2 Mesi dopo.
Chi se la sarebbe aspettata una cosa del genere? Cadere così in basso con la propria sorella, con il tuo ragazzo, che per giunta pensavi fosse l'unica tra cui fidarti.Ma la realtà non apparve così, bensì erano tutte idiozie!Un mucchio di balle!
Dopo la pallottola che gli era finita in corso non ero più riuscita a stare lì, accanto a lui.
Le mie gambe fremevano, come le dita dell'uomo sul grilletto, così quando arrivò la polizia e l'ambulanza, io non c'ero più, ero già andata via, facendo perdere ogni mia traccia.
Per quanto Clark mi avesse chiamata ostinatamente avevo declinato le sue offerte di tornare a Seattle.
Ero andata in Inghilterra da mia zia, la quale felice, mi aveva ospitata e proposto anche di vivere da lei, ma per quanto le volessi bene e volessi rimanere da lei, dovevo pur tornare a Seattle, no?Avevo tutto lì...e lì c'era tutto.Non potevo andarmene così, o non ne ero in grado ma per colpa di qualche idiota che parlava in un modo filosofico dell'amore e delle sue impavide emozioni che ti regalava ero attirata in qualche modo a quella città come fosse calamita.D'altronde dovevo prevedere l'imprevedibile, uno che parla così non porta mai da nessuna parte, solo al fallimento e Harry lo era; era il mio più grande fallimento.Una settimana più tardi ero tornata a Seattle e avevo traslocato in un dormitorio, e Liam premuroso mi aveva aiutata a portare la mia roba in quella sudicia stanza.La ragazza che viveva con me era sempre indaffarata con i compiti, e qualsiasi cosa io facessi non le importava minimamente, e fù un vero sollievo per me, mi aspettavo facesse molte domande su quell'incidente ma invece nulla...per lei era un giorno come un'altro.Per lei non ero nessuno.Forse non sapeva nemmeno chi fossi, e ciò mi fu di grande aiuto.
Ad ogni modo mi ritrovai molto occupata nelle settimane seguenti, mi ero costretta ad iscrivermi a più corsi, cosicché avessi fra la testa solo lo studio.Ci riuscì pure; per la prima settimana , ma con il susseguirsi dei giorni, fu quasi abituale incontrare Harry. Ovunque andassi era li, e nemmno una volta si era degnato di abbassare lo sguardo e filare dritto, invece di guardarmi attentamente.Quando non sparivo dal suo campo visuale, lui era li ad osservarmi pieno di rabbia. Fino ad un giorno, in cui arrabbiato più che mai, non appena vide che stavo uscendo dopo lezioni di fisica, mi piombò addosso. Urlando che ero un fottuta menefreghista, che di lui non mi era importato nulla, che non mi ero preoccupata se fosse ancora vivo o morto, che lo avevo illuso, che per colpa mia non dormiva più, si lamentava di orrendi incubi, dove io ero la protagonista di ogni pericolo su cui incombere, ma alla fine non aveva torto.Di lui non mi importava , o forse era quello che credevo? Fatto sta che mi ero ripetuta milioni di volte che dovevo stargli lontana, che mi ero già cacciata in un guaio a causa sua, e di sicuro non ne volevo un'altra ad incasinare la mia fedina penale.《Hai ragione...non mi importa nulla.》Dissi con un tono freddo, uno sguardo di ghiaccio.Il problema però fu che ciò che dicevo era smentito dalla mia apparenza.Non ero la solita, non mi vestito più raggiante come al solito, non mi interessava più quanto fossi presentabile.Volevo essere soltanto meno visibile, volevo solo stare alla larga dagli occhi delle persone non volevo più rivivere un esperienza del genere poiché mi avesse insegnanto una grande lezione.Alla fine me ne andai, con i libri sottobraccio, mentre lo sguardo della gente passava da me sul furibondo Harry che pareva un matto da legare.Per l'appunto dovevo ammettere che non aveva una bella cera, non si era fatto la barba e i suoi capelli erano più lunghi del solito.Aveva indosso una felpa blu della scuola, con un berretto grigio e della tuta, e li mi accorsi che stavamo vivendo la stessa situazione di merda, solo che io ero stata molto più brava a ripulirmi le colpe di cui mi ero sporcata.
Alla fine del trimestre avevo ottimi voti. Mi mancava ancora qualche corso e qualche esame da consegnare prima delle vacanze estive.Non che me ne importasse, dato che in programma avevo il nulla più totale. Man mano che i giorni passavano notai che Harry non si faceva più vivo da nessuna parte, era come scomparso. Più non lo vedevo e più impazzivo, mi domandavo quando lo avrei rivisto, come stesse, dove fosse e che fine avesse fato.
Le settimane si susseguirono esattamente come i miei esami e le mie emozioni. Un momento ero felice, e un momento volevo morire, un momento speravo di incontrarlo e rimanevo delusa quando non lo vedevo e poi...l'attimo dopo mi maledicevo mentalmente per la mia inopportunità.
Quando dormivo mi facevo mille viaggi mentali, di come le cose si sarebbero risistemate, sognando le migliore vie che avrei potuto intraprendere insieme a lui, ma nell'oscurità della notte mi rendevo conto che c'ero solo io, e probabilmente lui dopo tutto tempo era con un'altra, e fui molto irrazionale, perché non lo biasimavo affatto.Le vacanze estive non tardarono ad arrivare, preparai le mie valige, e decisi che sarei andata da qualche parte e come una ragazza normale della mia età, sarei andata a trovarmi qualche lavoretto al mare.Cosi il giorno seguente arrivai a destinazione, e grazie ad un amico trovai un'alloggio estivo pagati con un duro lavoro.Le mattine mettevo i pantaloncini, allacciavo la parte superiore del costume, mi facevo una corsetta e poi andavo al chiosco, dove insieme a Carl -un'altro barista che lavorava insieme a me- servivo i clienti, il mese di Giunio fu un po' difficile ma mi feci qualche amico, e tutto sommato potevi anche dire che fossero andato bene.
Ero giunta al punto in cui pensare a lui incominciava a non farmi effetto, fino alla sera del 4 Luglio.
Carl mi aveva invitata ad una festa in spiaggia, con il falò, i botti e le tipiche grigliate Americane.
Il peccato non tardò ad arrivare, ero tranquillamente adagiata sulla sabbia, fredda contro la mia schiena, guardavo in alto, cercando di distinguere le varie costellazioni.《Vedo che le vecchie abitudini non cambiano.》 Mi sussurra una voce rauca, sdraiandosi lentamente e sfiorandomi impercettibilmente l'orecchio. Il cuore batté all'impazzata come se fin allora fosse stato inattivo, come un vulcano , e il mio in quell'istante cessò di battere, esplodendo poi in una fortissima eruzione di felicità, rabbia e tristezza.Un'onda di brividi mi percosse tutta la schiena, che bruscamente si inarcò leggermente .
Mi girai
I suoi occhi.
Le sue labbra.
I suoi capelli.
Il suo odore.
Il suo sorriso.
Le sopracciglia leggermente innarcate.Il suo volto duro pieno di dolore, si addolcì all'istante, e lo stesso feci io, ma non ci riuscì, non ci riuscivo proprio.
Così le lacrime mi scesero lungo le guance, lo vorrei odiare. Ma non ci riuscivo, non volevo.
Non avevo forza per muovermi, e l'unica cosa che riuscì a muovere fu la testa, che a quanto pare stanca di lottare cedette, cadendo dolcemente sul suo petto.
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Blame of the fate [h.s]
FanfictionL'amore non esiste nel ventunesimo secolo. L'amore di oggi é far sapere a tutto il mondo la propria relazione tramite un social network, condividere con gli altri il proprio amore, mettersi e lasciarsi attraverso messaggi. Amarsi per vantarsi, amars...