CAPITOLO 1

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《Grazie》dico ai genitori di Marta mentre mi porgono le valigie.

《Lo sai che sei la benvenuta.》
Sua madre mi sorride con compassione ed io distolgo lo sguardo.
L'aria calda mi fa ondeggiare i capelli tinti di biondo davanti al viso e spostandoli noto che sono tutti annodati e crespi. Tanto al momento non mi interessa del mio aspetto, non mi curo più come una volta.

Marta scende lentamente dalla macchina blu, come se avesse paura di vedermi partire. La chioma castana le copre gli occhi per colpa del vento. È un bene da una parte perché almeno non devo scontrarmi con il suo sguardo che immagino triste e arrabbiato.

《Il mio volo parte tra un'ora, dentro l'aeroporto c'è già Daniel ad aspettarmi》dico alla mia unica vera amica rimasta cercando di guardare qualsiasi cosa nel parcheggio tranne lei, che
annuisce a testa bassa rendendo tutto ancora più difficile. Ma ormai sono abituata al dolore, ormai ho costruito una corazza dentro di me che ogni volta lo rende meno penetrabile.

《Non partire ti prego. Lo sai che puoi restare da noi per sempre》mi supplica avvicinandosi a me. Ha un'espressione velata di rammarico e nella sua voce c'è una nota di disperazione. Io abbasso fermamente lo sguardo.

《No, non posso.》

《Non mi lasciare da sola, resta con me》boffonchia con un tono strozzato.
Trovo il coraggio di guardarla negli occhi spenti. Qualche mese fa questa scena sarebbe stata troppo straziante ma ora è semplicemente un normale dolore in più.

《Mi dispiace.》
Dal mio viso non lascio trasparire alcuna emozione, o almeno ci provo. Mi dispiace davvero tanto, non avrei mai voluto lasciarla dopo tutto quello che lei ha fatto per me.
Marta allora si tuffa sul mio corpo e si sfoga scoppiando a piangere. Non posso vederla così, le lacrime minacciano di scendere ma le blocco in tempo. Sento il calore del suo corpo così debole premuto contro il mio e mi sento terribilmente in colpa.
Ferire chi si ama e chi, al tempo stesso, ti ama fa schifo.

《Mi mancherai...ti voglio bene》sussurra sulla mia spalla.

《Anche io.》

《Ora devo andare.》
Mi stacco da lei.
Le sue guance rosse sono rigate dal mascara colato e dal suo sguardo traspare chiara la delusione che le sto dando.

Poi guardo i suoi genitori, li abbraccio e prendo le valigie.
Infine mi riavvicino a Marta e la saluto di nuovo, non riesco a dirle addio.
Il suo viso diventa buio e triste, come se le fosse stato strappato il sorriso per sempre.

Lei mi afferra di colpo un braccio e cattura i miei occhi imprigionandoli nei suoi, quasi come per farmi sentire in colpa, come per dirmi "guarda quello che mi stai facendo."

Ma io libero la presa, fisso il suo bellissimo viso inquieto e mi sforzo di incurvare le labbra, prima di stringerla un'ultima volta.

"Giuro che un giorno ti riabbraccerò" penso tra me e me senza ammetterlo ad alta voce. Come al solito tengo tutto dentro, ma io ci spero davvero che quel giorno arrivi.
                         
                     ***
Trattengo il fiato entrando nell' aereoporto. Sono pronta a cancellare la mia vecchia vita e le persone che ne hanno fatto parte. Sono pronta a lasciare questa città, a dire addio al mio piccolo mondo.
Dopo la sera dell'incendio mi sono persa, mi sembra di non avere mai avuto una mia identità. Tutta la mia storia, i miei libri, i miei diari colmi di riflessioni e stupidaggini, le foto della mia famiglia e i ricordi più intimi sono stati bruciati. Le fiamme hanno eliminato il mio passato e qualsiasi cosa riguardante i miei genitori. Ho solo un paio di selfie con loro scattati l'anno scorso nella galleria del mio telefono. Le uniche altre cose sono a casa di mia nonna che ha conservato filmini, album e alcuni vestiti di mia madre.

Mi dispiace abbandonare mia nonna, è sempre stata dolce nei miei confronti e so bene che ora lei ha bisogno di me. Ma ha settantadue anni, inizia ad invecchiare e non può più badare anche a sua nipote.
Ci siamo fatte forza a vicenda in questi mesi, per lei il dolore è ancora immenso. È una donna importante nella mia vita ma non posso vivere a casa sua per anni, né tantomeno posso vivere da Marta, anche se lei me lo continua a proporre.

In ogni caso ormai è troppo tardi, ho appena voltato le spalle a Boston e alla vecchia me. Credo che a volte bisogna scegliere se continuare a soffrire o se chiudersi in sé stessi lasciando fuori ogni possibile minaccia. Lasciando fuori i ricordi e le persone, a costo di diventare freddi e acidi pur di allontanare il dolore. Ed è esattamente quello che ho fatto.

《Rebecca!》
Raggiungo mio fratello Daniel che sta in piedi a pochi metri da me, piazzato in mezzo al via vai di gente. Lui ha nutrito un grande senso di protezione nei miei confronti da quando siamo rimasti orfani, e sono contenta che si sia offerto di accompagnarmi a Seattle. Certo, sarebbe meglio se poi restasse lì con me...
Lo saluto e lo abbraccio nonostante il suo braccio ingessato mi ostacoli.

《Pronta?》
Lui mi sorride. Annuisco e ci prepariamo a salire sull'aereo che mi porterà via da qui e che spazzerà via diciassette anni vissuti a Boston.

Spazio autrice:
Ed eccomi qui con il primo capitolo di BURN. Innanzitutto ci tenevo a ringraziarvi per i vostri voti e commenti nel prologo che mi hanno dato già un piccolo supporto♥
Spero che con il tempo aumenteremo sempre di più con le letture:)

Che dire...la nostra Rebecca è ormai decisa a lasciarsi tutto alle spalle e parte per Seattle abbandonando perfino la sua migliore amica. È pronta ad affrontare una nuova avventura da sola e il futuro le riserverà molte sorprese.
Se vi è piaciuto il capitolo mettete una stellina★
Sara

BURN (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora