Sto camminando tra i corridoi della biblioteca vuota della Surenis alla ricerca di qualche indizio in più. Will e Bryan lavorano insieme per scoprire qualche storia in più su dove trovare l'esercito. Gli altri si danno da fare perché non si faccia caso ai nostri movimenti.
I reyhal incitano chiunque ad unirsi a loro e non sono poche le morti registrate da quando ci sono loro al ministero. Ma siamo impotenti.
Scatenare una guerra adesso vuol dire morte certa.
I libri mi aiutano poco e decido di andare al ministero a trovare Will, ma mi blocco sui miei passi come ormai ultimamente accade troppo spesso.
Klaus si guarda attorno spaesato stritolandosi le mani.
-Che ci fai qua?-
Si volta a guardarmi di scatto trovandomi solo adesso e tirando un sospiro di sollievo. È evidente che mi stesse cercando, ma che è stata la mia voce a tradire la mia posizione.
-Ciao..-
-Come hai fatto ad arrivare qui?-
Non mi muovo neanche, lui barcolla sui suoi stessi passi. –Volevo ringraziarti.-
Ok, posso morire.
Da quando Klaus ringrazia? Corrugo la fronte ed accorcio le distanze mentre poso negli scaffali i libri presi.
-Non hai la febbre, vero?-
Si tocca la fronte ed istintivamente spalanco la bocca. A questo hanno bruciato anche i neuroni.
-No. Perché?-
-Il vecchio Klaus non ringraziava. Anzi.-
Lo supero ed esco dalla biblioteca. Sto scendendo le scale e mi stupisco nel sentire i suoi passi dietro di me. Mi fermo ai piedi della scala finchè non mi raggiunge.
-Mi dispiace, ok? Io non ho idea del perché mi odiano tutti! Io non ricordo nulla, l'unica cosa che so è che sei l'unica a trattarmi con gentilezza mentre gli altri mi vorrebbero catapultare nello spazio, anche se non so che vuol dire.-
Lo guardo e sospiro. Non riesco neppure ad odiarlo, in questo preciso istante potrebbe anche farmi pena e non è una cosa bella da pensare. Così gli punto l'indice al petto. –Mettiamo in chiaro le cose. Io con te non sono gentile, ma umana. E secondo, hai fatto cose indicibili che meritavi davvero una condanna a morte.-
Poi decido che per questo tipo di conversazione ho bisogno di sedermi e usufruisco degli scalini alle mie spalle.
Fortuna che la Surenis è vuota.
Lui fa lo stesso e rimaniamo in silenzio a fissarci le mani finchè non interrompe anche quel momento di pace.
-La storia della serra..è vera?-
Corrugo la fronte e trovo un mare di tristezza nei suoi occhi.
Maledizione, ecco il punto debole per farmi crollare.
-Sì. Coltivavi delle rose in memoria di tua madre, era l'unica cosa che ti rendeva felice. Quando mi raccontasti di lei eri un uomo diverso. Ma quando parlavi di tuo padre, tutto diventava nero, anche quelle rose.-
-Perché mio? Non è anche tuo?- è più confuso del dovuto.
-Sì, ma per me è come se fosse morto da anni. Mi piace ricordarmi di lui quando eravamo sulla Terra, una famiglia felice, anche se non c'è sollievo nello scoprire che anche quei ricordi non sono altro che una finzione.-
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BAHUYA - into the eyes
Science FictionCosa succederebbe se da un giorno all'altro tutto si bloccasse? Se il mondo sotto i suoi occhi si fermasse di punto in bianco e le dicessero di dover lasciare la Terra per raggiungere un pianeta sperduto nello spazio? Significherebbe una sola cosa:...