CAPITOLO 70

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Una scia di vertiggini mi attraversa il corpo fino ad arrivare alle dita dei piedi. Ormai vedo le figure offuscate a causa delle lacrime mentre il mio cervello è nebbia.

Disperatamente stringo le braccia attorno a Jonathan e premo la guancia sul suo petto. Questa volta non ce la farò da sola.

《Che è successo Rebecca?》

《Mia nonna...mia nonna è morta》singhiozzo.
La sua stretta si fa subito più forte.

《Mio Dio...》

《Sono sola》chiudo con forza le palpebre e tremo.

《No, non lo sarai mai.》
Ho lo stomaco stretto ed il cuore fragile.

《Portami lontano da qui, andiamo via》lo supplico con un filo di voce.

《Okay, vieni con me.》

Poi Jonathan interrompe l'abbraccio privandomi del calore del suo corpo, ma instantaneamente intreccia le dita con le mie. I nostri palmi si uniscono ed io stringo forte la sua mano mentre osservo i nostri corpi vicini. Ora la  sua stretta mi da' forza.

Camminiamo lentamente fino alla moto. Intanto mi sento il suo sguardo addosso, come se mi controllasse per la paura di vedermi cadere da un momento all'altro. Dentro di me, adesso che ho smesso di piangere, c'è il vuoto.  Mi sento come se mi avessero strappato una parte del cuore.
Odio questo mondo che mai è stato buono con me.

Saliamo sulla sella ed io rimango appoggiata alla schiena di Jonathan, al suo giubotto di pelle. Mette in moto e parte. Non so dove mi voglia portare, ma al momento non mi importa. Ho solo la dannata voglia di scappare, solo con lui, solo via da qua. Tanto non c'è nessuno ad impedircelo.

Sovrapensiero osservo il mare mosso mentre ascolto il frastuono del motore. Sono stanca, in ogni senso. Mi mordo il  labbro per attutire un po' il dolore e riesco solo a pensare a lei.
Qualche volta smetto di respirare per la troppa sofferenza.
Ho paura, ho paura di affrontare nuovamente il passato, di tornare a Boston, di soffrire. Non ne ho voglia.

La strada scorre sotto le ruote da ormai diverso tempo. Mi volto ed infatti non vedo più la grande Seattle alle nostre spalle. Dunque respiro, finalmente siamo lontani.
Dopo imbuchiamo una strada secondaria in una zona pianeggiante, oltre le colline. Siamo immersi nella natura mano a mano che andiamo avanti.
Ai lati dell'asfalto incomincia poi a formarsi un bosco. Non c'è nessuno qui, solo alberi e cespugli.

D'un tratto Jonathan parcheggia la moto sul ciglio della strada facendomi cenno di scendere.

《Okay, ora dovremo camminare per qualche metro.》

《Ma dove siamo?》

《Che importa?》
Effettivamente nulla, mi basta essere soli, in questo posto silenzioso e deserto.

Dopo aver posato il casco mi prende la mano e mi trascina con calma dietro di lui. Entriamo nel bosco umido. Il buon odore delle cortecce mi ivade le narici, mi fa sentire un po' meglio.
Ad ogni passo la vegetazione si fa più fitta, per terra si scorge un sentiero sterrato coperto da rametti e cespugli.
Silenzio, tranquillità.

Il cielo grigio è quasi coperto dalle foglie degli alti arbusti, si sta così bene al riparo dal mondo esterno.
I piccoli rumori dei nostri passi sembrano attutirsi. A volte calpesto dei rami e questi si spezzano, un po' come me.

Seguo il passo di Jonathan finché davanti a noi scorgo una zona in cui il bosco si interrompe. 
È lì che mi vuole portare suppongo.
Incuriosita accellero il passo, sempre nella sua mano.

Finalmente usciamo dal bosco che si interrompe solo per pochi metri, dopodiché la vegetazione si fittisce ancora.
La prima cosa che vedo è una casa completamente in legno abbandonata. Davanti all'entrata ci sono oggetti di tutti i tipi come una ruota, una scarpa, dei fogli. Ha un'aspetto lugubre.

Vicino a questa scorre un piccolo ruscello. Ci sono anche dei massi sulle sponde di questo.
È bellissimo stare qui ed ascoltare solo il fruscio dell'acqua e il cinguettio degli uccelli.
Attorno a questa piccola zona si espande di nuovo il bosco.

《Hai paura?》

《Non ho paura di niente ormai》rispondo al mio ragazzo. Le sue labbra si piegano, quel sorriso è ciò di cui ho bisogno.

《Allora seguimi.》
Le nostre mani si sciolgono e Jonathan si dirige veloce verso la casa. Mi hanno sempre intrigato questo genere di cose, ma non avevo mai trovato la persona giusta con cui farle.

Arriviamo di fronte alla porta della casa fattiscente. Avverto caldo quando lui la spinge ed entra. Finalmente un po' di emozione torna in me.

Lo seguo all'interno. È abbastanza inquietante questa casa. Per terra ci sono mobili rovesciati, vetri rotti, pezzi di carta. Appoggiati al muro ci sono una poltrona rotta e un materasso.
L'aria qui è calda e c'è odore di chiuso.

Il pavimento in legno scricchiola facendomi sobbalzare ogni volta.
Le finestre della casa invece sono rotte ed entra poca luce da queste.

Poi raggiungo Jonathan al piano superiore. Ho il cuore che pulsa forte e sono contenta, per un po' la paura prevale al dolore.

《Jonathan ma che ci facciamo qua?》sussurro.

《Non lo so, semplicemente mi piace questo posto, a te no?》
Risponde da in cima alle scale.

《Lo adoro》sorrido.

Salgo anche io sulle scale insicure. Al piano di sopra è pieno di specchi con scritte e scarabocchi. È davvero tenebroso questo posto, chissà cos'è successo qua dentro.
Stranamente c'è una libreria intatta con i libri ordinati e spolverati.

Ne prendo uno, è vecchissimo suppongo e le parole sono scritte in un tedesco antico.

《Amo questo posto Jonathan.》

《Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto》sorride lui sedendosi sul davanzale di una finestra.
Con il libro in mano mi siedo accanto a lui appoggiandomi al cornicione.

《Come conosci questa casa?》
Lui alza le spalle.

Osservo la stanza buia e tetra, con oggetti sparsi ovunque. Poi guardo fuori il bosco silenzioso.
È esattamente questo che intendevo con "lontano da tutto". Capisco perché Jonathan mi ci ha portata. Per un po' ho dimenticato tutto il resto e mi sono concentrata solo su questa abitazione abbandonata.
Non importa dove, ma voglio questo ragazzo sempre al mio fianco.

Lo guardo negli occhi e mi sento a casa.

《Rebecca, solo per questa volta》mi porge poi una sigaretta distraendomi. Aveva detto di aver smesso di fumare, ma lascio perdere.

《Oddio grazie, ora mi serve proprio.》

《Ma promettimi che sarà solo per questa volta》dice lui prima di darmela.

《Si》sbuffo. Mi piace la sua protezione nei miei confronti, anche se lui è il primo a fare cazzate.
Ci accendiamo una sigaretta e in silenzio aspetto che mi si riempano i polmoni di fumo. Non mi interessa di niente ora, solo di me e lui assieme.

Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere come vi è sembrato e se avete consigli da darmi ne sarò felice♡

BURN (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora