#36

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-Non può essere vero. Lui non è mio padre.-

Sto tirando con forza i miei capelli come se questo potesse aiutare minimamente.

Quegli occhi sorridenti sono ancora impressi nella mia mente mentre mi guardano con l'amore di cui io mi ricordo.

Siamo ormai al ministero, ci hanno raggiunti quasi subito e scortati insieme ai cinque ragazzi arrestati.

È stata una fortuna che fossimo li insieme. Che fossimo nel pieno controllo delle nostre forze e poteri nonostante la lavata di capo fatta da Alex per me e William. Ma questo è l'ultimo dei miei pensieri.

Fisso quello sguardo indifferente aldilà di un vetro: mi hanno chiesto se mi andava di assistere all'interrogatorio rimanendo in disparte e non ho esitato nell'accettare.

Will è rimasto al mio fianco, mentre gli altri sono stati accompagnati in una stanza per testimoni.

Rimango a braccia conserte mentre un uomo prende le impronte a quell'uomo stempiato e con gli occhi cerulei.

Fanno le solite domande di cui non mi curo, neppure del nome –Kevin Sherin- o almeno, è chi dice d'essere. Si, la mia vista è in piena fase di negazione.

Poi arriva il momento che più mi interessa.

-Ha disertato da anni fuggendo sulla Terra, il ministero non ha mai saputo dove fosse, eppure eccolo qua. Come ha fatto a tornare?-

-Avete dei pessimi sistemi di sicurezza.- la sua risposta cela un ghigno divertito.

-Come ha fatto a privarsi dell'aura che acceca gli umani, signor Sherin?-

E da una cosa che non mi sarei mai aspettata. –Sappiamo bene entrambi la risposta, non esiste.-

L'uomo incaricato alle domande sembra non curarsi delle risposte, a differenza mia che corrugo la fronte stupita e mi volto verso Will. Solo quando incrocio il suo sguardo corrucciato realizzo di come quella sia una cosa che neppure lui sapeva. –Sta dicendo la verità?-

-E' su quella che chiami sedia elettrica: non può mentire, altrimenti delle scosse lo attraverserebbero. Però...- lo intimo a proseguire con lo sguardo e mi asseconda. -...non è detto che sia vero. Solo perché lo dice e la sedia non reagisce non significa che questa sia la sua verità, ma non è detto che sia LA verità.-

William ha ragione e temo di dover indagare ancora più a fondo per saperne di più.

-E' il padre di Klaus e Tris?-

Perdo un colpo, o forse due. Attendo una risposta che sembra non arrivare mai e quando lo fa è struggente.

-Sì.-

Sento il terreno aprirsi sotto di me ed inghiottirmi. O almeno vorrei fosse questo quello che succeda.

Un attimo dopo sto entrando come una furia nella stanza dell'interrogatorio ignorando le proteste dei sorveglianti e di William alle mie spalle.

Kevin mi guarda sorpreso e divertito allo stesso tempo, e l'unica cosa che vorrei è tirargli in pugno e cancellare quel sorriso beffardo da quella faccia.

-State facendo le domande sbagliate. Che ci facevi in quel magazzino?!-

-Signorina Sherin, la...- un sorvegliante mi afferra per un braccio come per intimarmi ad uscire, ma mi divincolo con forza e avvicinandomi di più su quella sedia familiare.

BAHUYA - into the eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora