AVVISO
ho notato che nel capitolo precedente molte parole e frasi sono incomplete, perché si pubblicano male, non riesco a capire il motivo. Spero che in questo capitolo non accada di nuovo.Mi sento ovattata e rimango immobile davanti alla tomba di mia nonna. Ho un gusto amaro in bocca. Passano i minuti, le persone se ne vanno finché non rimaniamo solo Marta, Jonathan, Daniel ed io. Ho finito le lacrime, sono stufa di stare male ma in compenso è il cielo a piangere per me.
《Vieni Rebecca, sta piovendo dobbiamo andare》mi scuote la mia amica.
I ragazzi rimangono in silenzio mentre mi fissano apprensivi.《Sono solo stanca》boffonchio.
Marta incurva appena le labbra rosse dopodiché mi afferra la mano.
Camminiamo tutti in silenzio fino a raggiungere la piazzuola davanti alla chiesa.《Adesso che facciamo?》domanda Daniel. Non mi sforzo di rispondere, alzo gli occhi verso il cielo grigio ma li riabbasso per via della pioggia.
《Ehm non lo so, credo che voglia restare sola...voi due andate pure a casa, la controllo io.》
《Non mi serve qualcuno che mi controlli Jonathan.》
Nessuno di loro ribatte. Marta e Daniel, ormai bagnati, mi abbracciano. Li guardo negli occhi, sono tristi e spenti.
《Grazie》sussurro loro prima che si allontanino tra le vie trafficate della città. Io invece mi guardo attorno stupita, ero così intontita da non essermi accorta di quante macchine, quante persone ci siano in queste strade. Mi sembra tutto così strano, non mi sembra di essere a Boston, questa non è più la mia città.
《Ora chiamiamo un taxi e andiamo in hotel, va bene?》
《No, non voglio andare in hotel, andiamocene via. C'è un posto vicino a Boston...》spiego.
Ho solo voglia di andare via da tutto questo, in un posto adatto al mio stato d'animo.
《Dov'è?》
《Credo di ricordarmelo, ci ero andata una volta con dei miei amici.》
Il mio tono di voce tende a calare, non riesco nemmeno a parlare. E qui in mezzo alla vita trafficata di Boston mi sento persa.《Come ci si arriva?》
《Ehm a piedi, vieni con me.》
《Ma sei matta, sta diluviando》il mio ragazzo mi guarda negli occhi. Ha i capelli fradici e lucenti, le gocce d'acqua scorrono sul suo viso.
《Ci andrò da sola allora.》
Poi abbasso la testa ed inizio a camminare. Amo il suono della pioggia, attutisce tutto il resto, perfino quello che ho dentro.《Verrò con te!》
Jonathan mi raggiunge e mi prende la mano mentre con l'altra mi accarezza la guancia.《Verrò sempre con te》sussurra baciandomi sulla fronte. Io accenno un sorriso debole prima di essere urtata da un passante.
Mano nella mano camminiamo tra le strade infinite di Boston, non ne posso più della puzza di smog, dei clacson, delle persone, dei semafori. Questa città non è più casa mia, nessun'altra città lo è. Casa mia è il ragazzo che sto tenendo per mano.
Sono distrutta, sempre di più, ma lui nonostante il mio carattere c'è, è al mio fianco ora che soffro.
Non parliamo, stiamo in silenzio perché lo preferiamo a qualsiasi discorso banale. In mezzo a tutta questa gente noi andiamo controcorrente, siamo diversi per fortuna. Ci sappiamo capire, sopportare, cercare.Ora però mi sento vuota. Intanto imbocchiamo una strada meno trafficata che ci porta fuori dalla città.
《Rebecca stiamo camminando da quarantacinque minuti, ci siamo quasi?》
《Resisti ancora un po'》sbuffo.
