Capitolo 62

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Tove lo- stay high hippie sabotage

Eravamo come ogni sera del weekend sdraiati sulla fresca erba, di qualche posto isolato dal mondo. In quelle due settimane in cui veramente ci eravamo impegnati, per vedere com'eravamo insieme. Nulla da lamentarsi, anzi, ogni volta scoprivo un nuovo posto.Uno di quelli lontani da tutto e tutti, dove puoi staccare per un istante dal mondo, e proprio li mi venivano le idee più folli.Pochi secondi fa, gli avevo proposto di partire verso terre ancora poco illuminate dalla luce artificiale, dovo potevo vedere le stelle alla perfezione, dove avrei imparato a riconoscerne una per una. Questa passione me la stava trasmettendo Harry, era affascinato dalle stelle più di qualunque altro. Mi aveva confessato che gli sarebbe piaciuto essere un astronomo, ma per suo padre era un lavoro inutile, dove non avrebbe ottenuto ne fama ne gloria e nemmeno il meritato rispetto.Da quel che avevo capito era un padre severo, che proibiva severamente al figlio di sognare.Il che mi spezzò un po' il cuore.Mia madre era severa, tutta perfettina e puritana come lo ero io poco tempo fa, ma mai, e poi mai mi avrebbe proibito di fare quello che sogno di fare.Per non parlare di mio padre, per lui la felicita mia e di Carly, contava più dell'oro.

«Rosie...ti fai trascinare troppo dalle emozioni.»Disse sorridendo e attirandomi più vicino a se, quando notò che tremavo dal freddo.Ovviamente svegliandomi dai miei pensieri.

«Lo so.»Ridacchiai.

Finivamo per scoppiare.
Finivamo per essere troppo sentimentalisti.
Provavamo disprezzo l'uno per l'altro.
Amore.
Disprezzo.
Respiro irregolare.
Cuore a mille.
Era come una botta di adrenalina.
Te lo vedevi così Perfetto. Sicuro, intelligente ed arrogante. Amavo più di tutto la sua arroganza, e la tranquillità che emanava quando eravamo insieme.

«In ogni caso.Potremo fare un viaggio, tra poco dovrebbero esserci delle vacanze.Non mi va di stare con la mia famiglia... »

A proposito di famiglia.Io non sapevo nulla di lui, solo qualche dettaglio figlie.Era il figlio perfetto, quello da Harvard, ma dopo tutto cosa potevo sapere.E cosa potevo giudicare?
In ogni caso aveva appena-quasi- dato una definizione a noi.Ma dopo tutto chi siamo per definirci?Siamo solo altra gente, che vive ancora per il tempo che gli è stato concesso.La vita, le persone, tutto non avevano una propria definizione. Non eravamo figure giometriche, o parole da cercare nel dizionario eravamo l'ennesimo funzionante meccanismo della vita e del destino.

«Lo sai che quando pensi ti mordi le labbra, fino a fatte le sanguinare.»Disse tirando via il labbro tra i denti.Si leccò le labbra, e si avvicinò delicatamente a me, prendendo tra i denti il mio labbro inferiore.Amavo il suo lato giocoso, pronto a farmi scoppiare a ridere, amavo la sua serietà e la superiorità di cui ogni persona accanto a lui poteva accorgere.

Alzai gli occhi al cielo.Gli diedi un rapido bacio mentre suffuggivo dalla sua morsa.

«Oh ma dai!Mi stavo divertendo.»Disse con il volto ancora vicino al mio.

«Non fare il possessivo, poi dovrsti vedere la tua faccia. Sembri perennemente incazzato col mondo. »Dissi toccando la V che solcava la sua fronte. fece una buffa faccia, tendado di alzare gli occhi e vedere ciò che non poteva.
Scoppiai a ridere.Una risata forte, che non riuscivo a placcare.Era da anni che non ridevo così. Fece lo stesso, creando un tutt'uno favoloso. Nel silenzio più totale, si sentivano solo le nostro fragorose risate, dalla sua roca e profonda alla mia leggiadra.

Amavo Harry.Amavo la sua aura misteriosa.Amavo la sua acidità, serietà, tranquillità... Semplicemente amavo tutto di lui, senza un ma e un perché, senza una distinzione tra i suoi pregi e i suoi difetti...lo amavo.

