Capitolo 4

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'Ci sono mure interiori altissimi, che si sgretolano con gesti di pura tenerezza.'

-Vuoi scherzare? Lisa Jones? Quella Lisa? Quella che a 7 anni mi tagliò un ciuffo di capelli e se lo portò a casa?!- chiese con voce stridula August facendola ridere al ricordo di quell'episodio.

-Proprio quella- annuì Tess soffiandosi sulle unghie appena smaltate di rosso.

-Beh, pensavo che Cooper avesse gusti migliori-

-Sei peggio di una quindicenne, August- lo rimproverò Railey.

Lui le fece una linguaccia e tornò al suo videogioco.

Sentirono bussare alla porta della stanza di Therese.

-Avanti-

Entrarono prima Ash e poi Trevor che squadrò la stanza da cima a fondo fino a che non la trovó seduta sul davanzale della finestra con un blocco da disegno e un carboncino in mano.

Railey distolse lo sguardo tornando a disegnare lo stupendo panorama che si vedeva dalla villetta della sua migliore amica.

-Volevo ordinare cinese per cena, se a te va bene-

-E' perfetto- rispose Tess sorridendo al fratello.

Ray aveva sempre desiderato un fratello maggiore che la amasse e la proteggesse come Ash faceva con la sorellina. Il loro era un rapporto stupendo, si sostenevano a vicenda, erano complici per qualsiasi pazzia e a volte lei li invidiava davvero tanto.

-Voi rimanete per cena?- chiese poi a loro.

-Volentieri- rispose August

La seconda scosse la testa.

-Tiana e Stefan mi aspettano a casa- rispose infilando il blocco nella borsa.

-I tuoi genitori- la corresse August con un tono di rimprovero.

-Fatti gli affari tuoi- ribattè lei fulminandolo.

-Dobbiamo parlare di questa cosa prima o poi- sospirò lui.

-Non ne vedo il motivo-

-August lasciala stare- intervenne Tess mentre gli altri due li guardavano

-Il motivo è che tu chiami i tuoi genitori adottivi per nome...-

-Tu sei stata adottata?- domandò subito dopo Trevor che fino a quel momento era rimasto in completo silenzio.

-Ci vediamo domani a scuola Tess, ciao Ash- disse prima di scendere le scale velocemente e uscire sbattendosi la porta dietro.

Infilò le cuffie e calò il cappuccio.

Pioveva ancora ma non le importava.

Era stufa di dover rendere conto a tutti di ciò che faceva o ancora peggio, di ciò che era.
C'erano sempre stupide etichette di mezzo: "orfana", "adottata"...
Lei voleva solo essere Railey.

Prese un respiro profondo sentendo quel tanfo orribile che proveniva dalle fogne.

Svoltò a destra finchè non sentì un clacson sunare accanto a lei.

Si voltò vedendo un'auto nera fermarsi accanto al marciapiede su cui stava camminando.

Il finestrino si abbassò.

Sbuffò riprendendo a camminare.

-Ti serve un pasaggio pulce?-

-Fottiti Clark- rispose stizzita.

-Oh andiamo sei fradicia- lo vide mordersi il labbro inferiore con un sorrisetto malizioso.

-Ogni cosa che dici deve per forza avere uno sfondo sessuale?- domandò togliendosi con uno scatto le cuffie e riponendole nella borsa.

-Ti si bagneranno tutti i tuoi scarabocchi-

Lui non lo sapeva ma in quell'album c'erano i ritratti dei suoi genitori, di sua sorella, i disegni che faceva quando ancora era felice.
Per lei rappresentava il ricordo della sua vita, una specie di diario.

-Vaffanculo- sputò incazzata prima di affrettare il passo.

L'auto si spense e la portiera sbattè.

-Non volevo offenderti- esclamò correndole dietro.

-Hei White che ci fai qui?- si bloccò guardando il ragazzo che le si era fermato davanti.

Sentì dietro di lei Trevor fermarsi.

Hunter era il ragazzo che le andava dietro da sempre. Era fastidioso, pensava solo al sesso e non riusciva a rimanere serio per più di 5 minuti.

-Passeggiata- rispose cercando di passare ma il moro le si pose davanti.

-Con questa pioggia? Ti accompagno a casa se vuoi.-

-Torna con me, grazie comunque- si intromise Trevor.

-Oh ciao Clark, da quando ti confondi con noi poveri comuni mortali?- chiese ridendo Hunter porgendogli la mano che egli non strinse.

-E tu da quando ti comporti educatamente?- replicò lui.

-Touchè-

Trevor aggrottò le sopracciglia e fece per dire qualcosa che Railey era sicura che non sarebbe stata carina.

-Beh io me ne vado, continuate pure a fare a gara a chi piscia più lontano- esclamò Ray sorpassando Hunter.

Si sentì afferrare per la vita, un braccio forte e possente la circondò e si sentì alzare da terra.

-Ti riaccompagno a casa io- la sua voce calda nell'orecchio le fece accapponare la pelle.

'E' il freddo' cercò di pensare prima che la chiudesse nella sua auto.

-Non mi pare che lei voglia Clark- lo aggredì Hunter

-Chiudi il becco Stone- replicò il biondo partendo con una sgommata.

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