Ti richiamo di notte

544 24 40
                                    

Sono passati in paio di giorni da quando Giovanna ci ha raggiunto e lei ed Ila si sono spostate in casa nostra. Sapere che lì dorme nella stanza accanto alla mia, devo dire che mi tenta molto. Fortunatamente la presenza delle due nostre migliori amiche però placa ogni mio desiderio. In questi giorni siamo stati tutti molto stanchi dopo la giornata in spiaggia quindi abbiamo semplicemente passato serata a guardare film o fare giochi di società. Inutile dire che gli stronzi dei nostri amici hanno fatto di tutto per farci stare vicine quando eravamo sul divano ed ammetto che forse qualche volte ci siamo strette la mano o ci siamo appoggiate l'una all'altra. Magari una volta ci siamo anche addormentate e la nostra attrazione ci ha fatto instintivamente abbracciare. Ma solo magari. Però in linea generale, apparte piccoli inciampi, ci stiamo davvero comportando da amiche. Palraimo spesso, ridiamo e scherziamo. Ieri sera ad esempio è stata una delle più belle da quando ci siamo riunite. Ero fuori a guardare le stelle e a fumare, pensando a tutto quello che era accaduto nella mia vita nell'ultimo anno. "A che pensa questa testolina?" mi ha chiesto una voce alle mie spalle, sorprendendomi non poco. È stata così inaspettata questa interruzione che ho iniziato a tossire essendomi andato il fumo di traverso. Pensare che ha anche avuto il coraggio di ridere come una matta della scena. "Prima mi spaventi rischiando di farmi morire e ora ridi invece che aiutarmi. Sei diventata pessima" le dico schiaffeggiandole il braccio ed iniziando subito a struzzicarla, come facciamo sempre. Lei ride e prende una sigaretta dicendo "Sai che sono sempre stata stronza. Tu eri il mio lato più gentile" mentre si siede. A questa frase il mio cuore non ha potuto evitare di saltare qualche battito. Ha sempre questo effetto su di me, per quanto mi sforzi lei sarà sempre l'unica in grado di farmi impazzire anche con una sola frase. "Anche tu lo eri e lo sei" dico guardando il cielo e sforzandomi il più possibile di non incrociare il suo sguardo che sentivo bruciare sulla mia pelle. Con la coda dell'occhio però la vedo abbassare la testa e scuoterla, per poi accedere la sua sigaretta. "Allora, a che stiamo pensando? Lo sai che il tuo cervello non è abituatoa pensare, si sente puzza di neuroni bruciati ovunque" mo dice con il suo solito sorrisetto che mi ga impazzire. Le do un pugno su braccio mentre entrambe ridiamo. "Ma sei pessima" le dico scuotendo la testa e non posso evitare di restare incantata dalla sua bellezza quando ride. Mi mordo il labbro per cercare di trattenermi ma quando lei si ferma e mi guarda, facendo cadere il suo sguardo sulla mia bocca, anche quel gesto non riesce a fare nulla. Volto di scatto la testa per evitare che il desiderio di baciarla si troppo. Mi schiarisco la voce e poi dico "Stronza, stavo solo riflettendo un po' " prima di fare un tiro. "Guardare la luna ha sempre questo effetto su di te" mi dice e non posso evitare di guardarla. Ha il suo solito sorrisetto e guarda il cielo mentre fuma. È bellissima. La luce della luna la rende ancora più stupenda. Un sorriso dolce mi nasce d'istinto sul volto a causa di questa scena. "A cosa pensavi di preciso?" mi chiede poi girandosi con tutto il corpo verso di me. Poggia una spalla al muretto dietro la panca, tipica mossa per segnalandomi che ho tutta la sua attenzione, e mi guarda in attesa che inizi a raccontarle tutto. Una parte di me vorrebbe cambiare discorso, spaventata di farmi vedere di nuovo vulnerabile da lei per poi essere nuovamente lasciata. Un'altra invece, quella predominante, non vede l'ora di confidarsi di nuovo con lei. Ila è l'unica che mi ha fatto sapere sentire a mio agio nell'aprimi senza mai farmi