Cari lettori, come vanno le vostre vacanze? Scusate se non sono molto precisa con le pubblicazioni ma davvero avevo bisogno di staccare la spina e riposare. A volte però ho giornate così stancanti che non riesco a scrivere come vorrei o così piene che non trovo proprio il tempo per farlo. Spero però che siate ancora legati a questa storia e non pesino troppo queste pubblicazioni leggermente più random. Prometto che proverò s pubblicare almeno un capitolo ogni due o tre giorni. Spero che ciò che scrivo continui a piacervi e vi tenga sempre incollati alla storia. Vi ringrazio del vostro supporto continuo e spero che continuiate a lasciare commenti, adoro parlare con voi. Grazie dell'attenzione e buona lettura 💙
-------------------------------------------------------------------Il rapporto tra me e Ila è sempre più strano. Non siamo solo amiche ma non siamo nemmeno qualcosa di più. Ci stringiamo durante i film. Io fumo appoggiandomi su di lei quasi sempre. Camminiamo spesso mano nella mano. Stiamo iniziando di nuovo a rubarci i vestiti. Sono gesti che facciamo in modo così naturale e spontaneo che solo dopo attente analisi li ho notati. Non ci siamo però ancora baciate, nonostante in diverse situazioni siamo state molto vicine al farlo. Non parlo solo di quella serata sulla panchina in cui abbiamo parlato davvero a cuore aperto e che ha dato l'inizio al nostro riavvicinamento fisico. Ci sono state altri momenti in cui eravamo vicinissime dal far unire le nostre labbra. Un esempio è l'altro giorno quando mi ha dato una lezione di guida. Eravamo in macchina con Lore, Chis e Gio. Mentre stavamo andando a casa per pranzare, Chiara ci dice che lei e mio fratello non sarebbero tornati a mare con noi perché lei il pomeriggio sarebbe andata a scuola guida. Ila ha iniziato a parlare con lei di questo ed io solo rimasta per un po' in silenzio. Vedere Chiara diplomata e che sta per prendere la patente, mi ferisce un po'. Certo io durante il suo quinto anno ho vissuto un'esperienza unica che mi permetterà di realizzare il mio sogno. Ora lei ha tempo libero per andare a seguire le lezioni di scuola guida ed io tra concerti ed interviste a stento ho il tempo per scrivere e registrare le canzoni, quindi è per questo che non sto andando con lei. Però vedere lei che ha fatto e che fa tutto questo, mi fa sentire indietro. Come se avessi perso tempo e mi trovassi sola a camminare alle sue spalle, guardandola correre sempre più veloce. So che sto realizzando il mio sogno e sta succedendo tutto così rapidamente. Anche io sto correndo. Solo che sembra di essere su due percorsi diversi. Abbiamo scelto strade molto diverse quindi credo sia normale. Ma continuo a sentirmi inferiore in alcuni campi. Ovviero la scuola e la guida. La maggior parte delle mie amiche ha la patente o segue le lezioni di teoria. Io sono l'unica a non star facendo nulla. Cerco però di non fare veder il mio malcontento. Decido di entrare in mutismo selettivo sorridere ascoltando Chiara raccontare le varie avventure con la scuola guida. Come sempre però Ila riesce a vedere oltre la maschera che indosso quando sono ferita. Fortunatamente mi ha soltanto riservato qualche sguardo quando eravamo ai semafori e ha poggiato la sua mano sulla mia gambe lasciandomi dolci carezze che hanno fatto istantaneamente nascere un sorriso spontaneo sulle mie labbra. Odio ed amo che mi conosca così bene. Sa cosa provo nonostante lo nasconda, sa cosa fare per mostrarmi supporto, sa sempre come consolarmi e capisce i tempi di cui ho bisogno prima di affrontare un determinato argomento. Pranziamo e lei continua a lanciarmi solo qualche occhiata come per darmi modo di prepararmi al discorso che avremo in macchina quando saremo da sole. Io già so che non riuscirò a sfuggire alle sue domande e in realtà non voglio davvero. Voglio parlarne con lei. Ho bisogno di sfogarmi e lei è l'unica con cui riesco a farlo davvero, senza trattenere nulla dentro di me. Solo con lei riesco a liberare i miei pensieri più oscuri e solo lei riesce a trasformare tutte le mie paranoie in pensieri effimeri senza significato. Non sempre è facile. A volte le mie paure mi tengono troppo stretta e nonostante i suoi sforzi, non riesco a scappare dalla loro presa eccessivamente salda attorno al mio collo. Allora spesso fingo di essermene liberata perché odio che lei pensi che non sia riuscita ad aiutarmi. Ma so che lei sa. Lei mi conosce troppo bene. Non riuscirei mai a mentirle, scoprirebbe subito la mia bugia. Però sa che quando fingo di non avere più pura lo faccio perché non riesco più ad affrontare quel discorso, così lascia perdere, facendo finta di credere alla mia guarigione, nonostante nel suo sguardo legga la consapevolezza di dover ancora lavorare molto su quella paura. Come volevasi dimostrare, appena entrate in macchina ha guidato fino ad un parco in cui andavamo spesso quando veniva a trovarmi. È un'immensa distesa di verde e solitamente la portavo lì per avere un po' di privacy e ritagliare del tempo solo per noi. Ho immediatamente sorriso dopo aver riconosciuto la strada e vedere che lei la ricordasse così perfettamente senza aver bisogno di mie indicazione mi ha resa molto felice, diminuendo già in parte la mia tristezza e la mia insicurezza. Passiamo il tempo in macchina in silenzio mentre ascoltiamo la mia nuova canzone e il mio album. Le ho chiesto di mettere altro ma lei mi ha zittito dicendo di voler sentire un po' la mia voce chiedendomi anche di cantare per lei. Non dico nemmeno quanto quest'affermazione e questa domanda mi abbiano fatto arrossire. Mi sono leggermente girata verso di lei con il corpo e l'ho guardata tutto il tempo, dedicandole ogni parola come avevo fatto quando ho registrato "Roulette". Non potevo fare almeno di osservarla. Ogni parola che ho mai composto sempre essere per lei. Ogni nota, ogni melodia, ogni frase che il mio cervello ha elaborato sembrano parlare di lei, di noi, di come mi fa sentire. Lei sorride e mi prende la mano arrossendo leggermente della serenata improvvisata che le sto facendo e mi guarda con la coda dell'occhio per poi mordersi la labbra scuotendo la testa. Arrivate scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo sotto il nostro albero. Prende il tuo telo da mare e lo stende sul prato per evitare di sporcarci. Si stente ed apre le braccia segnalandomi di posizionarmi su di lei. Onestamente non me lo faccio ripetere due volte, mi getto tra le sue braccia e nascondo il mi viso nell'incavo del suo collo respirando a pieni polmoni per sentire per bene il suo bellissimo profumo. Respiro contenta mentre inizia ad accarezzarmi i capelli e la schiena mentre lascia dolci baci sulla mia testa. Quando mi era mancata. Mi sento così protetta tra le sue braccia, come se nulla potesse ferirmi mentre mi stringe forte a se. Mi sento felice e spensierata. Ogni paura scivola via da me come una goccia di pioggia, cammina lungo il mio corpo per poi cadere sul pavimento. Così ogni mia paranoia scompare e si accumula sulla terra sotto di noi formando una pozzanghera che il calore emanato da Ila sicuramente prosciugherà in un batter d'occhio. Chiudo gli occhi e mi godo la sensazione di pace che solo le sue braccia riescono ad offrirmi. "Che hai bimba?" mi chiede lasciandomi un altro bacio sulla testa. A sentire quel nomignolo il mio cuore perde un battito. Amo sentirla chiamarmi così. Amo il modo così dolce e tenero che ha di pronunciare questa parola, come se fosse una carezza sulla guancia. Alzo lo sguardo e lo fisso nel suo. Prendo un respiro profondo perdendomi completamente nei suoi occhi nero pece. Mi incanto sempre guardandoli. Sono così profondi. C'è così tanto di lei nei suoi occhi e il modo in cui mi guarda mi fa sempre girare la testa disorientandomi così tanto da farmi abbassare le mie barriere senza neanche farmene rendere conto. "Sento di essere rimasta indietro" dico e sento già le prime lacrime formarsi nei miei occhi. "Vedo tutte le mie amiche andare avanti con la loro vita. Scelgono l'università, mi raccontano tutte le avventure del quinto anno, stanno prendendo la patente. Io invece sono qui senza aver fatto nulla" dico abbassando lo sguardo. Lei subito porta due dita sotto il mio mento per fare incontrare di nuovo i nostri occhi. "Bimba avete semplicemente scelto percorsi diversi" mi dice accarezzandomi la guancia dolcemente. "Ti rendi conto di quello che hai fatto? Quanti concerti hai aperto? Quante interviste hai fatto? La vita di quante persone hai cambiato con la tua musica?" mi chiede sorridendomi e non posso che copiare la sua espressione. "Certo sicuramente può fare male vedere la proprio classe diplomarsi senza di te" mi dice asciugandomi una lacrime che nemmeno sapevo di aver perso. "Ma tu hai partecipato ad un programma che ti sta permettendo di realizzare il tuo sogno. Non hai perso un anno. L'hai utilizzato per raggiungere i tuoi obiettivi. A settembre farai il quinto anno e ti diplomarsi anche tu, vivrai quello che loro hanno vissuto e sapendo di avere nel tuo bagaglio altre esperienze che loro non potranno mai vivere" mi dice e sento come un peso togliersi dal mio petto. "Per quanto riguarda la patente, ti insegno io a guidare. Facciamo un po' di pratica insieme. Che dici?" mi chiede mostrandomi il suo sorrisetto a cui non riesco mai a resistere. "Vuoi insegnarmi a portare la macchina?" le chiedo sbalordita dalla sua proposta. Lei ride e annuisce. "Certo bimba. Mi piacerebbe molto che la prima macchina che guidassi fosse la mia. E che la guida effettiva fosse con me" mi dice sorridendomi dolcemente e arrossendo. A questa scena sento il mio cuore sciogersi completamente. Perché deve essere così fottutamente tenera? "Anche io voglio che sia tu ad insegnarmi a guidare. Ho sempre pensato che solo tu potessi tranquillizzarmi e non farmi andare in panico alla guida" dico facendola sorridere ed arrossire ancora di più. A ciò un grande sorriso soddisfatto mi compare sulle labbra. Amo avere questo effetto su di lei. "Allora andiamo" mi dice subito cercando di sviare il discorso per nascondere la sua faccia rosso pomodoro notando il mio sorriso. Rido del suo tentativo di sviare la mia attenzione e scuoto la testa. "Dai, ce sicuramente un grande parcheggio no? Andiamo lì e ti insegno" mi dice con una luce negli occhi che mi fa sentire così speciale e amata. Sembra più emozionata lei di insegnarmi a guidare che io a impararlo. Così annuisco e ci alziamo per dirigerci alla mia prima lezione pratica di guida. Ammetto che quando mi sono seduta al volante era leggermente in ansia. Lei però mi ha subito preso la mano e baciato il dorso, rassicurandomi che non sarebbe successo nulla, che lei sarebbe stata al mio fianco e mi avrebbe aiutata in caso di difficoltà. Eravamo in un grande parcheggio vuoto quindi non avremmo potuto scontrarci con nessuna macchina, era un posto molto isolato che pochi conoscevano e solitamente veniva occupato solo la sera da ragazzi che volevano fumare e divertirsi senza dare fastidio alle persone che risposavano facendo eccessivo rumore. Dopo un profondo respiro ed un bacio sulla fronte da parte di Ila, la ragazza al mio fianco ha iniziato a spiegarmi tutti i vari passaggi da compiere. Ammetto che la sua bellezza mi ha distratta la prima volts in cui mi ha dato indicazioni. Stavo solo vedendo quanto fosse bella e non riuscivo a pensare a niente se non alle sue labbra sulle mie. Così ho avuto bisogno di un'altra spiegazione. Lei ha notato il mio sguardo fisso sulla sua bocca infatti ha riso risvegliandomi dalla trance ed ha rispiegato tutto, questa volta ho prestato molta più attenzione. All'inizio ho fatto spegnere la macchina in paio di volta e mi suono infuriata. "Basta non voglio farlo. Non ci riesco" ho detto incrociando le braccia e mettendo il broncio. Ila ride e mi volto di scatto verso di lei dandole uno che schiaffo sul braccio, che invece di farle male sembra solo aumentare di più la sia risata. "Stronza smettila di ridere" dico anche se il mio broncio diventa sempre di più un sorriso mentre la vedo ridere, è troppo bella e la sua allegria è contagiosa non posso farci niente. "Bimba è normale avere problemi all'inizio" mi dice mentre con una mano asciuga una lacrima e poggia l'altra sulla mia coscia iniziando a muoverla leggermente in segno di conforto, anche se questo gesto non fa altro che eletrrizarmi ancora di più. Una scia di brividi mi attraversa il corpo mentre la sua mano mi accarezza e lei mi rassicura. "Devi solo rilassarti e guidare. Esci dalla tua testa, non c'è bisogno di avere ansia. Sono io. Siamo solo io e te. Non c'è nessuna macchina e io sono al tuo fianco sempre. Tranquilla okay?" mo chiede prendendomi poi la mano e lasciando un bacio sul dorso. È un gesto che mi fa impazzire. Così dolce e premuroso. Mi avvicino a lei e le lascio in bacio sulla guancia, ritornando velocemente nella mia metà macchina per paura che un tempo di avvicinamento prolungato potrebbe avere effetti disastrosi. Prendo un respiro profondo e accendo nuovamente la macchina. Parto e guido. Sorrido felice e vedo con la coda dell'occhio Ila guardarmi copiando la mia espressione. "Sto guidando" dico mettendo la seconda e iniziando a fare vari giri del parcheggio. "Si bimba, stai guidando" mi dice la ragazza al mio fianco ridendo. Porta la sua mano sul cambio e mi indirizza per passare alla terza. Giuro che sentire la sua mano sulla mia ha avuto molti più effetti del dovuto. Volevo un contatto con lei, in quei pochi secondi il cui la nostra pelle si è sfiorata, un senso di pace e calma si è disperso dentro di me. Volevo che lasciasse la sua mano sulla mia o la poggiasse sulla mia coscia, ma sapevo di non poterglielo chiedere. Mi sono allora concentrata sulla guida, pensando ai movimenti da fare e il percorso che lei mi indicava. Siamo state una mezz'oretta a guidare parlando e scherzando, per farmi abituare alle future uscite. Mi ha fatto spegnere la macchina e farla ripartire per poi fare altri giri casuali seguendo percorsi immaginari. Ho anche provato a parcheggiare. È stato abbastanza complicato, devo dire. Aveva scelto uno spazio difficile e anche se non c'erano macchine attorno a me ho deciso di usare meno spazio possibile per fare le manovre così da simulare un reale parcheggio. Mi sono divertita tantissimo. Quel pomeriggio è stato uno dei più spensierati e belli della mia vita. Tutte le piccole cose che ha fatto per me quel giorno, significano davvero tanto ed hanno reso quel martedì speciale come pochi. Anche perché dopo il parcheggio abbiamo deciso di fumare una sigaretta appoggiandoci alla macchina e godendoci il tramonto. Lì abbiamo iniziato a parlare del nostro futuro. Le ho spiegato i miei pani di studio e lei mi ha illustrato i suoi. Mi ha detto che non siate le manchi spesso stare sul palco ed esibirsi, il percorso che ha deciso di intraprendere le sembra davvero la sua strada. Il canto sarà sempre una passione e non metterà mai di cantare ovunque e in qualunque momento. La sua voce non è cambiata neanche un po'. Continua ad avere talento. La sua voce continua a cullarti come una dolce carezza o un abbraccio caloroso. Continua a saperla usare alla meraviglia. Purtroppo però il numero di canzoni che riesce a fare prima di perdere leggermente potenza è molto limitato. Ogni due o tre canzoni ha bisogno di fare una pausa per evitare che si infiammino le corde vocali, così solitamente inserisce mie canzoni o quelle che ho portsto come cover così da poter nascondere il suo bisogno di una pausa con il suo desiderio di sentirmi cantare. O forse è il contrario, non l'ho ben capito. "Non devi sentirti inferiore Sarah" mi dice gettando la sua sigaretta e poggiandosi con la spalla alla macchina per segnalarmi che ho tutta la sua attenzione. Lancio la mia sigaretta e copio la sua posizione. "Ti rendi conto di quello che stai vivendo? Delle occasioni che sei riuscita a cogliere con la tua tenacia? Hai vinto Amici e hai cantato quasi ogni sera su un palco diverso. Ti rendi conto? Sei pazzesca bimba" mi dice portando una mano sulla mia guancia. Questo gesto mi prende alla sprovvista perché troppo sul limite tra amicizia e altro. Il fatto che ami troppo questo contatto e la mancanza di Chiara, fanno salire la mia ansia. Lei sembra percepirlo e prova ad allontanare la sua mano, ma non glielo permetto. Porto la mia mano sulla sua e inclino il capo per lasciarmi andare nella sua carezza. "Sei speciale bimba e hai talento fa vendere. Stai spaccando tutto. I tuoi fan aumentano giorno dopo giorni e sono fedeli come pochi" mi dice sorridendomi e la vedo avvicinarsi leggermente a me. Il mio sguardo cade sulle sue labbra e vedo che a lei succede lo stesso. Stanca di questa distanza e spinga dal desiderio di avere le sue labbra sulle mie, mi avvicino a mia volta sperando vivamente che non provi ad allontanarsi. Lei non lo fa anzi si muove nella mia direzione. Quando i nostri nasi stanno per sfiorarsi, Chiara rovina il momento chiamandomi per avvertirci che volevano chiamare la pizza e restare a casa la sera. Sbuffo infastidita e le rispondo che andiamo noi a prendere la cena visto che siamo già per strada. Questi è uno dei momenti in cui siamo state più vicine al baciarci. Quando capitando questi momenti e veniamo interrotte, ci allontaniamo semplicemente e ridiamo sorridendoci arrossendo come due adolescenti innamorate. Non parliamo mai di quello che stava per accadere, entrambe spaventata dalle parole che potrebbero uscire da questa discussione. Così continuano a fingere di essere semplici amiche che appena hanno l'occasione sfuggono da tutti per restare sole e hanno provato a baciarsi numerose volte. Chiara non sa di questi tentativi e credo nemmeno Gio altrimenti penso che si sarebbero alleate e avrebbero fatto di tutto per farci baciare. Parti di me sono tentate dal dire tutto questo alla mia migliore amica proprio nella speranza che ci aiutino a farlo. Ma poi mi ricordo che sono stata io a scegliere di essere sua amica e che ci sono delle valide ragioni per cui l'ho fatto. Questo è quello che mi ripeto mentre mi guardo allo specchio per la cinquantesima volta. Sono indecisa su quale costume indossare perché non capsico quale mi stia meglio. "Scusa chi devi impressionare i tuoi amimci?" mi chiede Chia con il sorrisetto mentre mi fissa appoggiata allo stipite del mio bagno. "Zitta" le dico lanciandole un cuscino. "Stai benissimo così tranquilla. Poi Ila ti sbaverebbe dietro anche se indossassi la tunica da monaca" mi dice e a questo ridiamo entrambe. Mi osservo un'ultima volta e poi prendo la mano della mia migliore amica per tirarla al piano di sotto. Ci mettiamo in macchina e in poco arriviamo alla solita spieghia. Purtroppo la gironata di mare bellissima e spensierata che mi aspettavo, non è proprio andata come desideravo. "Ila" dice una voce alle mie spalle. Mi volto insieme alla ragazza al mio fianco che era appena stata chiamata. "Ciao Gaia" le dice per poi avvicinarsi ed abbracciarla. Alzo un sopracciglio cercando di capire chi sia questa bellissima ragazza davanti a me che ha un non so che di familiare. "Che ci fai qua?" le chiede Ila mentre di allontanano. Almeno non hanno mantenuto contatto fisico. Osservo questa ragazza e ricordo dove l'ho già vista. È la ragazza con cui Ila ha fatto conoscenza in discoteca diverse sere fa. "Ragazzi questa è Gaia. Gaia loro sono Chiara, Lorenzo, Sarah e Giovanna" dice Ila presentandoci a vicenda. Le rivolgo un sorriso palesemente falso e sento Chiara al mio fianco farsi scappare una risata alla mia espressione. "Non mi avevi detto che venissi qui a mare" dice Gaia rivolgendo la sua attenzione soltanto ad Ila e facendomi conseguentemente innervosire. "Durante le nostre corse sono concentrata su altro" dice Ila ridendo. Le loro corse? "Le vostre corse?" chiede la mia migliore amica probabilmente leggendomi nel pensiero. "Si la mattina ci incontriamo spesso in giro e corriamo insieme. Poche persone lo fanno d'estate quindi approfittiamo della reciproca compagnia" dice ed entrambe ridono guardandosi. Sento una forte fitta allo stomaco e sento di stare per esplodere. "Che ci fai qui?" chiede Ila continuando a sorrdierle. Perché le sorride così tanto? Cosa c'è di bello che deve sorridere? Ma poi questo sorriso così grande a cosa è dovuto? "Sono venuta a mare. Le mie amiche dormono ancora ma io non posso passare un'altra mattinata a casa senza fare nulla in loro attesa. Avevo pensato di fare un bagno e ritagliarmi un po' di tempo per me" dice Gaia ricambiano il dolce sorriso della sua interlocutrice. "Se vuoi noi siamo qui tutto il giorno. Magari possiamo anche fare qualche nuotata insieme oltre che qualche corsa. Vediamo se continui ad essere più scarsa di me" dice spingendola per la spalla ed entrambe ridono di nuovo. A questa scena mi sembra che il cuore sia sceso giù nel mio stomaco. "Non voglio disturbare" risponde. Ecco appunto, non farlo allora. "Non disturbi. Che sei scema? Più siamo meglio è no?" dice Ila provando a convincerla con il suo sguardo ammaliante ed il suo sorrisetto, coppia che le permette sempre di ottenere quello che vuole. Vedo letteralmente Gaia sciogliersi davanti a questo gesto e distoglie lo sguardo forse ritenendo quello di Ila troppo intenso e intimidatorio. Annuisce e rivolgendosi verso di noi dice "Se a voi va bene". Io mi astengo dal rispondere non riducendo a mentire così bene. Il dolore che questa interazione mi ha causato è troppo forte per riuscire ad essere mascherata da un sorriso, la delusione nel miei occhi troppo presente per accompagnare la mia finta espressione di felicità. Chiara d'altronde sembra troppo confusa per riuscire a comunicare, così come Gio. Nessuna delle due forse si aspettava che Ila potesse fare una proposta del genere. Così mio fratello si trova costretto a rispondere per tutti e quattro, fingendo un entusiasmo che sicuramente non gli appartiene mente le sorride e dice "Figurati, ci farebbe molto piacere". Così Gaia si aggiunge al nostro gruppo e si stende proprio affianco ad Ila. Sento di stare già per esplodere e ci siamo soltanto sistemati in spiaggia. Non immagino come potrà essere questa giornata al mare. Ma perché deve sempre essere tutto così complicato? Perché non possiamo semplicemente essere noi due e basta? Perché devono esserci sempre tutte queste interferenze?
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Mappamondo
FanfictionIlaria è una ragazza di 20 anni che non aveva mai pensato di poter trasformare la sua passione per la musica in un lavoro finché non è entrata ad Amici. Lì ha conosciuto diverse persone tra cui Sarah Toscano, la loro sarà solo amicizia o anche altro?