Ormai tanto siamo fradici, ma non mi dispiace, anzi vorrei accendermi una sigaretta, tanto per avere un gusto in bocca diverso dal dolore. Come chi ha perso tutto, non mi interessa più di me stessa e cammino con indifferenza sotto la pioggia fredda. Ma l'acqua mi risveglia.《Tu hai paura Jonathan?》
Lui si volta verso di me innarcando le sopracciglia.
《Di cosa?》
《Dei posti abbandonati, inquietanti.》
《Non credo, ma dove stiamo andando?》
《Lo vedrai, è una galleria abbandonata, vicino ai binari del treno.》
《Mi fido di te》ridacchia.
Continuiamo a camminare, la stanchezza fisica almeno rimpiazza quella mentale. Imbocchiamo poi un sentiero, vicino ad una distesa verde.
《Laggiù》indico.
Mi affretto ad arrivarci, mi sento soffocare e quel posto potrebbe riuscire a calmarmi.
Dopo più di un'ora di camminata arriviamo alla stazione abbandonata, in una zona quasi deserta. Intorno a noi ci sono solo prati e Boston si vede lontana.La stazione comprende soltanto un bar abbandonato che è ormai diventato il rifugio di qualche malvivente e poi un paio di vagoni sgangherati.
Intanto la pioggia non si ferma, finalmente posso respirare l'aria fresca, nel silenzio più assoluto e sorrido.
《Ma non è pericoloso?》
《Certo che lo è》rido. Sono pazza, sono diventata completamente pazza e depressa, non ho più paura di niente ormai e mi sento in pace solo in posti abbandonati e tenebrosi, perché rispecchiano il mio stato d'animo.
Poi afferro il braccio di Jonathan e lo trascino sulle rotaie. Attorno a queste vi sono solo cespugli.
《Tu sei matta, però in fondo mi piace questo posto》ridacchia il mio ragazzo ed inizio a ridere con lui. Ridiamo di niente, mi godo questi attimi di conforto, questi momenti banali che mi fanno rivivere un po'.
Quando smettiamo di ridere lui appoggia le braccia sul mio bacino tirandomi a sé. Lo guardo negli occhi, le sue pupille si dilatano. È bellissimo sotto la pioggia. Poi lui avvicina la bocca alla mia ed io chiudendo le palpebre assaporo il suo odore.
Infine finalmente mi bacia, mi da' uno di quei baci che non si scordano. Preme la lingua contro la mia, muove le labbra velocemente. Le nostre bocche scivolano l'una sull'altra bagnate dall'acqua. Intanto il mio cuore vibra mentre lo bacio con passione, lo abbraccio come se fosse l'ultima cosa che mi è rimasta. In effetti, è così.《Ti amo》gli dico. Lui sorride, amo il suo sorriso perfetto.
Inseguito riprendiamo a camminare finché non arriviamo ad una galleria. È davvero inquietante, buia, l'aria è fitta.《Sediamoci qua.》
Io mi accomodo sopra di lui, al riparo dalla pioggia, nel silenzio. Ma sto così bene, chiudo gli occhi e per poco non mi addormento ripensando a noi due. Siamo insani, siamo diversi dagli altri, diversi tra di noi. Facciamo cose strane ma più belle delle solite banali uscite, quando parliamo noi lo facciamo sul serio. Discutiamo di noi stessi senza indossare maschere, parliamo delle nostre storie, delle nostre idee. Troviamo pace in luoghi del genere, oppure con una sigaretta in bocca. In comune abbiamo forse solo un passato triste e un carattere forte. A volte ci facciamo del male, litighiamo eppure ci cerchiamo sempre. Ed io lo amo infinitamente.
Spero che il penultimo capitolo di Burn vi sia piaciuto, fatemi sapere come vi è sembrato.
Grazie del vostro continuo appoggio💗
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BURN (in revisione)
ChickLit[STORIA COMPLETATA] "Loro non si definivano in alcun modo, erano una cosa rara perché si amavano come pochi ne erano capaci. Loro insieme sapevano di essere migliori. E questo gli bastava." Come un ciclone arriva quel ragazzo a tormentarla, a cambia...