sentire sbagliata o giudicata. I suoi abbracci sono gli unici che davvero riescono a consolarmi quando sono triste. Lei è l'unica che ha il potere di farmi ridere mentre delle lacrime mi solcano il viso. La guardo e leggo nei suoi occhi solo il desiderio di conoscermi, come se già non sapesse tutto di me, come se non fosse la persona che mi conosce di più. Vedo nel suo sguardo solo la voglia di azzerare questi mesi di distanza, di sentirmi vicina come prima di tutto questo. E anche io lo voglio. Voglio che mi dica tutto, di nuovo, che mi racconti ogni minimo particolare della sua vita di adesso perché è cambiato tutto così tanto in questi tre mesi e la paura di non conoscerla più mi terrorizza. "Pensavo a tutto quello che è successo da quando siamo uscite da Amici" dico per poi copiare la sua posizione. Così abbiamo passato l'intera serata fuori al balcone a parlare di tutto. Le ho raccontato le mie emozioni e tutte le avventure che si era persa nei miei in-store. Lei mi ha detto di aver seguito ogni esibizione e che mentalmente era sempre con me. Mi ha raccontato del suo ritorno in università, dell'iniziale difficoltà che ha riscontrato nell'entrare di nuovo nella routine. Mi ha detto che tantissime persone la fermano per strada per chiederle foto e riempirla di domande, anche su di noi, nonostante lei abbia detto di aver lasciato la propria carriera. È bellissimo vederla ridere di nuovo da vicino. Ascoltare la sua voce melodiosa che racconta. Le si illuminano sempre gli occhi quando parla di cose che le piacciono. Sembra una bambina tanto che è felice. Ha una luce nello sguardo che mi scioglie dentro e mi fa sorridere in un modo genuino facendomi sentire felice come non succedeva da tempo. Abbiamo riso e scherzato. Fumato e buttato non so quante sigarette senza finirle completamente. Quell'oggetto era solo un modo per tenere le nostre mani impegnate, per occupare le nostre labbra per non farcela mordere ed attirare l'attenzione dell'altra proprio lì. L'amore c'è sempre. L'attrazione pure. I nostri corpi sembrano magneti. Quando lei si allontana io istintivamente mi avvicino, la nostra distanza sempre troppo poca ma mai nulla. La guarda e penso a quanto vorrei fosse mia. Mi pento della mia decisione anche se so che sia la più giusta. Quante volte dobbiamo farci male prima di capire che non possiamo stare insieme? "Sei bellissima" mi dice all'improvviso bloccando la mia risata. "Sei ancora più bella però quando ridi. Se arricci il naso, dio, sembri una dea. La tua risata è il suono che si sente in paradiso ne sono sicura" mi dice mentre mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi lasciare la sua mano sulla mia guancia. Sento calore dalla zona di pelle a contatto con la sua, espandersi per tutto il corpo. Sento qualcosa accendersi dentro di me mentre i nostri occhi si incastrano e le nostre anime iniziano a danzare come sempre, intrecciandosi per non lasciarsi mai andare davvero. Ci sorridiamo confidandoci tutte le dolci parole che però non possiamo scambiarci. "Tu sei bellissima Ila" le dico non riuscendo più a trattenere questo pensiero. Abbassa lo sguardo arrossendo leggermente e facendomi impazzire. Fa sempre la dura e si comporta come se nulla la toccasse, però in realtà è molto tenera ed estremamente affettuosa, anche se non con tutti. Solo ad alcuni prescelti mostra questo suo lato più infantile quasi, più spensierato e meno filtrato. I pochi prescelti siamo io, Gio, Vi, Chiara occasionalmente e una sua amica dell'università, con un carattere molto simile al suo. Io ho subito scoperto di possedere questo potere con lei e ne ho approfittato ad ogni occasione possibile. So sempre come imbarazzarla ormai ma vederla ancora ora arrossire con un mio semplice complimento, mi riempie di un senso di gioia più gratificante