Pov di Harry

Dopo averla accompagnata a casa tornai nella mia, nella speranza di poter dormire senza le mie notti in bianco a pensare.Erano due giorni in cui le ore per me erano sballate, la notte diventava giorno e viceversa. Inserì la chiave nella serratura, ma non ne abbi neanche bisogno perché era già aperta.Dei ladri erano già entrati da Rose..erano gli stessi?
Aprì la porta, trovando: Zayn, Holly, Louis e Victor sul mio divano. Victor tirava su, mentre Holly buttava giù degli acidi. Zayn e lui semplicemente fumavano erba.

«Che cazzo ci fate a casa mia?»Dissi incazzato, potranno essere anche miei "amici" ma non avevano il diritto di usare casa mia come un posto di riunione per farsi.Prima lo era, ma quello era un tempo passato.

«Sta calmo!Abbiamo anche della roba per te, se questo è il problema...»Sorrise Victor.Testa di cazzo.Cosa mi poteva importare, che avessero qualcosa per me o meno erano a casa mia senza il mio permesso. Serrai la mascella e stretti la mano in un pugno.

«Ecco qua il nuovo Harry.Trasformato in un cane dalla sua ragazza...»Mi derise Louis.Non potei far a meno di avanzare con passi pesanti verso di lui.Come avevo potuto essere così stupido per anni?Come?Acidi, erba, cocaina... Ma siamo seri?Ho passato alcuni anni bui della mia vita a sballarmi di questa schifosa cosa?

«Non osare parlarmi così.. Non a casa mia!»Gli sbratai, buttando giù dell'erba.

«Amico, era ancora buona...»Disse quella faccia da ebete di Victor. Lo fulminai con lo sguardo, inutilmente visto che era già partito.
Avevo bisogno di calmarmi. Necessitavo calmarmi, sare finito per ucciderli, e la scena mi incuriosiva molto.Con passi veloci mi trascina in cucina, e buttai giù del liquore, poi whisky... Presi la bottiglia e andai in salotto con loro, l'alcool iniziava già a fare effetto, anche
Se poco, abbastanza da farmi rilassare un po', tracannai metà bottiglia.

«Ti vuoi uccidere?»Chiese Louis guardandomi impassibile

«Voglio uccidere vuoi, fottute teste di cazzo.»Risposi bevendo ancora un po', ogni goccia faceva il suo effetto. Alla fine della bottiglia, ero sbronzo e mi trovavo con una canna in mano.Idiota, idiota, non hai neanche la forza di volontà.
Mi ripeteva la mia perpetua coscienza, che pian piano svanì mischiata all'alcool e al fumo.

Victor prese il suo telefono e mise una canzone che mi uccise, e risvegliò la mia coscienza, ricordandomi del vecchio Harry.Non tanto vecchio visto che stavo facendo le medesime cose che facevo in passato.

Il testo diceva tipo

" You're gone and I gotta stay
High all the time
To climb to
High all the time
To climb to
High all the time
To keep you off my mind

High all the time
To climb to
High all the time
To climb to
High all the time
To keep you off my mind

Staying in my play pretend
Where the fun, ain't got no end
Staying in my play pretend
Where the fun, ain't got no end
Staying in my play pretend
Where the fun, ain't got no end
Ooh
Can't go home alone again
Need someone to numb the pain
Can't go home alone again
Need someone to numb the pain
Can't go home alone again
Need someone to numb the pain
Ooh"

Mi ricordava troppo Rose, la canzone malinconica, un po' come lei. Una che voleva che il gioco che non finisse mai per paura, così talentuosa ma piena di rancore.Una che apprezza la solitudine, ma che ha bisogno di compagnia...la solitudine per lei è la peggior cosa.É il posto dove non può annegare il suo dolore, è dove può viverlo a pieno, ed appena entra in quel martellante inferno, portarla fuori diventa un impresa, lei è una di quelle che devono essere amate, abbracciate, baciate, una di quelle a cui devono essere consumate le labbra, solo da me.

«Io..devo...devo andare da Lei.»Dissi barcollando. Volevo baciarla, sedurla... Volevo lei, la volevo mia.
Ero ubriaco marcio, e non sapevo che Andre da lei sarebbe stato un fottuto, enorme sbaglio...non ero lucido, perciò feci ciò che la coscienza-anche lei ubriaca marcia- mi disse di fare.
La peggiore cosa che potevo fare.
La peggiore in assoluto.

A/N: vi state chiedendo cosa abbia fatto? Hehehehe andando da lei ha commesso un errore fatale, dai, aggiornerò dopo domani,(scusate se non ho aggiornato prima ma si è cancellato il capitolo) ora volo a fare la torta e a scrivere la lettera a mia madre che è il suo compleanno.

Mel, un bacione.

Blame of the fate  [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora