CAPITOLO 39

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Le nostre labbra sono vicine ma io abbasso la testa chiudendo gli occhi perché non devo farmi coinvolgere troppo dalle emozioni.

《Stai bene?》

《No》rispondo avvolgendomi nella felpa.

《Fermiamoci allora, non sei obbligata a farlo lo sai》sorride.
Com'è bravo in queste cose, sa esattamente cosa dire e come comportarsi ma soprattutto sa sostenermi.

《No non importa》dico.

《Sì che importa Rebecca.》

《Ma io voglio farlo, davvero. Mi dispiace di aver pianto》lo guardo negli occhi.

《Non dispiacerti》sussurra.

Rimanendo in silenzio mi volto verso la scatola inspirando profondamente. Scorgo diverse letterine di compleanno che leggo una a una con le lacrime agli occhi.

                               17 luglio 2011

Cara Reby,
Sai, ogni mattina mi diverto a guardarti di nascosto mentre dormi tranquilla perché sei così bella. Ma poi mi ricordo che ogni giorno che passa tu cresci un po' di più mentre io invecchio dunque mi rattristo un pochino.
Però so che sarai sempre il mio tesoro ed io la tua mamma. Sei sempre stata una bambina in gamba ed oggi ti stai preparando a diventare un'adolescente. Ricordati che nel tuo percorso io ci sarò sempre.

Ti voglio bene e te ne vogliamo tutti, lo sai.
Buon dodicesimo compleanno Reby.

Ps: dovrai accontentarti della torta gelato perché tuo fratello ha fatto cadere quella con la foto di Ed Sheeran, non temere però perché i regali saranno fantastici.

Alla fine della lettera ho nuovamente il viso umido di pianto ed un leggero sorriso malinconico stampato sul viso.

《Avevi una bella famiglia》afferma Jonathan.

《Lo so.》

Infine sul fondo della scatola ritrovo con molta gioia i dipinti di mio padre. A volte, dato che lui era appassionato di arte, mi insegnava delle tecniche di disegno e ci divertivamo tantissimo.

Afferro tutti i fogli e li studio percorrendo con le dita le sagome delle figure. Il primo rappresenta un'enorme campagna ricoperta di grano e fiori fatto con la tecnica a puntini. Il secondo disegno raffigura il mare in tempesta fatto con gli acquerelli. Entrambi amavamo il mare.

Gli ultimi due sono dei ritratti della mamma e di Daniel.

《Aspetta manca ancora questo》mi avvisa Jonathan porgendomi un grande cartone avvolto a pergamena.
Lo guardo con interesse chiedendomi cosa potrà essere.
Mi alzo in piedi per aprirlo occupando tutto il letto.

È un cartellone enorme ed appena lo stendo i miei occhi tornano di nuovo lucidi mentre sono colpita da una fitta di dolore.

《È stupendo》dice Jonathan.
Osservo malinconica la carta colorata di nero e blu con migliaia di piccole chiazze bianche e argentate. È un cielo stellato realizzato per un proggetto che avevo iniziato due anni fa con papà. Ma non lo abbiamo mai finito infatti il grandissimo cartellone è dipinto solo per metà.

《Tutti questi dipinti li abbiamo realizzati io e papà ma questo non lo abbiamo mai terminato. Ultimamente era molto impegnato e questo lavoro è molto lungo》spiego.

《Lo immagino, siete stati bravissimi...ma da dove avete preso ispirazione?》mi chiede lui.

《Da nessuna parte, pensa che non abbiamo nemmeno osservato una volta il  cielo stellato...mi piacerebbe finirlo un giorno》rispondo.

Jonathan sgrana gli occhi.

《Davvero non hai mai passato qualche minuto ad osservare le stelle?》

《Beh ora che ci rifletto no, effettivamente non l'ho mai fatto ma questo che c'entra scusa?》

《Non hai mai nemmeno visto le stelle però le hai dipinte, è una cosa strana. Insomma chi non è mai rientrato tardi la notte e non ha mai guardato il cielo?》bisbiglia in modo teatrale.

《Io》alzo le spalle. Non capisco il senso di questo discorso.

《Hai detto di volerlo finire?》mi chiede ed io annuisco.

《Allora che aspettiamo, questa sera vediamoci alle nove davanti al tuo dormitorio》sorride.

《Jonathan ma che stai dicendo?》

《Per finirlo devi prima sapere ciò che dipingi, devi prima viverlo! Poi potrai dipingere quello che hai visto.》
Il suo sguardo è sincero e la sua espressione è vera.
La sua idea mi entusiasma ma mi sembra una cosa infantile e sciocca.

《Non credi di essere un po' grande per le stelle?》chiedo ingenuamente.

《Ma che dici? Rebecca non si è mai grandi per osservare le cose belle o per sognare. È per questo che tu sei così, voglio dimostrarti di avere ragione》sorride.

《Come sarei io?》

《Stanca della tua vita》dice sottovoce e purtroppo ha ragione.

《Allora questa sera alle nove ci vediamo ma ora vado prima che tu cambi idea!》

《No Jonathan aspetta!》appena finisco la frase lui esce dalla porta facedomi sospirare.

Ciau♡
Spero che il capitolo vi sia piaciuto:)









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