Capitolo 60

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Buone vacanze ragazzi! Finalmente... Sono così felice di aver finito gli esami che ho ripensato su una cosa su questa storia.Non finirò la storia in questo capitolo ma andrò ancora un po' avanti. Proverò ad aggiornare ogni giorno, e mi sa che il sequel non lo farò più, ma ho deciso di scrivere una nuova storia come questa, scritta solo da me visto che Escape la scrivo con delle amiche. Ah forse pubblicherò la prossima storia anche da settimana prossima.Preparatevi.

Canzone
Ahrix-nova

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L'aria era gelida.Soffiava delicatamente sul mio viso, portando fuori qualche ciocca, dalla mia coda più indomabile che mai.Il freddo pungente non era l'unica cosa tra i miei pensieri... C'era anche lui.Avevo deciso che prima di andare da lui, avrei riflettuto su tutto.Tutto quello che avevo trascorso e condiviso con, tutto quello che io avevo dato senza mai ricevere...tutte le volte che era stato freddo con me ma avrei tenuto conto anche tutte quelle volte che era riuscito a scaldarmi il cuori con un piccolo gesto.
Entrai nel primo bar in cui mi ero imbattuta, e approfittai per chiamare Clark.

"Hei piccola... "Rispose dopo due squilli Clark .Dire che la sua voce era roca era poco... In un certo senso mi era mancata, ma quel timbro non l'avevo mai sentito uscir dalla sua gola...tranne quando era sbronzo.

"Tutto bene?"Chiesi preoccupata

"Alla grande...il miglior san Valentino di sempre."Rispose scoppiando in una macabra risata, di un maledetto alcolizzato.

"Dio Clark!Che cazzo è successo!"Chiesi.Ecco, breve sitesi della mia vita nulla che riuscirà mai andare nel verso giusto.

"Non lo so...è questo il problema.Sono un fottuto idiota, ho una famiglia stupenda, un ragazzo stupendo ma..mi manca qualcosa....Gesù, no voglio rovinarti il viaggio."La frustrazione nella sua voce era chiara... Anche da ubriaco riusciva comunque e sempre a pensare agli altri.

"Ti prego Clark...dimmi cosa non va."Pregai, giocherellando con i miei capelli, nervosa.

"Se te lo dicessi, mi sentirei una merda...più di quanto io non mi sento già... "Fuefugliò, mentre il verso di qualche liquido si sentiva scorrere lungo la parete della sua gola.

"Dopo questa merda che ho combinato non riusciresti mai a perdonarmi, ne tanto meno guardarmi in faccia."Disse con un entusiasmante allegoria.

"Dio, Clark, e non me vuoi dire al telefono prendo il primo volo e vengo da te."Dissi esplodendo in una rabbia, che non ero sicura di risucir a reggere fino a poco fa.

