CAPITOLO 21

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《Tu...tu sei una traditrice》mi accusa la ragazza davanti a me. I capelli le svolazzano sul viso e per un momento mi ricorda l'espressione di Marta, il giorno in cui sono partita da Boston.

《Ma cosa stai dicendo?》
Sono più confusa che mai.

Sandy non dice altro e corre all'interno dell'edificio, la seguo per le scale e poi si precipita in stanza. Entro dopo di lei chiudendo la porta.

《Vuoi dirmi che cosa succede?!》
Inizio ad avere l'ansia.

《Tu stai con Mike! Non fare finta di niente...》una lacrima scende sul suo viso.
Cosa?

《No no hai capito male, io non sto con Mike》cerco di calmarla.

《Prima mi dici che sono fastidiosa, poi tradisci la mia fiducia! 》

《Ma che cosa dici Sandy! Siamo solo amici, te lo giuro.》
Mi siedo sul mio letto e lei continua a girare per la stanza nervosa.

《Io vi ho visti, lui ti stava per baciare, vi siete abbracciati》la sua voce trema e non so se essere dispiaciuta per il malinteso o arrabbiata.

《Sì ci siamo abbracciati come fanno tutti gli amici》spiego.
Lei si attorciglia i capelli lunghi e continua a gesticolare, ha le guance arrossate e umide per le lacrime.

《E da quando sei sua amica?》

《Posso scegliere di chi essere amica?!》sbotto.

《Ma tu lo sai che io lo amo!》

《Sì Sandy, ho sbagliato a non dirtelo ma ti giuro sui miei genitori che io e Mike non stiamo insieme e che non ci amiamo》dico seria guardandola negli occhi.

A questa affermazione Sandy esita un attimo e infila le mani nelle tasche della felpa rosa.

《Davvero? 》

《Non c'è cosa più dignitosa dei miei genitori morti e credimi, non potrei mai mentire su di loro. Se non mi credi io non...》

《Ti credo》dice a bassa voce.
Si siede sul suo letto e scuote la testa.

Non ci parliamo per un po' e nel frattempo studio inglese ma continuo a pensare a quello che mi ha detto Mike riguardo a suo fratello. Non mi viene naturale "stringere un'amicizia" forzata e se solo penso a Jonathan mi si stringe lo stomaco. È molto strano quel ragazzo e mi fa provare qualcosa. È da troppo tempo che sono priva di emozioni, sono fredda. Invece con lui sono riuscita a provare qualcosa anche se non so che cosa. Mi sono sentita diversa assieme a lui.
Sono confusa.

《Rebecca abbiamo finito l'acqua, vai tu a comperarla?》
Che palle.

《Sto studiando Sandy》le dico.
"Ma potresti vedere Jonathan e parlarci" risponde il mio subconscio.

《Va bene vado io》sbuffo.

《Grazie》mi sorride la mia isterica coinquilina.

Sono le quattro di pomeriggio ed è uscito un raggio di sole. Infilo una felpa e prendo i soldi.

Nel prato ci sono studenti giovani che giocano a pallavolo accanto al salice improvvisando una rete creata con alcune giacche.
L'aria fredda mi arriva sul viso come una scheggia, non sono abituata al clima di Seattle.

Entrando nella veranda si sente la differenza di temperatura.

《Freddo oggi eh?》dice Tom dietro al bancone.

《Già. Dammi due bottiglie d'acqua naturale, grazie.》
Mi guardo attorno ma non vedo Jonathan così suppongo che sia in pausa. Prendo le bottiglie e rido ricordando che la prima volta che incontrai Mike le feci cadere per terra.

Esco dal bar ed ecco che vedo Jonathan avvicinarsi.

《Ciao》lo saluto ma lui non dice niente.

《Grazie per avermi salutata eh!》

《Senti non è giornata》mi fulmina con lo sguardo. Ma che cazzo? Wow, gentile.

《Sempre molto educato! E pensare che volevo proporti di fare una passeggiata con me.》
Cosa? Davvero l'ho detto? Non volevo proporglielo affatto ma come sempre la mia bocca parla da sola.

Come risposta ottengo la porta della veranda in faccia.
Mi ha già fatta incazzare.

Torno in camera arrabbiata e trascorro una noiosa giornata chiusa in questa stupida stanza.

BURN (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora