POV Tris
Ho trascorso la notte in tenda. Ho fatto praticamente un campeggio improvvisato. Mi è stato detto che l'unico modo per prepararmi al rito era vivere un momento interamente con me stessa meditando.
Ma ho fatto tutto tranne che meditare. Ho raccolto fiori, guardato il sole tramontare oltre la valle, osservato gli animali e riposato guardando la luna.
E devo ammettere che mi è piaciuto. Stare da sola con me stessa in mezzo alla natura è un'esperienza che mi ha fatta sentire quanto meno un po' più rilassata dimenticandomi il resto del mondo.
Quando ho fatto ritorno la sera al villaggio, Gahege mi ha invitata a casa sua per cena insieme a sua moglie ed i suoi due bambini di appena 8 e 6 anni.
Mori anche loro e con un sorriso che acceca.
A quanto pare la cena fatta l'altro giorno è una cosa comune, ma viene fatta solo quando si unisce al villaggio qualcuno che non fa parte della comunità.
Busso timidamente alla porta di legno che a malapena si regge in piedi e quasi subito vengo accolta da Waki con un abbraccio.
-Accomodati. Ti stavamo aspettando.-
Mi chiudo la porta alle spalle e mi ritrovo in una piccola stanza illuminata dalla flebile luce di candele che rende l'interno quasi giallo. Un tavolo è posizionato al centro con sopra una ciotola piena di frutta. Ovunque vi sono cuscini e tappeti che sembrano essere stati fatti a mano mantenendo una certa precisione.
-Posso rendermi utile?-
-Sì, se non ti reca offesa...- il suo sorriso timido mi spinge a sorridere a trentadue denti. La filosofia di questo villaggio è che se non lavori non mangi. Ognuno deve collaborare al sostentamento ed ai bisogni della famiglia così come dei vicini.
Mi guida in un cucinino allestito con un pentolone su di un fuoco dove bolle già qualcosa, un ripiano pieno di verdure da tagliare ed un lavello che si riempie d'acqua manualmente con quella presa al fiume.
-Quante volte andate a prendere l'acqua?-
-Bhè, a volte anche cinque, sei volte. Le brocche non sono così capienti e con dei bambini l'acqua si consuma facilmente.-
Lo dice senza neppure rendersi conto di quanto quello che faccia sia qualcosa di grande.
-Potresti tagliare del pane? Lo prepara la donna in fondo alla strada ogni tre giorni. Questo è fresco di giornata.-
In un attimo mi rendo conto come io non potrei mai vivere qui. Vivono nella semplicità più assoluta, non hanno bisogno di nulla e di quel poco che hanno ne gioiscono. Non oso immaginare come sia il pane dopo tre giorni, indubbiamente duro, ma non avrà lo stesso sapore di quando è appena uscito dal forno.
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BAHUYA - into the eyes
FantascienzaCosa succederebbe se da un giorno all'altro tutto si bloccasse? Se il mondo sotto i suoi occhi si fermasse di punto in bianco e le dicessero di dover lasciare la Terra per raggiungere un pianeta sperduto nello spazio? Significherebbe una sola cosa:...