"Io..io lo amo.Sono fottutamente patetico.Amo Harry! Si quel figlio di puttana che ha fatto un patto con il diavolo e ha dato anima e corpo, quel maledetto che strega chiunque!»Disse scoppiando a piangere.Il telefono, in un nano secondo scivolò dalle mie mani, e cadde in un rumoroso impatto con il freddo pavimento.La gola si era essiccata, era diventata come il deserto del Sahara. Mentre io ero li, ferma ed impassibile sotto gli occhi curiosi della gente.Non mi muovevo, ero un blocco di cemento.Ogni arto mi pesava come quintali tonnellate.Il respiro era irregolare, come se avessi qualche problema a me sconosciuto ai polmoni, per non parlare del mio cuore.Non lo sentivo più... Ero frastornata. Non avevo mai preso in considerazione il fatto, Clark forse, era interessato all'incarnazione del diavolo.Ero stata così egoista che non avevoa lui!Non potevo più vedere Harry, e il fatto che ero seria mi amaliava il cuore.Si stava ormai riducendo in un esplosione come avvenne nel Big Bang, si stava frantumando, e nulla poteva aggiustarlo... Era ormai troppo lui.In un lampo m alzai, raccolsi il telefono e cori via...il più lontano possibile. Qual'era il verso scopo della mia vita? Quello di insegnarmi che a causa della mia ostinata ricerca dell'i felicità, quando più cercavo la felicità essa giungeva travolgedomi come un uragano? Se era il suo intento, aveva colpito e affondato me, come il Titanic.
Avevo corso per vari kilometri, e quando ero giusta in uno strano parco, che pareva un bosco mi sentì libera di sfogarmi di ogni sconforto che tormentava ormai il cuore che non possedevo più, non sarei mai stata felice, non sono Cenerentola, ne tanto meno La bella della bella e la bestia.Ero solo Rose, una sfortunata studentessa di Seattle, che ormai si doveva arrendere alla forza sovrumana del Fato...cosa può fare un piccolo essere con qualcosa di così grande e potente? Tutto ciò che non doveva fare...semplice ma effettivo.Questa era la dura realtà, in qui l'egoismo dopo si ritorceva contro di te, senza l'asciarti alcuno scampo, senza neanche una via libera, senza niente...ti lasciava vuota prendendosi tutto di te, compreso la tua anima, donandola al più malefico che le collezionava con orgoglio. E chi era colui che possedeva da ora la mia?Ormai era troppo tardi per interessarsi a chi era il maledetto ladro, era troppo tardi per tutto, non potevo fare più nulla.E l'angosciante fatto che non avevo più speranza mi uccideva... Mentre il diavolo se la rideva guardando le lacrime disperate di una ragazza inondarle il viso...era una visione così affascinante?No che non lo era.Era una visione orrenda.

Presi un profondo respiro, mi pulì le lacrime, e quando mi volta i per andarmene vidi lui.E li la voglia di ritornare a piangere mi invase, non riuscì a trattenere le lacrime, mentre splodevo in un pianto silenzioso all'esterno mentre dentro stavo urlando come una matta da legare.Ero ormai fuori di testa, avevo perso da tempo il senno, e sicuro come la morte che era volta sulla luna.

«È per colpa mia giusto?»Disse con la sua profonda voce che tanto amavo, che tanto mi era mancata, come lui e le sue labbra.La voglia di gettargli le braccia al collo era tanta, ma non potevo.Mi frenai da quel paradisiaco desiderio, mordendomi il labbro inferiore.

«Si che è colpa tua...»Mi limitati a dire con la voce debole di un bambino. I suoi occhi si addolcirono... Mentre facevano aumentare il mio desiderio.Maledetto che non era altro! Pensai... Come gli si poteva resistere, un maledetto punk che si era presentato a me come 4 o 5 mesi fa.Si era rimesso i suoi piercing che tanto amavo, e aveva con se i suoi jeans strappati neri, con sopra una maglietta nera di qualche rock band e una giacca in jeans piena anch'essa di toppe di rock band.Poi c'erano i suoi lunghi capelli legati in una coda, per non parlare dei suoi occhi, bramavo come un vampiro assetato davanti a una preda.

Ma io non ero un vampiro... Lo guardia un'ultima volta.

«Mi dispiace.»Dissi con la voce rotta correndo come una furia, mentre le lacrime salate mi scorrevano sul viso, accarezzare dal vento freddo.Mi sentivo a pezzi, e a ogni passo che facevo, pensavo di cedere.Non volevo dirgli addio... Mi sarebbe piaciuto vederlo in futuro, ma ora non potevo.. Ero al limite della sopportazione umana.Avevo bisogno di scappare, avevo bisogno di una via di fuga... Tutta per me.

A/N:Dite che mi sono arrugginita? spero proprio di no hahahahah, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo.

MI ERAVATE MANCATE TROPPO :*(non prendete la foto di sopra, l'ho scattata io e mi pareva carina per questo capitolo)

Blame of the fate  [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora