Un Will sorpreso fa capolino nella stanza. Non mi accorgo neppure della sua presenza finchè non entra nel mio campo visivo.
-La cena è pronta. Vieni?-
Lo guardo un istante, poi scuoto la testa impercettibilmente. Barcolla sui suoi passi incerto sul da farsi. Mi sorprende quando sparisce per tornare, poco dopo, con un vassoio che mi deposita davanti ai miei piedi. In silenzio mangia a terra insieme a me quel piatto di minestra, solo che ogni mia imboccata dista da un'altra secoli. Al terzo cucchiaio si è già freddata.
Non dice nulla e lo apprezzo certa che lui sia l'unico che possa interpretare questo silenzio nel modo corretto.
Vado avanti così per giorni, limitandomi a delle lunghe docce e delle cene silenziose in un angolo della mia stanza.
William è sempre lì, non è ancora tornato a lavoro. Il ministero gli ha dato la possibilità di prendersi del periodo da dedicare a me finchè non mi sentirò pronta a riprendere in mano la mia vita. O probabilmente è stato lui a chiedere.
Si aspettavano tutti stranamente un mio ritorno immediato, ma, più semplicemente, ho lasciato che il mondo facesse il suo corso senza di me.
Non ho voglia di andare da nessuna parte o di prendere parte a qualcosa.
Tutti tranne Will.
È stata una settimana strana per entrambi, lui non è ancora certo che io sia davvero sotto il suo tetto. Ogni tanto, quando non sentiva volare una mosca, si fiondava in camera mia. Tirava un sospiro di sollievo quando mi trovava a terra a dondolarmi o con le cuffiette ad ascoltare un po' di musica. A volte restava a farmi compagnia, altre invece sospirava di sollievo e tornava in cucina.
Ma oggi è diverso, qualcosa è cambiato. Lo noto mentre mi fissa asciugare i piatti della cena.
-Stai... bene?- ripongo un piatto al suo posto e rispondo senza neppure guardarlo con indifferenza.
-Sì.-
Due mani si poggiano sulle mie spalle e mi costringono a voltarmi per incontrare il grigio dei suoi occhi. –Te lo richiedo: stai bene?-
Lo fisso per un lungo minuto. Nessuno quando ti pone questa domanda vuole davvero una risposta.
Se gli dicessi questo, lui risponderebbe bhè, ti sei dimenticata che io non sono nessuno.
-Al solito.- faccio spallucce, sperando che lasci cadere l'argomento lì e, quando tento di voltarmi per finire di pulire, mi blocca costringendomi a guardarlo.
-Tris.- sbuffa visibilmente irritato. Si bagna le labbra appena in un gesto nervoso. –Non stai bene. Ok? Ti ho vista in questi giorni. Non esci di casa, non sei andata ancora alla Surenis, non hai sfiorato i libri né tanto meno contattato i tuoi amici. Ti stai lasciando andare...-
-Io non ho amici.- mi scrollo le sue mani di dosso con forza riuscendo a liberarmi dalla sua stretta. Spero di raggiungere camera mia in fretta, ma stavolta è la sua voce imperiosa a fermarmi.
-Non tentare neppure di andare in camera tua e sparire!-
Mi volto a guardarlo ed incrocio le braccia con fare minaccioso. –Cosa vuoi che dica?! Che sono felice e che tornerò al volo a vivere la mia esistenza? Bhè, ti aggiorno sui fatti, io non ho più una vita a cui tornare!-
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BAHUYA - into the eyes
Science FictionCosa succederebbe se da un giorno all'altro tutto si bloccasse? Se il mondo sotto i suoi occhi si fermasse di punto in bianco e le dicessero di dover lasciare la Terra per raggiungere un pianeta sperduto nello spazio? Significherebbe una sola cosa:...