di prima. Nonostante tutto posso ancora farla arrossire. Nonostante tutto ho questo potere. Nonostante tutto vederla così fa volare milioni di farfalle nel mio stomaco. "Sei pessima. Sai di farmi arrossire così"i dice spingendomi voltandosi poi di fronte a lei per rompere la nostra gara di sguardi, forse anche per lei quella scena era eccessivamente intensa. "Tu sai che non posso farne a meno" rispondo copiando di nuovo la sua posizione. Sapete quando vedete quei video in cui si dice che le persone che so attraggono tendono a mimare le reciproche azioni? Ho sempre pensato che fosse una sciocchezza. Cosa c'entrano i sentimenti con le azioni a specchio? Eppure ora noto che spesso ci troviamo nelle stesse posizioni. Ci osserviamo e ci copiamo, anche inconsciamente. Le nostre menti si cercano e si fondono condividendo anche gli stessi pensieri e gli stessi comandi. Siamo rimasti così ad osservare l'alba, rendendoci conto che avessimo passato tutta la notte insieme eppure sono sembrati soltanto pochi attimi. Il tempo sembra scorrere in modo diverso quando sono con lei. Le ore scorrono come minuti e i momenti della giornata si intrecciano diventando un unico periodo che inizia quando ci vediamo e finisce una volta salutate. Anche se in relata lei è sempre con me. La penso costantemente. Anche ora, che sono in bagno per prepararmi, penso che lei sta facendo lo stesso nella stanza affianco. Mi domando cosa indosserà e spero vivamente che non sia eccessivamente bella, anche se so che sia impossibile per lei. Se dovesse attirare troppa attenzioni penso che non riuscirei a contenere la mia gelosia. "Come ci stiamo facendo belleee" dice Chiara alle mie spalle poggiandosi allo stipite della porta incrociando le braccia al petto e con il suo solito sorrisetto che vorrei prendere a schiaffi. "Perché di solito sono brutta?" le dico subito prendendola in giro. "Non credo sia possibile" dice un'altra voce dietro la mia migliore amica. Mi giro di scatto riconoscendola e trovo Ila che mi squadra dalla testa ai piedi e si morde il labbro. Arrossisco all'istante, non aspettandomi di trovarla lì e sposto il mio sguardo sul mio riflesso. "Scusate l'interruzione mi serviva la piastra" dice avvicinandosi poi al lavandino. Ovviamente l'oggetto doveva trovarsi a lato più lontano dalla porta, così lei ha ben deciso di possenti una mano sul fianco e posizionarsi dietro di me per poi allungare a prendere ciò che voleva. Non poteva però solo fare questo. Ha dovuto anche osservarsi attraverso lo specchio, sorridermi dolcemente per poi spostarmi i capelli dietro la spalla e lasciare un bacio nel mio punto debole sul collo. Inutile dire che mi si è spezzato il respiro e i battiti del mio cuore sono eccessivamente esagerati per l'attività che sto svolgendo ora. Chiudo istintivamente gli occhi quando sento le sue labbra sulla mia pelle e li apro solo quando la sento ridere al mio orecchio. "Sei bellissima anche con il pigiama ad unicorno, ma devo dire che stasera sei ancora più stupenda. Riesci sempre a stupirmi" mi dice sorridendomi dolcemente e guardandomi negli occhi attraverso lo specchio. Lascia un ultimo bacio sulla mia guancia per poi uscire dalla stanza, non prima che Chiara le abbia dato uno schiaffo dietro la testa. Solo quando sento i suoi passi diventare suoni distanti riprendo a respirare regolarmente rilasciando un sospiro che nemmeno sapevo di star trattenendo. "Che stronza" dice la mia migliore amica togliendomi le parole di bocca. Ridiamo insieme della scena e poi finiamo di prepararci. Io mi mordo il labbro ripetendo nel mio cervello l'accaduto. Ricordo il suo profumo inebriante attorno a me, le sue mani sui miei fianchi che sembravano mandare a fuoco la mia pelle, le sue labbra sul mio collo, il suo sorrisino soddisfatto che vorrei baciare