#38 Inizio Seconda Parte - BAHUYA love is (not) a weakness

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Ed eccomi tornata con la seconda parte del libro. E, come è giusto che sia, anche il titolo è diverso e da esso si lascia intuire molto. 

BAHUYA - love is (not) a weakness

Sono soddisfatta del risultato (parlo io che ovviamente so come procede xD). Spero che anche voi ne rimarrete contenti. Io nel rileggerlo mi è sembrato di vedere più una storia d'amore che di fantascienza. Ciò non vuol dire che sia una storia diversa, anzi. 

Vi anticipo soltanto che vedremo una Tris finalmente diversa, pronta ad affrontare gli ostacoli che le si pongono davanti. Non sarà mai da sola e non poche volte le avrei tirato una pizza in faccia per le scelte di cavolo che prenderà. Ma vabbè, sapete che novità. Comunque, vi lascio al capitolo e spero lo apprezzerete. Attendo tanti commenti, mille baci, Cinzia :)

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       Eravamo due respiri

che vibravano

dentro lo stesso abbraccio.

      Ora, resto solo io,

dove il mondo non ha più senso.

      Qui, dove tutto mi parla di te.

Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, o che i giorni si sarebbero moltiplicati e accavallati senza che io me ne rendessi conto.

Piuttosto, ogni istante sembra infinito ed ogni cosa che sfioro mi ricorda lui; sento il suo profumo addosso ai miei maglioni quando mi perdevo nei suoi abbracci, e quell'odore sapeva di famiglia.

I suoi sussurri nella notte adesso non ci sono più e quando mi sveglio sono sempre madida di sudore, dopo un incubo che si è portato via con sè un'altra briciola della mia stabilità mentale. Quando mi giro nel letto e mi alzo a sedere, lui non c'è; non sono più in quella camera, le pareti non sono bianche e nessuna finestra mi illumina con il buongiorno di cui avrei bisogno.

È come tornare indietro, rivivere da capo un dolore che ti lacera l'anima e non te la ripara più. È come tornare al primo funerale, quando lo credevamo tutti scomparso e sua madre aveva voluto fare una cerimonia commemorativa.

Ricordo le lacrime, i pianti strazianti di quella donna e dei miei silenzi su quella sedia in un angolo del salone. Ed è come se nulla fosse cambiato. Il dolore è tornato più forte di allora, consapevole che stavolta lui non c'è più davvero.

William McFarland è morto.

Fine della trasmissione.

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Sono passati otto mesi.

Otto fottutissimi mesi su questo posto disperso chissà dove e in quale parte di universo.

Niente è cambiato dopo l'incendio o forse tutto lo è, ma non io.

Sono la stessa di quel giorno, come se l'incendio è divampato anche dentro di me.

Come adesso, ogni mattina fisso il tetto di questa stanza ormai mia giù al covo; ho installato un impianto di luci a led che a gioco rievocano la Stella Polare.

Quella che comunemente chiamiamo guida, quando ad un tratto nel nostro cammino ci si perde. Basta solo alzare la testa per ritrovare la strada, la stessa che fatico a scorgere.

BAHUYA - into the eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora