CAPITOLO 34

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La mattinata si conclude in fretta e sono ansiosa di recarmi all'appuntamento che mi ha dato Mike ai campi di basket.
Chissà cosa vorrà dirmi, magari vorrà solo vedermi come ogni coppia normale.

Ma la cosa che mi preoccupa è di riuscire a dirgli che tra di noi non può più continuare. Mangio velocemente qualcosa in mensa con Sandy e una mia compagna di corso dopodiché mi precipito ai campi da basket.
Sorrido ricordando quando ero lì con Jonathan, nonostante quel giorno avevamo litigato. Pensando a lui mi si stringe lo stomaco mentre cammino distratta a testa bassa.

Oggi è nuvoloso e freddo, odio questa giornata deprimente. Finalmente arrivo al luogo d'incontro e vedo già il mio ragazzo seduto sulla tribuna, inspirando lo raggiungo.
Ha i gomiti appoggiati sulle ginocchia e lo sguardo fisso a terra, le labbra umide e schiuse e i capelli impeccabili.

《Mike》mi faccio sentire.

《Oh ciao》lui scatta in piedi e mi si avvicina. Sorridendo appoggia una mano sulla mia vita avvicinando il suo busto al mio. I nostri corpi si toccano, percepisco il suo respiro affannoso ed anche io ho il fiato corto.
Sento caldo ma non è una bella sensazione, mi sento insicura e un po' svogliata.
All'improvviso mi bacia con più passione e rimango immobile, sembro impacciata ma in realtà è solo che non me la sento. Nella mia vita ho baciato solo un ragazzo, siamo stati insieme cinque mesi però poi lui si è stufato di me.
Era un ragazzo carino ma neanche troppo, era simpatico e premuroso. Ed io... io ero così vivace e solare, così bella e popolare, così diversa da adesso.

Indietreggiamo e lui mi prende le mani sfoggiando un sorriso orgoglioso. Questo ragazzo è così dolce, ma io non lo amo. Mi dispiace per lui, mi dispiace deluderlo, è colpa mia perché come al solito sono una guastafeste. Purtroppo le vicende mi hanno cambiata, ora sono solo vuota.

《Ti amo Rebecca》sussurra Mike.
Io schiudo le labbra sorpresa, non so che cosa rispondere, dovrei dirgli la verità ma non ora, ha appena confessato di amarmi.
Perciò, in preda al panico, mi sporgo in avanti e appoggio nuovamente le labbra sulle sue.

Il suo alito è fresco, le nostre bocche si ondeggiano a rilento e per un secondo mi sento in pace.
In seguito a queste "dimostrazioni amorose" passeggiamo un po' per il campus parlando del più e del meno.
Non vedo l'ora però di tornare in camera e di fermare questa falsa da parte mia.

《Jonathan è ancora arrabbiato?》gli chiedo incuriosita d'un tratto.

《Jonathan è Jonathan, è fatto così. Ma d'altronde non è neanche colpa sua, è colpa di mio pad...ehm nostro padre》balbetta, sembra essere a disagio.

《Lo so, mi dispiace per la vostra infanzia》dico.

《Beh ora ho avuto la mia rivincita.》
A quelle parole mi spavento e mi blocco perché la sua espressione emana cattiveria e inquietudine.

《Quale rivincita?》

《Niente, si fa per dire...ora ho una vita felice》sorride Mike e mi tranquillizzo.

《Mike, sarà meglio che io vada, ho molti compiti》intervengo dopo qualche secondo di silenzio.

《Okay, peccato》dice lui ed io gli sorrido falsamente.

《A domani》faccio per allontanarmi ma mi afferra un braccio delicatamene e mi trascina verso di lui. Poi avvicina il suo viso al mio e mi lascia un bacio sulla guancia.
Io sono imbarazzata e ho paura che tutti ci abbiano visti, non ci voleva.

《Ciao Mike》lo saluto infine precipitandomi in stanza dove trovo Sandy e Margaret che studiano sul letto, perfetto.

《Ciao Rebecca》mi saluta la mia compagna di stanza mentre l'altra mi scruta dalla testa ai piedi.
Che ha da guardare?

《Ciao》sbuffo.

《Ti do' fastidio per caso tesoro?》domanda strafottente Margaret.

《Meglio che non rispondo》la punzecchio sedendomi poi sul mio letto.
Oggi Sandy mi è sembrata diversa in mensa, sembra imbronciata, triste. Non so come mai ma un po' mi dispiace.
Ignoro la vipera seduta a due metri da me e studio storia con la musica nelle orecchie per non ascoltare le loro voci, devo recuperare le insufficienze.

《Rebecca》sento urlare dopo qualche minuto. Mi levo le cuffiette voltandomi Margaret. Appena vedo ciò sta facendo mi blocco, sussulto ed una fitta immensa di dolore mi spacca lo stomaco, il cuore mi pulsa con violenza e mi precipito sulla ragazza.
Lei mi guarda confusa mentre le stacco la scatola dalle mani e fantastico di staccarle anche la testa.
Prendo con foga lo scatolone ma alcuni oggetti come la collana di mia madre e i miei dipinti cadono per terra. Mi piego velocemente, ho la mente annebbiata, li infilo nella scatola chiudendola. Mi ci appoggio sopra aspettando di essere trafitta dalla sofferenza che ho tentato da tempo di richiudere all'interno di questo contenitore.

La mia testa è altrove, sono di nuovo riempita dal dolore mentre sento gli occhi bruciare.

《Rebecca? 》Sandy mi appoggia una mano sulla spalla.
La guardo con un'espressione così triste e delusa,  i suoi occhi color nocciola sono velati dalla preoccupazione e i capelli lisci le ricadono elegantemente sul viso. Poi sposto lo sguardo su Margaret e i suoi bellissimi occhi azzurri, la sua espressione è innocente.

Apro la bocca per parlare ma mi viene da vomitare così la copro con una mano. In preda al panico le guardo tristemente prima di precipitarmi fuori dalla stanza inciampando quasi sulla scatola. Corro in bagno stringendomi le braccia sulla pancia e, appena mi chiudo dentro un WC, lascio che le lacrime colino sul mio viso.
Dolore, solo dolore  ed imbarazzo. Odio me stessa, odio sentirmi così fragile, odio quella scatola!

Osservo le mie mani e le dita tremanti respirando male, ho la nausea e sfogo la mia sofferenza reggendomi alla parete fredda e scivolosa.
Il passato è ancora qui accanto a me, mi perseguita ed è sempre in agguato. Io oramai sono semplicemente stanca di soffrire, non ne ho più le forze ma devo purtroppo rassegnarmi a questo destino.

Aggiornamento notturno ye:)
Come state? Vi è piaciuto il capitolo? Grazie per le 23k letture♥
Vi voglio bene, un bacio:3

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