via. Tutto di quella scena mi elettrizza e scatena in me reazioni naturali che non dovrei avere per una mia amica. Scuoto la testa ridendo. Quando mai non sono stata attratta da lei? È impossibile non provare nulla quando ci sfioriamo. Passiamo il resto del tempo in silenzio, entrambe perse nei nostri pensieri. Forse lei ha percepito che avessi bisogno di tempo per metabolizzare il tutto e ricordarmi di non poter andare da lei ora e baciarla. Dopo poco ci troviamo tutti nel salone pronti per dirigerci in discoteca. Appena il mio sguardo cade su Ila però mi fermo di botto e sento la gola estremamente secca mentre il cuore mi batte all'impazzata. La guardo dalla testa ai piedi e mi rendo conto che andare a ballare sia effettivamente una pessima idea. Immagino tutti i possibili scenari e non c'è n'è uno in cui vada tutto liscio. Cazzo. È troppo bella. Potrei cedere io. Potrebbero provarci con lei e io mi sentirei male per la troppa gelosia. Ci sono così tante cose che potrebbero accadere. Chiara mi spinge per risvegliarmi dalla trance in cui ero caduta e ci dirigiamo tutti in macchina. In una siamo io, Ila, Gio e Matteo mentre nell'altra Lore, Chia e Luca. Altri nostri amici ci raggiungeranno direttamente lì. "Sei bellissima Saretta" dice il ragazzo guardandomi appoggiandosi al sedile di Ila e la vedo stringere il volante e serrare la mascella. Gli sorrido e lo ringrazio per poi mettere la playlist in condivisione che abbiamo io e Ila, sperando non le dia fastidio. L'abbia fatta quando eravamo ancora ad Amici. È piena di canzoni che ci ricordano dell'altra, che le dedicheremo o che abbiamo portato in puntata. Ovviamente ci sono anche le nostre canzoni ed anche alcune degli altri ragazzi di Amici. La prima che parte è una delle mie prime dediche "Iris(tra le tue poesie)". Appena sento le prime note sorrido come una scema ricordandomi il momento in cui gliel'ho fatta sentire. Io le avevo detto che era la mia iris ma lei non aveva colto la citazione perché non conosceva questa canzone. Allora gliel'ho fatta sentire e non potrò mai dimenticare la sua espressione. Era sorridente mentre ascoltava le prime note, quando però ha iniziato a concentrarsi sulle parole i suoi occhi hanno iniziato a brillare metaforicamente e poi letteralmente a causa delle lacrime. "Ti amo" mi ha detto alla fine della canzone e giuro di non averglielo mai sentito dire più sinceramente prima. Erano i primi gesti romantici tra noi e abbiamo iniziato a dedicarci canzoni su canzoni per questo motivo è nata la nostra playlist. Mi volto verso di lei per capire la sua reazione e la ritrovo con la mia stessa espressione. Mi guarda con la coda dell'occhio e giunto il ritornello mi prende la mano mentre entrambe  cantiamo a squarciagola. Mi sento così leggera e spensierata. Sembra che tutti i problemi siano svaniti e siamo solo noi due. Siamo Sarah e Ila. Non siamo fatte per il disagio o la freddezza. Siamo calore e risate. Siamo luce e divertimento non dolore e rabbia. Così passiamo tutto il viaggio, che in realtà dura anche troppo poco per me, a cantare le nostre canzoni mentre Matteo si lamentava ed aveva il broncio. Arrivati tutti entriamo subito e ci fermiamo un attimo al nostro tavolo. Analizziamo un po' il locale e poi ci mettiamo tra la mischia. Beviamo e ridiamo ballando senza freni per ore. Ci fermiamo soltanto per andare a fumare. La mia inibizione diminuisce sempre di più e il mio corpo sembra sempre più attratto da quello di Ila. Ci guardiamo sempre e prestiamo attenzione all'altra con l'ansia che qualcuno possa avvicinarsi eccessivamente. Fortunatamente però essendo un gruppo piano di ragazzi e ragazze stiamo evitando intrusioni indesiderate. Almeno questo fino a quando non siamo usciti circa cinque minuti fa. Ila è rientrata perché voleva qualcosa da bere e io sono rimasta fuori a parlare con le mie amiche. Ovviamente tutte hanno iniziato a prendermi in giro, dicendo che si vede troppo che ci vogliamo ancora e che non ci stacchiamo gli occhi di dosso, che lei mi sorride sempre in maniera cosi dolce. Tutte cose che non so, insomma. Cercano di convincermi a darle un'altra possibilità, affermando che siamo fatte l'una per l'altra ed e' inutile provare a rinnegare questa verità. Per quanto odi questi discorsi, in fondo so che hanno ragione. Non credi che ci sia qualcuno per me che possa essere migliore di lei, da qualunque punto di vista. Per quello che lei mi fa provare, per quello che prova lei nei miei confronti, per come mi tratta, per come mi conosce. Per tutto. Cerco però di non dare troppo a vedere quanto abbiano ragione, così decido di gettare la sigaretta e tornare all'interno del locale. Mai ho rinnegato di più una scelta. Entro e cerco Ila vicino al bancone con lo sguardo. E la trovo. Trovo lei che parla con una ragazza. Trovo lei che parla con una ragazza mentre ride e questa ragazza appoggia la sua mano sul braccio di Ila. Il mio respiro inizia a diventare affannoso a causa della rabbia che cresce esponenzialmente ogni secondo che i miei occhi sono fissi su questa scena. "Vabbè Ila è socievole, magari stanno solo parlando tranquillamente dei vari alcolici, scambiandosi consigli" mi dice Chiara cercando di tranquillizzarmi. E ci riesce. Ma solo fino a che non vedo la ragazza avvicinarsi all'orecchio di Ila e dirle qualcosa mentre la sua mano resta sul braccio della mia ex. Si allontana e iniziano nuovamente a ridere. Questa scena mi causa un forte dolore al petto. Come se mi stessero ripetutamente pugnalando. Sento milioni di spilli infilarsi nel mio cuore. Prendo un respiro profondo e provo a ricompormi. Io le ho detto di restare amiche. Io non le ho dato un'altra occasione. Io ho creato le condizioni per cui lei potesse incontrare qualcun altro. Provo ad ignorare il dolore che si espande nel mio corpo e mi dirigo di nuovo in pista tra i miei amici. Le mie amiche provano a fermarmi per conversare ma non voglio. Non voglio parlare di ciò che ho visto. Non voglio metabolizzare le conseguenze di quella scena. Non voglio pensare a tutte le possibilità che potrebbero conseguire da tutto ciò. Mi butto in pista e ballo cercando di dimenticare la scena. Ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo solo quello. Vedo il sorriso della MIA Ila rivolto a qualcun'altra. La mano di qualcun'altra sul braccio della MIA Ila. Qualcun'altra sussurrare all'orecchio della MIA Ila. Mi dirigo al nostro tavolo nella ricerca di qualche residuo di alcool da poter ingerire ma non trovo nulla. Il solo pensiero di dirigermi al bancone e visionare da vicino la scena mi fanno salire conati di vomito. "Hey tutto okay?" mi chiede Matteo alle mie spalle e non penso di essere mai stata così felice di vederlo. "Cercavo qualcosa da bere" gli dico sperando che si offra per andare a prendermela. Lui lo fa e gli sorrido grata del gesto. Lo vedo mentre si affianca ad Ila e si salutano parlando per qualche minuto. Vedo la ragazza voltarsi verso il nostro gruppo e poi cercare qualcuno che però non sembra trovare. Fino a che non poggia lo sguardo su di me. Anche da lontano i suoi occhi magnetici mi catturano e non riesco a distogliere l'attenzione. C'è così tanto che i nostri sguardi so dicono eppure siamo così distanti. Matteo prende i nostri drink e saluta le due ragazze per poi tornare da me. Prendo il bicchiere e lo ingerisco il più velocemente possibile, sentendo la mia gola bruciare ma ora non mi interessa. Ringrazio di nuovo Matteo e mi getto in pista per ballare con le mie amiche. Finalmente l'alcool prende il sopravvento e mi libero da tutti i pensieri. Ila ritorna, da sola, e questo, per quanto non voglia ammetterlo, mi dà tantissimo sollievo. La ignoro. Costringo me stessa a non guardarla, faccio finta di non sentirei il suo sguardo bruciare sulla mia pelle. Non ballo con lei quando si avvicina a noi. Non parlo con lei quando siamo fuori a fumare. La ignoro fino a che lei non smette di sforzarsi. Si limita a guardarmi studiandomi con gli occhi forse per capire cosa sia successo, il fatto che non riesca a realizzarlo foese è la cosa che più mi fa male. Torniamo a casa ascoltando la radio, non avrei mai potuto ascoltare le nostre canzoni mentre la scena di lei che ride con un'altra si riproduceva a ripetizione nella mia testa. Restiamo in silenzio mentre accompagnano Matteo e poi fino a che non arriviamo a casa. Gio prova a fare qualche battuta su noi due, troppo ubriaca per rendersi conto dell'atmosfera pesante che c'era nella macchina. Appena arrivate usciamo e portiamo insieme Gio dentro casa, ridendo della sua sbadataggine e delle sue frasi sconnesse. La portiamo in camera ed esco per permettere ad Ila di lavarla e aiutarla a mettersi il pigiama. "Tu stai bene o ti serve qualcosa?" mi chiede con voce preoccupata mentre sono sull'uscio. "Sto bene tranquilla" dico senza nemmeno voltarmi o fermarmi nel mio percorso. Lore porta Chiara nella sua stanza per aiutarla e sorrido a questa scena cosi dolce, così io mi rinchiudo nella mia camera e faccio cio che devo. Mi faccio una bella doccia per provare a calmare i miei nervi, ma è tutto inutile. Così, appena messo il pigiama, prendo una sigaretta e vado fuori al balcone per provare a rilassarmi prima di andare a dormire. Ho visto tutte le luci spente quindi suppongo che si siano addormentati tutti. Almeno era quello che pensavo. Metto un piede fuori e trovo una figura sulla panchina che osserva la luna e la sua luce le illumina il volto della ragazza seduta ricordandomi quanto sia bella, come se mai potessi dimenticarlo. Provo a tornare all'interno della casa, non volendo disturbare i suoi pensieri ma inciampo in un vaso e rischio di cadere attirando la sua attenzione e facendola scattare all'impiedi. Ci guardiamo ed iniziamo a ridere. "Stavo per farmi venire un infarto" dice per poi sedersi e farmi spazio sulla panchina. "Io stavo per rompermi la testa. Fidati non volevo nemmeno io" rispondo subito facendola ridere e mi siedo affianco a lei. "È stata una bella serata" dice mentre mi accendo la sigaretta e subito ricordo perché stessi così male qualche attimo fa. Due secondi con lei e dimentico perfino il mio nome. "Ci siamo divertiti" continua e qui prontamente rispondo "Alcuni più di altri". Lei si gira a guardarmi con un sopracciglio alzato. "Sai Sarah io non ti capsico" dice scuotendo la testa. "Ti conosco meglio di come conosco me stessa e tu mi conosci meglio di quanto io conosca me. Eppure, alcune volte mi sorprendi. Non capsico cosa ti prenda a volte, mi scombussoli" dice guardandomi negli occhi cercando di pregarmi silenziosamente di spiegarle cosa fosse successo. Questo non ha altro che aumentare la mia rabbia però. Come può non sapere cosa mi tieni così tanto? "Forse non mi conosci come credi" le rispondo acida, le immagini sempre più vivide nella mia mente che offuscano i miei filtri. "Forse ti conosco troppo e tu vorresti non fosse così" risponde sospirando per poi abbassare la testa e giocare con i suoi anelli. Mi mordo il labbro nel vederla così, ma sono troppo ferita per provare a comunicare con lei ora. Ho bisogno di tempo per elaborare le mie emozioni e analizzare le mie reazioni alle singole situazioni. "Ti ho pensata tanto in questi mesi lontane. Pensavo a come ti trovassi in ogni piccola cosa che facevo. Quando cucinavo pensavo alle miriadi di volte in cui l'abbiamo fatto insieme. Quando cantavo e ballavo pensavo ai discorsi sulle nostre carriere e ai concerti per il mondo che avevamo pianificato. Quando studio ripenso alle volte in cui ci siamo chiuse nella nostra bolla e ci siamo confrontate su pensieri filosofici e riflessioni profonde sulla società. Quando leggo ripenso alle volte in cui l'abbiamo fatto insieme mentre ci abbracciavamo sul letto. Ti vedevo in tutto. In ogni angolo c'erano spezzoni della nostra storia. Pensavo a quanto tu abbia parti di me che non ha avuto mai nessuno e che non potrai mai restituirmi. Pensavo a tutte le volte in cui ci siamo confidate. A volte Chiara mi diceva che stessi male e pensavo a tutti i modi in cui avrei potuto farti sorridere. A volte li dicevo alla tua migliore amica e lei lì provava. Hanno sempre funzionato. Puoi alzare una barriera tra noi. Puoi fingere quanto vuoi, ma ti conosco, fin troppo bene. So che sei ferita e che cerchi motivi per prendertela con me. Mi rispondi così perché ti aspetti una mia reazione che faccia da scusa per litigare" mi dice guardandomi e non posso che fare incastrare o nostri sguardi. "In quei tre mesi siamo state lontane, ma tu sei sempre con me in realtà. Ed io ero sempre con te. Parti di me sono tue quindi è inevitabile essere insieme anche se distanti. C'erano però momenti in cui avrei voluto che fossi al mio fianco. Fisicamente non solo mentalmente. Sai cosa facevo la sera quando mi mancavi e non volevo altro che stringerti tra le mie braccia?" mi chiede puntando il suo sguardo nuovamente verso il cielo. Scuoto la testa nonostante sappia che non possa vedermi, solo che le parole sembrano essermi morte in gola, non riesco a dire nulla, il momento troppo intenso per interromperlo con la mia voce. Lei però sembra aver percepito la mia risposta e fa un dolce sorriso. "Guardavo sempre la luna" dice e poi rivolge a me il suo sguardo, incastrano i nostri occhi con un'intensità che mi blocca il fiato. "Perché effettivamente il cielo era l'unica cosa che avevamo in comune. Tu vedevi la luna come la vedevo io. Anche se eravamo lontane. Anche se non parlavo. La luna è la stessa. Le stelle sono le stesse. Il cielo è lo stesso. Eravamo lontane ma guardavamo la stessa cosa. Quindi forse non eravamo così distanti, no? E la guardavo e ti pensavo. Questo astro celeste ha sempre significato il mondo per me. Sono innamorata della luna da quando ero piccola. Ed ho trovato la mia luna sulla terra. So che sarò innamorata di lei per tutta la vita" mi dice accarezzandomi la guancia. "Il cielo è lo stesso. I sentimenti sono gli stessi. Le paure sono le stesse. Come noi reagiamo a tutto questo però è diverso. Ed è giusto così. Noi siamo sempre state due opposti" dice allontanando la sua mano e vorrei riprenderla e poggiarla di nuovo dov'era prima perché già sento la mancanza del suo tocco così dolce. "Possiamo fingere di essere amiche. Fingere di non amarci come facciamo. Fingere che possiamo vivere una accanto all'altra senza averci. Puoi provare ad arrabbiarti con me, a litigare con me per camuffare i tuoi sentimenti. Ma la luna sarà sempre lì, a testimoniare i nostri sentimenti e rappresentare la nostra storia. Ovunque saremo, lei sarà con noi e ci ricorderà dell'altra. È il filo invisibile che ci lega" dice riportando lo sguardo di nuovo al cielo e non penso di aver voluto mai baciarla così tanto. "Puoi essere fredda. Puoi spingermi lontano da te. Puoi mostrare indifferenza nei miei confronti. Io so. La luna sa. E tu lo sai" conclude e io resto a fissarla senza proferire parola. Il mio sguardo che salta dai suoi occhi alle sue labbra. L'area sempre più pensante e densa. Fa molto più caldo di quando sono uscita. La testa inizia a girarmi e vorrei tanto poter dare la colpa all'alcool. Vorrei soltando baciarla. Ma non posso. Riuscirò a trattenermi?

MappamondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora