era nel suo mondo, Ginevra lo percepiva.
Il fischio d'inizio diede il via alla partita. Durante tutta la partita lo sguardo di Ginevra non si era mai spostato da Kenan, lo seguiva come un falco.
Aveva sempre amato vederlo giocare. Splendeva con la palla tra i piedi, come una stella. E Ginevra era come se ogni volta che lo guardava brillare, se ne innamorasse sempre più.
Quei cinque anni passati insieme, ne erano stati la prova più concreta dell'amore che scorreva tra i due.
Kenan segnò un goal durante il secondo tempo e la partita si concluse con la vittoria della Juventus che passò prima in classifica.
"Ricordati la promessa" ribadì Ginevra, gettando la borsetta sul letto. La risata di Kenan riempì la stanza d'albergo e con una mano, afferrò il braccio della castana, tirandola a sè "dai solo un attimo" disse il turco, lasciandole un bacio.
Ginevra sorrise, alzando gli occhi al cielo e alzando il collo, permettendo al turco di baciare anch'esso "devo studiare, me l'hai promesso" mormorò, mordendosi il labbro e portando una mano sul braccio di Kenan che smise di baciare il collo della castana qualche secondo dopo.
"Devo chiederti una cosa prima" parlò Kenan, facendo un passo indietro mentre con una mano temeva salda quella di Ginevra e con l'altra rovistava nella sua tasca. "Promettimi però che qualsiasi sia la tua risposta, tra noi sarà tutto a posto".
Ginevra lo guardò stranito "non so nemmeno cosa tu voglia chiedermi" soffocò una risata, con il cuore a mille. "Promettimelo, per favore. Fidati di me" ribadì il turco. La ragazza annuì con il capo, mostrando un sorriso a Kenan.
Il turco, goffamente sfilò dalla tasca il piccolo cofanetto e si inginocchiò davanti alla castana, ridendo emozionato.
Ginevra iniziò a ridere, portandosi due mani in volto "Kenan" mormorò, facendo scivolare le mani dal viso e portandosele lungo il corpo incredula.
Kenan aprì il cofanetto e incatenando gli occhi a quelli di Ginevra, pronunciò "mi vuoi sposare?".
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Il numero quindici - Kenan Yildiz
FanfictionSe dovessero chiedere a Ginevra di parlare del destino, probabilmente raccontarebbe di lei e Kenan. Di come, quella sera allo Juventus Stadium, il suo telefono che le era caduto a terra avesse fatto sì che i loro sguardi si incrociassero, quasi per...