Ho scelto di reagire.
Ho scelto di non diventare schiava di me stessa, delle mie paure e delle scelte che ho fatto.
Ormai le ho fatte, quel che è stato è stato. Non sto bene, non sono nel pieno della mia euforia, ma non sto neanche male al punto da rinchiudermi nella mia stanza e lasciare il mondo fuori dalla porta.
William non se lo merita, ha già sopportato più di quanto mi sarei mai aspettata da lui in una situazione come questa. E poi, dopo la scorsa notte, direi che è arrivato il momento di darci un taglio.
Mettere un punto, voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo della mia, come definirla, esistenza?
Quindi, dopo quanto successo nelle ultime ore, ma soprattutto negli ultimi mesi, eccomi qua, a tirar su un sorriso che spero un giorno torni ad essere sincero.
Chiudo il portone di casa con un piede dal momento che le mie mani sono piene di buste della spesa e mi dirigo in cucina.
Ho usato alcuni soldi che ho trovato nel portafogli di William, sono certa che mi ucciderà, ma non ho ancora un lavoro e, di conseguenza, neppure uno Zirak.
Vado in cucina e poggio le buste sul tavolo tirando fuori una busta dei biscotti verdi, del latte e altri cibi di cui la dispensa era sprovvista.
-Dove cavolo eri?!-
Salto letteralmente in aria quando la furia travestita da Will fa capolino in cucina.
Sono proprio i biscotti a fare una brutta fine che, nello spavento, sono finiti a terra frantumandosi in parte. –Ma, sei pazzo?- mi porto una mano sulla fronte chiudendo gli occhi. –Mi hai fatto venire un colpo!-
Ma la sua faccia è assolutamente sconvolta e mi viene da ridere e so anche perché. Quindi non mi trattengo.
-Ti conviene chiuderla quella bocca, altrimenti entrano le mosche.-
Torno a sistemare la spesa e faccio finta di non aver visto la sua faccia da pesce lesso. –Cosa vuoi per colazione?- ma non ricevo risposta, quindi mi volto a guardarlo, trovandolo nella stessa posizione ed espressione di prima.
-Will?-
Scuote la testa come ad uscire da uno stato di trans, ma resta comunque con gli occhi spalancati e la bocca aperta. -1. Ti avevo detto che non saresti uscita di casa senza il mio consenso. 2. È tutta la mattina che ti chiamo, dove hai il trasmettitore?!-
-In camera, era scarico.- bugia, non lo uso praticamente mai, ma faccio finta di niente sprofondando l'indice nel barattolo di una crema simile alla nutella, ma meno cioccolatosa.
-3. Dove hai preso i soldi per la spesa?-
-Dall'albero in giardino. Qualcuno deve aver seminato qualche zirak e stanotte è cresciuto come per magia.- la stessa che non faccio da secoli. -Dove credi li abbia presi?-
Noto di come la mia indifferenza lo infastidisca visti gli occhi a fessura. –e 4...-
Attendo stavolta, ormai sul culmine di una risata. Vorrei immortalare questo momento, così da ricattarlo un giorno con una foto che lo ritragga con questa faccia totalmente sconvolta.
-I tuoi capelli.-
Li guardo prendendoli tra indice e pollice. –Cos'hanno?-
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BAHUYA - into the eyes
Science FictionCosa succederebbe se da un giorno all'altro tutto si bloccasse? Se il mondo sotto i suoi occhi si fermasse di punto in bianco e le dicessero di dover lasciare la Terra per raggiungere un pianeta sperduto nello spazio? Significherebbe una sola cosa:...