《Ohissà!》esclamo.
《Riesci a portarlo?》mi chiede Marta.
《Sì tranquilla.》
Posiamo l'ultimo scatolone accanto all'armadio col fiatone.
《Grazie dell'aiuto》le dico.
《È carina questa stanza, un po' meno luminosa dell'altra ma va bene comunque.》
《Sì va benissimo》mi guardo attorno. Questa stanza ha le pareti azzurre ed un solo letto. Due finestre affacciano sull'Oceano e c'è perfino un quadro appeso. Quando svuoterò gli scatoloni sarà più accogliente.
《Marta, tra poco dobbiamo andare》si affaccia alla porta sua madre.
Una piccola parte di me si spegne a questa affermazione.《Okay!》
《Rebecca ora io me ne vado ma tu devi promettermi che ti prenderai cura di te》mi afferra le mani.
Il suo bel viso si rabbuia.《Per favore, promettimelo》bisbiglia lei.
《Te lo prometto》abbasso lo sguardo e la abbraccio.
Saluto anche i suoi genitori e poi li osservo scendere le scale e sparire. La sensazione di vuoto e la malinconia mi assalgono, così decido di prendere una boccata d'aria. Infilandomi la giacca tocco il pacchetto di sigarette ma lo lancio sotto il letto, questa volta non mi farò più del male perché non sono io ad aver sbagliato.Cammino sotto il cielo grigio del campus, spento come me. Le nuvole questa sera copriranno le stelle come le cose brutte ricoprono quelle belle.
Chissà dove mi porterà il destino, chissà se esiste un destino. Chissà dove sarò tra un paio di anni e se sarò felice. Da ragazzina promettevo sempre a mia madre che non si sarebbe dovuta preoccupare di garantirmi un futuro sicuro. Promettevo ai miei genitori e soprattutto a me stessa che avrei trovato la mia felicità fuori da Boston e che non mi sarei fermata a lavorare in un monotono ufficio a ripetere ogni giorno le stesse cose o in un pub a servire drink ai soliti falliti.Mi ero ripromessa che avrei costruito con le mie stesse mani la mia piccola serenità. Io spesso parlando di mio padre, un pittore troppo ambizioso che finì per fallire e per chiudere in un cassetto i suoi pennelli e scontrarsi con la crudele realtà, mi vergognavo. Ovviamente adesso me ne pento, avrei solo dovuto apprezzare la sua arte.
Però una parte di me l'ha sempre invidiato perché lui ha comunque inseguito il suo sogno, lui almeno è riuscito a realizzarlo e non importa se poi ha fallito. Ci ha tentato, non come molta gente che si riduce ad una vita monotona ed insoddisfacente. Quindi, anche per questo, ero lo stesso orgogliosa del mio papà.Io promisi alla mia famiglia che avrei inseguito i miei sogni, che sarei andata all'estero, che avrei viaggiato e che sarei stata felice.
Mi sentivo piena di voglia di fare, di studiare.
Volevo fare la fotografa. Ho sempre amato molto questa forma di arte che cela la bellezza dietro ad un sorriso o all'interno di un paesaggio e che permette poi di riviverla guardando la fotografia.
Inoltre viaggiavo con la mente e sognavo, esattamente come faceva mio padre mentre dipingeva, rinchiuso nel suo piccolo studio a fantasticare su chissà quali infiniti paesaggi e a riprodurli poi sulla sua spoglia tela.Ora invece mi trascino su quest' erba ricoperta di brina con il freddo che mi sfiora la pelle e l'anima a pezzi preoccupandomi di come sarà veramente la mia vita.
Adesso non ho più voglia di coltivare i miei sogni, non so più nemmeno identificarli. Ora sono piena di rimpianti, sensi di colpa e di dolore, nient'altro.《Ah》esclamo scontrandomi contro qualcuno. Alzo lo sguardo bloccandomi sotto gli occhi chiari di Mike.
《Scusa》biascico.
《Ciao Rebecca》dice freddo.
《Ciao》abbasso la testa imbarazzata. Avverto caldo e gioco con le dita.
《Come stai?》mi chiede.
《Bene》tento un sorriso.
Lui indietreggia appena da me.《Ho saputo di...insomma Jonathan mi ha detto quello che è successo.》
Mi sento cedere.《Non parliamone, è già abbastanza difficile.》
《Okay...comunque io sono qui se vuoi》mi tocca la spalla.
Sono stupefatta dal suo affetto.《Cosa? Mike ma come riesci ad essere sempre così gentile? 》gli chiedo. Lui si spettina i capelli neri.
《Non lo so, forse perché dopotutto io ti voglio bene》sorride.
Sono sempre più confusa.《Grazie ma ora preferirei andare, scusami》balbetto.
Lui annuisce ed io mi incammino nuovamente.《Ma che ci faccio qui?》penso tra me e me decidendo così di tornare nella mia nuova stanza.
Ma, arrivando davanti al dormitorio, lo vedo bloccandomi. Il mio cuore salta un battito; non ora, non qui.Aggiornerò in fretta♥
Spero intanto che il capitolo vi piaccia, volevo informarvi che dedicherò tutti i capitoli precedenti ad una di voi ♡
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BURN (in revisione)
ChickLit[STORIA COMPLETATA] "Loro non si definivano in alcun modo, erano una cosa rara perché si amavano come pochi ne erano capaci. Loro insieme sapevano di essere migliori. E questo gli bastava." Come un ciclone arriva quel ragazzo a tormentarla, a cambia...